Maledetto cuor mio che si lascia turbare dalla mente, mi adombro per quel che le mie orecchie potranno udire di nuovo e di quel che i miei occhi vedranno. Non voglio piangere, né vedere con i miei occhi il suo corpo.

Però, è meglio vivere nel dubbio con lo stomaco stabile? Nella cruda verità con il cuore leso, o con un gorgoglio nel ventre?

Ho già scritto una lunga lettera, se dovesse accadere quel che più temo, non mi dovrò preoccupare di scriverne un'altra.

Torno sulle orme di prima, mi volto in ambedue le vie, quella da cui sono giunto e quella dove sarei dovuto proseguire. Ma a dire la verità, non so nemmeno dove mi trovo.
Stendo le braccia in alto per stirare la schiena, finalmente, dopo molto tempo, provo la piacevole sensazione di sollievo. Non mi sono mai sentito così libero di respirare senza che nessun tessuto mi stringesse il petto.

Le mie spalle sono leggiadre come la schiena di una foglia sull' anello d'acqua di un lago, la mia testa è priva di peso come lo sono le zampe di un cerbiatto, e le mie dita, le mie povere dita, possono finalmente piegarsi, tendersi e muoversi.
Nessuna morsa alla bocca, nessuna catena al collo e nessuna pietra da caricare, ora tra me e una pastorella non esiste differenza.

Se solo avessi la possibilità di rendere ancora grazie alla principessa Lavanda, le devo davvero molto per quello che ha fatto per me.
Se non che l'occhio mio guarda le donne nella stessa maniera con cui guarda una bambina, una migliore amica o una madre, forse avrei ricambiato quel bacio con meno manieratezza e non per gratitudine e rispetto.
Portando semplicemente le dita sulle mie labbra, posso ancora sentire il gusto provato in quel momento, il tocco sentito e il profumo dorato, sono freschi come la neve. I miei occhi erano aperti, i suoi invece chiusi e persi nell'attimo, la guardavo per poter vedere la sua espressione e giudicare il pensiero nella sua mente.
Credo ch'ella lo abbia fatto per bontà e amore, riconosco un volto innamorato a miglia e se fossi stato bendato, lo avrei capito dalla sua voce.

Le mie dita pungono i palmi, in qualche modo ambro le sue gote rosse d'amore, le vorrei di nuovo tra le mie mani solo per guardarla in volto e pensare ad Hansel.


Prendo passo e cammino per questa selva sconosciuta e scura, solo il tempo mi rivelerà com'è questa foresta una volte notte, ma sinceramente non ho voglia di scoprirlo, devo fare in fretta e tornare al palazzo prima dell'imbrunire del cielo e un disdire tra re Leonardo e i suoi uomini.

Secondo mia madre, la Madre Natura esiste, e sempre dal canto suo, questa medesima entità serba amore per me. Ecco, se così fosse davvero, allora vorrei tanto finire in un orticello tenuto da un fauno.
Ma dubito che questa Madre delle foglie e fiorellini, esisti. Oh! Che mi venga il vaiolo se erro.

Con gran fiacca mi siedo sopra un tronco d'albergo vestito di muschio e funghi, sarà stato abbattuto senza pietà dalle scure dell'essere umano, sono bravi a devastare foreste dalle mappe dei regni, per causa loro queste vengono ridisegnate a ogni cambio di stagione.

Resto seduto per recuperare le forze perse nella corsa, lungo la salita e nella camminata. Ho davvero bisogno di un po' di riposo e tempo per pensare.
Non so nemmeno se questa sia la strada giusta per il castello, se sapevo avrei chiesto a Lavanda una mappa o il nome di qualcuno che conosca bene il luogo, ma chi conosce questa terra meglio di un essere umano?

Questo è il loro territorio e la conoscono come i nomi delle loro figlie, se voglio mettermi sulla via giusta devo chiedere indicazioni a uno di questi orecchie tozze.
Mi alzo dal tronco e cavalcandolo dalla parte opposta, calpesto qualcosa con lo stivale.

Ahimè, che si tratti del ciuffo di una carota? Mi verrà il vaiolo?

Con le labbra che masticano già scuse verso la Madre Natura, chino lo sguardo e alzo lo stivale.
«Che fiore è mai questo?» mi domando sollevando lo stivale, proprio come pensavo, la Madre Natura non esiste, e io sono stato sciocco a temere.
Tuttavia, questo fiore non mi è affatto nuovo, ma nemmeno molto noto.

I suoi petali hanno la stessa forma di una pinna di sirena, il suo gambo è robusto e ricoperto di una sottile peluria chiara come la brina.
Lo tocco con il dito, tiro uno dei cinque petali per vedere quanto questi siano resistenti.

Il principe azzurro è gayTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon