⚜Molte sono le stelle⚜

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Ora apro gli occhi come se lo facessi per la prima volta, le ciglia offuscano la visione come se mi trovassi in un arbusto di rovi, ma man mano che le palpebre si separano l'una dall'altra, quel che mi è davanti si fa limpido e chiaro.
Ammiro le nuvole sopra di me, gigantesche pennellate rosacee arieggiano sospese.
Il fruscio di questo mare di spighe di grano coccolano le mie orecchie come una preghiera notturna, il mio corpo è privo di vesti ma la brezza che soffia dolcemente copre la mia nudità di brividi.
Il cielo è color indaco profondo, costellato di chiazze, le nuvole si rincorrono lente una dietro l'altra come sorelle.
Sulla punta del mio naso si posa un delicato morfo blu, fa riposare le sue ali e resta su di me fino a quando non avvicino il dito per toccarlo.

Mi alzo dal terreno emergendo dal mare di spighe, sono completamente immerso in un oceano le cui onde sono come dune di deserto che si prostrano al vento.
Mi guardo attorno ammirando la presenza dei morfi blu che svolazzano da ogni parte del campo, alcuni di essi si posano sul mio corpo mentre mi alzo in piedi.

«Che cosa volete, piccole creature? Dove mi trovo?»  Domando a una di queste posata sul dorso della mia mano, essa è come se mi avesse compreso, spiega le alette e prende il volo.
Io e le altre cominciamo a seguirla nutrendo durante il cammino gran curiosità, chissà dove mai mi sta guidando questa farfalla.

La creatura mi conduce ai piedi di una collina incoronata da un grande salice piangente, saliamo per questa vallata creando dietro di noi una scia di spighe dimezzate. Giunto sulla cima della collina il morfo blu non procede a entrare sotto il salice piangente, si ferma proprio a qualche passo ma poi se ne va.

Anche le altre farfalle mi abbandonano, forse, solo io sono chiamato a entrarci.

Proseguo arrivando al cospetto del salice, porto le dita tra le sue lunghe ciocche cadenti al suolo e le separo come un velo.
Scopro ciò che l'albero serbava in sé, il mio Hansel si trova qui sotto l'ala del salice, anch'egli senza vesti e scosso dalla brezza.

Che mi stesse aspettando? Sarà stato lui a ordinare alle farfalle di condurmi qui in sua presenza?

Resto a guardarlo meravigliato, egli è accovacciato a terra come una piccola camomilla appena svegliata dal suo riposo, in testa porta una corona di zinnia che sposa i suoi ricci albicocca e la sua pelle, tra le falangi delle dita indossa anelli di mughetti neri e quasi appassiti, e attorno al suo collo è stretta una collana fatta di calendule.
Meraviglioso è ciò che ho di fronte, straordinario il fatto che questa camomilla sia qui tutta per me.

La mia carne ferve di passione innanzi la sua nudità, brucia e si fa debole al suo smanioso sguardo grigio. Mi arrendo nel vederlo
divaricare lentamente le gambe, affinché possa nutrire gli occhi miei della sua grazia.
Anche se privo di vesti egli riesce comunque a spogliarmi dalla morsa, ogni angolo di lui chiama ogni angolo di me, come le onde del mare, e le mie orecchie non possono sottrarsi al suo richiamo.

Mi arrendo, mi porto sulle ginocchia per cominciare a strisciare verso il suo fulcro come un'aglaia che annega nella delizia del polline di un fiore dolce e profumato. Io, proprio come una farfalla, non vedo l'ora di assaggiare il nettare che stilla solo da questo fiore, lo bramo, desidero farlo mio e leccarlo sul contorno delle mie labbra e delle dita come miele.

Arrivo con il corpo sopra il suo, la maniera con cui mi guarda è più profonda di ogni abisso e più intensa di ogni cielo. Non vi è traccia di gioia ma né di rabbia o tristezza sul suo viso, la sua bocca è serrata e i suoi occhi sono posati con dolcezza su di me.
Conduco le mie labbra alle sue, sanno proprio di sogni e di stelle, sanno di nuvole candite di mirra.
La mia lingua accarezza la sua, anche questa ha il sapore dolce, la coccolo per trarne tutta quanta la delizia e l'avvolgo per raccoglierne l'intera leziosità soave.

Il principe azzurro è gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora