⚜Garofano⚜

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Il braccio della morte si è rivelato comodo, tenero e caldo come un cumulo di piumaggio.
Sento i piedi cullati, il collo rilassato e il corpo leggiadro. Il dolore che prima non avevo provato nel strapparmi i capelli lo sto patendo adesso, tutto l'amaro e la tristezza riemerge e mi assale l'anima.

Odo la pioggia, ma è lontana e non so da che direzione venga e vada, attorno a me non vi è nient'altro che oscurità.
Eppure dall'alto cala dolcemente una voce femminile quasi divina, sottile e gentile e dal tono limpido e chiaro.
Seguo la voce che però mi conduce verso altre tenebre, nondimeno è vicina, dunque come mai la sento come se si trovasse proprio qui in mia  presenza?
Apro gli occhi e ciò che prima era oscuro ora è semplicemente la mia stanza, la mia camera da letto inghiottita nel buio della notte e leggermente baciata dal brio della luna. I raggi chiari di questa accarezzano alcune superfici dei mobili, alcuni angoli della stanza e la spalla di mia madre, seduta ai piedi del letto.

Sono stato incosciente fino al coricarsi del sole, la regina indossa già la sua vestaglia la notte e i suoi lunghi capelli son raccolti in una treccia.
Di spalle e ignara del mio risveglio, recita parole come un sermone, odo con orrore e ribrezzo ogni singola parola che pronuncia e serbo in cuor mio gli sfregi.

«Vergogna per l' uomo che dorme sul petto di un altro uomo, e poiché siamo una famiglia reale la vergogna è moltiplicata per sette volte»
Parla con fierezza e solennità, come se reggesse il flagello e lo scettro.
Mentre continua a parlare volgo lo sguardo verso il lato destro del letto, vuoto proprio come le futili parole che escono dalle sue labbra.

«È assurdo, non hai conservato nessuna delle leggi della Madre Natura, lo sai che le labbra del tentatore stillano miele, la bocca di quel giovane eran più dolce dell'olio ma la fine in cui ti stava portando era amara come il veleno. Ti sei lasciato persuadere dal suo fascino, dalle sue parole ti sei fatto condurre come un bue al macello, come uno stolto che viene condotto ai ceppi per essere castigato, come un uccello che si affretta al laccio senza sapere che è teso contro la sua vita. Gli hai concesso l'onore e la grazia del tuo corpo, hai venduto il tuo fiore a uno stolto senza ragionare e senza considerare il valore della verginità. Non è una perla che va gettata ai porci, né un bastone che va dato a un cane. La verginità è la ricchezza dei giovani, un ornamento di cui andare fieri e orgogliosi.
Ah, sono più tranquilla sapendo che adesso egli non c'è più, penserai solo a essere il principe azzurro e con il tempo non proverai più alcun pensiero immorale verso gli uomini, mai più»

Le sue terribili parole pungenti provocano in me una forte rabbia e il senso di vendetta accresce pesantemente, l'amato mio meritava di vivere, meritava una lunga vita colma di gioia e serenità, glielo avevo promesso.
Ma adesso per causa della perfidia di questa donna, non potrò più adempiere la mia promessa, non potrò più regalargli una vita serena e di pace, non potrò più vederlo.

«I miei occhi avevano visto, ma il mio cuore si era rifiutato di credere che mio figlio fosse un omosessuale»

Alzo la schiena dal letto ribollente di collera e mi tolgo la coperta di dosso, il movimento e il fruscio delle lenzuola cattura la sua attenzione e si volta.
«Me ne infischio delle leggi di Madre Natura, delle dottrine e del tuo pensiero. Io amavo Hansel, lo amavo con tutto me stesso!»
Pronuncio portando i piedi fuori dal letto e lei sospirando dice «Sei ancora sotto il suo effetto figlio mio, non lasciare che egli persuada consumando la tua innocenza»

Mi lascio sfuggire un singhiozzo, poi due, seguiti entrambi da una lacrima.
Non riesco a soggiogare i miei lamenti e sono incapace di trattenere le lacrime.
Nella mia gola si forma un pesante e grosso groppo che strozza ogni mia parola, gli occhi fervono e corsi d'acqua sfociano dalle mie torride palpebre.
La mia pelle ribolle e le dita fremono d'ira, vengo assalito da pensieri e dolci ricordi che non fanno altro che aggravare la mia tristezza e il mio senso di vuoto.
È come se qualcosa mi avesse divorato le viscere, come se il mio cuore fosse stato privato di tutta la vitalità. Sono scarno e indebolito, tuttavia ripieno di collera.

Il principe azzurro è gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora