⚜La vera luce del giorno⚜

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Silenziosa come una lama, il braccio del sole s'intrufola come un ladro dall'esile spiraglio di tenda lasciato per distrazione scoperto.
Entra e giace leggera e pungente sul mio volto facendo dei miei occhi il proprio giaciglio.
Infastidito dal calore della luce, mi volto dall'altra parte del letto per dare le spalle alla finestra, portandomi con me tutta quanta la coperta possibile come scudo e manto, per poter proteggermi dalla lama di luce impugnata dal mattino.

Ma quest'ultima oramai, ha già vinto su di me, e mi ha privato del sonno e della stanchezza. Desidero poter possedere abbastanza forza per alzarmi e tirare la tenda, ma i miei piedi sono talmente cullati e baciati sotto il braccio caldo della coperta, che si rifiutano di uscire allo scoperto e affrontare il liscio e gelido pavimento. Anche se non sono più appisolato, resto comunque nel mio letto a riposare, dal momento che non ho nulla che sazi il mio desiderio di alzarmi e vivere un'altra giornata simile alle altre.

Non c'è niente che possa farmi dire che non veda l'ora di scendere dal mio caldo e morbido letto e andar di petto a questo nuovo e freddo giorno, niente, assolutamente niente...

O forse sì? Oh ahimè che sciocco, sono talmente sopraffatto dai pensieri che mi sono dimenticato che invece una ragione per svegliarmi c'è e come.

La vera luce del giorno.

Hansel è la ragione per cui abbandono il mio letto ogni giorno ed è il motivo per cui vorrei uscire dalla mia stanza anche quest'oggi,  il sol  pensiero di rivederlo questa mattina dopo ieri notte mi fa sorridere, mi placa, mi conduce a scendere dal letto e a spalancare le tende affinché la luce del sole possa irrompere con maestà nella mia stanza.

Se prima questa luce la odiavo, ora l'amo, la bramo, voglio il suo calore e la sua vitalità nella mia camera. Proprio come lui, lo amo, lo bramo e desidero che la sua vitalità colmi anche questa mia giornata, perché è questo che ha sempre fatto il mio Hansel, ha sempre dato luce e significato ai miei giorni.
Non più il sole è la mia luce di giorno e la luna la guida di notte, ma lui, lui è sempre stato la lampada al mio piede e la fiaccola nelle gole più buie.

Mi volto verso la porta di camera mia e la guardo con decisione, fervo dalla voglia di varcarla e cominciare la giornata, quasi poco m'importa se litigherò con mio padre per le stesse ragioni, dopotutto il mio amore ce l'ho, dunque allegro lo son già e nessuno potrà allontanarmi da questo calice di gioia.

Una volta preso cura del mio aspetto, esco dalla mia stanza per farmi condurre come sempre dall'aroma del pasto mattutino. Essa mi tenta ed estasia così tanto che la potrei seguire anche a occhi chiusi, infine mi porterà sempre alla tavola in presenza dei miei genitori.

Cammino al fianco della servitù augurando a ognuno di loro il saluto del giorno, questi si voltano abbandonando ciò che stavano svolgendo per ricambiare l'ossequio, accompagnato da un sorriso e un elegante inchino.

Ma come lo strascico del mio manto finisce di scorrere via dai loro piedi, riprendono a svolgere le pulizie dei mobili.

Non possiedo orecchie alle spalle ma so che il brusio che odo giunge dalle loro bocche, nondimeno non ho riguardo per i loro futili discorsi vuoti, non mi preoccupa sapere se quei sorrisi e inchini fossero sinceri e genuini, o se eseguiti per rispetto e abitudine.

Tuttavia ognuno si beve la propria coppa, se sprecassi il mio prezioso tempo per loro li renderei prosperi.

Arrivo nella sala dove vengo nuovamente accolto con saluti, sorrisi e inchini dai servi che finiscono di apparecchiare la tavola.

«Buongiorno»
saluta mia madre attendendomi a tavola assieme a mio padre, entrambi già accomodati dinanzi la colazione.

«Giorno» rispondo prendendo il mio posto a tavola, e mentre mi metto comodo e composto, una serva si porta alla mia destra servendomi la colazione.

Il principe azzurro è gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora