⚜Magra & sottile speranza⚜

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La voce del giglio guida e ingravida il grembo della caverna, il suo canto viene accompagnato dall'eco e dalle voci del gregge, cantano tutte insieme con le fiaccole nelle mani, girano su loro stessi come girasoli in campo, come milioni spighe dorate in valle che si prostrano alla brezza.

Nessuno strumento a fiato e nessuna corda pizzicata, soltanto le loro voci con i battiti delle mani e dei piedi. Non conoscendo né la lingua né le parole del brano, tengo il tempo battendo leggermente la mano sulla gamba e oscillandola con gioia mentre mi godo l'allegra musica in sella al giovane Dorian.

Questa è la lingua del mio albicocca, ricordo che talvolta lo sorprendevo cantare in questo buffo gergo mentre puliva o passeggiava. Non l'ho mai visto ballare, né le mie orecchie l'hanno  sentito suonare qualche strumento, ma poiché elfo delle campagne costiere, sono certo che mi avrebbe meravigliato con la sua danza e il suo talento; se solo quella cinta di timidezza non gli fosse stata sempre addosso.

Lo avrei contemplato muoversi come queste pecore danzanti che scorrazzano felici attorno a me e Dorian per ornarci di ghirlande e petali rosa, il cavallo anche se timoroso si lascia abbellire il collo con la collana di fiori, mentre io per farmene mettere una in testa, mi chino verso le mani tese della graziosa fanciulla.

Dopodiché le due amiche si avvicinano al mezzo elfo per adornare anch'egli di fiori, ma quest'ultimo con aria avvilita e distante, una volta che la ghirlanda gli viene posata attorno la testa, la leva come polvere dalla spalla facendola giacere a terra.

Le due fanciulle cessano di cantare e restano a guardare Mihangel con titubanza, una di loro, offesa per il gesto, si china e coglie la corona che aveva creato con le proprie dita.

«Rallegrati, stiamo per giungere alle valli verdi!»

Dice soffiando e curando i petali dell'intreccio di fiori, ma il giovane mezzo elfo non risponde e resta con lo sguardo cadente a terra.

Le due pecore allora se ne vanno e riprendono a cantare e danzare assieme al resto, troveranno un altro capo su cui posare la ghirlanda.

Rivolgo il mio sguardo a Mihangel, egli è stato silenzioso da quando ci siamo svegliati, non mi ha rivolto neppure una sola parola.

«Come mai sei così triste?»
Chiedo, ma il giovane scuote il capo e nega di essere infelice.

«È per la cugina di Gliuri?»
Attonito alza la testa e mi guarda malagiato, così gli confesso di averli colti entrambi abbracciati presso tenda.

«Non abbiamo fatto niente nella tenda, avete visto male»  Risponde turbato quasi a denti serrati, scorgo la sua mano destra compatta in un rosso e tremolante pugno.

«Dunque ora invento le cose? Ho visto come lei era sopra di te»  Replico sdegnoso della su accusa, e lui, alle strette e quasi infastidito, dichiara di averla respinta dalle sue braccia all'ultimo.

Ovviamente ne chiedo la ragione, oramai ha la mia completa attenzione e ha stuzzicato la mia curiosità.
Ma il ragazzo si ritira nel suo guscio e irrigidisce il collo.

«È un segreto?»
Chiedo.

«Non è un segreto, ma preferisco non parlarne»

Mi sento a dir poco leso, non sono abbastanza degno di fede? Oppure non mi considera ancora un suo compagno? Sia come sia, che faccia quello che ritiene giusto fare, ciò che è accaduto nella tenda rimarrà nella tenda.
«Come vuoi»
Concludo esprimendo a tono il mio sdegno, ma egli non reagisce, così rimarco le mie parole per farlo prudere.
«Tanto non sono affari miei»  ancora una volta non tende testa da far grattare, perciò adirato gonfio il petto e sbuffo affinché questa volta mi senta.

Il principe azzurro è gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora