5° - Natale.

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//Questa è una di quelle parti in cui non avevo la minima idea di come funzionasse nel manga, quindi ho fatto come volevo io. Ahah.
Scusate per errori vari.

Era la Vigilia di Natale.
Erano passate all'incirca tre settimane da quando era arrivato a casa Aizawa, e poteva stranamente dire di trovarsi bene. O, in qualunque caso, sempre meglio di come si trovasse alla sua vecchia casa.
Non che fossero delinquenti o persone violente, ma a volte il ragazzo aveva l'impressione di essere semplicemente un peso. Anzi, ce l'aveva sempre.
"Siamo già stati fortunati che tu sia nato maschio" aveva detto più volte il padre, anche se lui non aveva mai capito il motivo del suo astio.
Se li ricordava che facevano di tutto per scaricarlo a qualche parente o amico, che era molto più disposto a prendersi cura di lui di quanto lo fossero loro stessi. Probabilmente avrebbero solo voluto che se ne andasse, e il suo coming out era stata l'occasione giusta per cacciarlo di casa.
Non aveva mai festeggiato il Natale a casa sua. I suoi la ritenevano una festa completamente inutile, che serviva semplicemente a distrarre le persone dai loro doveri lavorativi ed aumentare l'ozio che c'era tra i dipendenti delle aziende. Discorsi comunque che un bambino di otto anni faticava a capire.
Non aveva mai ricevuto regali, neanche al suo compleanno. Dicevano che non bisognava viziare i ragazzini e riempirli di oggetti inutili. Davi loro da mangiare, da bere e un tetto, quello era e quello doveva bastare.
Così, lui si ritrovava a essere completamente inesperto riguardo alla situazione "Natale".
Si era ritrovato alla Vigilia davanti ad un albero finto decorato con palline prevalentemente rosse e dorate, vari nastri e delle lucine bianche che si accendevano e si spegnevano.
- Cos'è? – chiese, mentre lo osservava confuso.
Eri sgranò gli occhi.

- Come 'cos'è?'?! Un albero di Natale, ovvio! –

- Un albero... Di Natale? –

- Hitoshi, non dirmi che non sai che cos'è un albero di Natale. – intervenne Aizawa, appena entrato in salotto.

- Uhm... Veramente no – ammise, imbarazzato.

- Hai mai festeggiato il Natale, Toshi? –

Lui abbassò la testa.

- Oh! Questo vuol dire che il tuo primo Natale allora sarà con noi! Non è bellissimo, papà? – sorrise lei, guardano l'uomo.

- Sì, lo è – rispose lui, ridendo.

- Quindi non sai cosa succede a Natale? – chiese Eri, guardando il ragazzo, che scosse la testa.

- Allora te lo spiego io! – esclamò, saltando in piedi sul divano – A Natale bisogna fare delle precise cose, per far sii che ti arrivino i doni! Prima di tutto devi fare una grande cena, dove devi assolutamente mangiare o il pandoro o il panettone! Da intenditrice, ti dico che il pandoro è meglio, i canditi non sono molto buoni. – affermò facendo alzare gli occhi al cielo ad Aizawa e strappandogli un sorriso.

- Poi devi preparare dei biscotti e un bicchiere di latte, che devi mettere davanti al camino o, se non ce l'hai, alla porta! –

- Latte e biscotti? – chiese Shinsou, accigliato.

- Sì! Per Babbo Natale! –

- Chi è Babbo Natale? –

A quelle parole, Eri simulò un finto svenimento e anche Aizawa sgranò gli occhi.
- Babbo Natale, Hitoshi. -
Lui li fissò confusi.

- Babbo Natale – spiegò Eri – È un signore molto allegro che passa tutto l'anno a preparare regali per i bambini buoni con i suoi folletti magici! E poi a mezzanotte precisa del venticinque di dicembre arriva in tutte le case dei bambini e porta i doni, ma è importantissimo che nessuno lo veda mentre fa il suo lavoro, altrimenti i regali non li consegna! –

𝐒𝐇𝐈𝐍𝐊𝐀𝐌𝐈❞ˌ˚» 𝘀𝗶𝗹𝗲𝗻𝗰𝗲 ˡˡ 𝚑𝚊𝚗𝚊𝚑𝚊𝚔𝚒 𝚍𝚒𝚜𝚎𝚊𝚜𝚎Where stories live. Discover now