⚜Vent'anni sotto le stelle (pt2) ⚜

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Il sole sta per coricarsi sotto il lenzuolo dei capi delle montagne, si porta con sé il suo manto rosaceo e un altro giorno. Alle sue spalle giunge la grande e meravigliosa luna, che si accomoda sul suo trono ceduto dal sole, indossando il suo strascico notturno sulle quali vi giacciono le sue figlie. Il diadema che porta illumina e incorona il suo volto latteo e tondo, bacia il suolo rendendolo quasi bianco e surreale.

Le lucciole danzano e brillano, le falene tormentano le torce e i bambini, muniti di barattoli sotto i bracci, vanno alla ricerca di questi piccoli esseri per catturarli e farseli propri come compagni.
Ci sono varie fate che svolazzano per condurre in salvo alcune falene, ma come qualche occhio curioso ricade su di loro, si celano timorose e volano via confondendosi con i colori della notte.

Uomini e donne si uniscono portando ceste e bottiglie per colmare le tavole con numerose e svariatissime pietanze, il naso mio è pervaso da così tanti aromi nuovi e succulenti che muoio dalla fame di conoscerli tutti. Mi avvicino per vedere ciascuno di questi piatti appena serviti per poterne ammirare l'aspetto e annusarne il dolce profumo, la vista di tutto questo è un sofisticato antipasto e una gioia per le mie narici che mai avevano provato così tanto piacere nell'annusare un pasto.

Mihangel si avvicina a me, e ammira la mia curiosità verso ciò che per lui sono comuni e semplici pasti odierni.

«Quante meraviglie» dico nutrendo gli occhi, poi, colto da una torta dalla particolare forma, mi rivolgo a Mihangel per domandargli il nome e il significato di questo impasto dalla forma di colomba.
Il giovane guarda in dolce a tavola poi con gran orgoglio sazia la mia curiosità.
«Questo vostra maestà, è pane dolce»
Prende una delle mandorle sopra la torta e me la porge.
<È fatto con farina, uova, miele e mandorle.> Osservo la pietanza in tutta la sua semplice creatività, il suo aspetto non invita nessuno ad assaggiarla ma gl'ingredienti elencati  rendono questo semplice pane  qualcosa di più interessante.
Prendo la mandorla dalle sue dita e l'assaggio con piacere.
«Creativo, ma perché proprio la colomba?» domando.
«Non ha una ragione suppongo»  risponde «Poteva essere un fiore o un semplice cerchio, credo che dipende da colui o colei che l'ha fatta»

Riprendo a camminare con gli occhi lungo la via del tavolo per cogliere altre novità degne di riguardo, poi ecco che il mio sguardo viene nuovamente catturato da qualcosa di particolare.
«Questi cosa sono invece?» egli si china e guarda le piccole tortine disposte sopra una piccola tavoletta di legno.
«Queste sono focaccine dolci a base di farina di frumento e frutta di stagione, adoro quando mia madre me le prepara»
Ne prende una sul palmo della mano e me la offre.
«Provatelo»  Dice.
Prendo il dolcetto dal suo palmo e ne dò un piccolo assaggio, mordendolo di poco sul fianco, mastico guardando come l'espressione del ragazzo accompagni il disegno sul mio volto, resta a fissarmi pur di cogliere una qualsiasi traccia di ribrezzo o delizia.
Compiaciuto da ciò che ho gustato, il ragazzo ne rimane gaio, tra le sue guance compare un sorriso soddisfatto e felice.

«Potete mangiarne quante ne volete, non sapete che gioia mi regala vedere un elfo, perlopiù di sangue reale, assaggiare il mio stesso cibo»  Dichiara entusiasta, finisco di mangiare il dolcetto e scorro con delizia le dita sulle labbra.

«Non farmi sentire come una creatura celeste Mihangel»  Rispondo.
«Come vi avevo già detto non conosco granché delle mie origini elfiche, voi elfi per me siete sempre stati dei disegni su carta, delle creature fiabesche che dimorano nelle foreste incantate»
«Ormai ci siamo civilizzati e sono in pochi quelli che vivono ancora nelle foreste come i nostri padri, da quel che ne so, solo gli elfi delle campagne costiere vagano ancora per le foreste incantate vagando come nomadi»  Gli dico, tuttavia la sua poca conoscenza riguardo le sue origini da elfo mi lasciano dubbioso, sua madre è un elfo perlopiù della stessa etnia di mia madre, come ha potuto quest'ultima non tramandare al proprio figlio la nostra cultura?
«Sai Mihangel, il fatto che tu non sappia nulla delle tue origine elfiche mi lascia un po' perplesso, tua madre se non erro, è un elfo smeraldo tale alla mia»

Il principe azzurro è gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora