⚜Preghiere udite⚜

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L'anima mia arde, divampa spinta dal desiderio di aiutare.

Erge amarezza nel cuor mio, la loro sofferenza si culla in me e mi appesantisce. Mi chiedo come mai un uomo umile e gentile come Ettore, debba versare così tante lacrime sul capo del proprio nipote, che malgrado la giovane età, ha già assaggiato la fetta più aspra della vita. 

Mi rifiuto di restare qui a udire e meditare su quanto siano disgraziati, se non dovessi aiutarli farei ritorno a casa con la schiena ricurva, mi porterò questo giorno nel cuore e mi peserà ogni volta che ci penserò.

Mi espongo dall’uscio della porta rivelando la mia presenza, i due una volta vedendomi, si alzano dalla panca e si atteggiano come se nulla fosse accaduto, si asciugano con i lembi delle vesti le tracce di lacrime in volto, e mascherano i loro animi lesi con un viso sereno. Ma l'espressione di Edoardo non riesce a celare la tristezza che serba dentro, inoltre, la sua guancia destra è ancora tinta di un leggero rosso per lo schiaffo ricevuto.

«Ho udito la vostra conversazione»

Dichiaro a zio e nipote, ed entrambi ne rimangono sconvolti e imbarazzati, le soffici gote di Edoardo sbocciano di un rosso ancor più vivo, le parole pronunciate prima non può più ritirarle ormai.

Lo scorgo mentre con il suo sguardo  ostile, si volta per evitare che i miei occhi trovino i suoi.
Ettore esita, si risiede sulla panca e mi guarda.
Prima di aprire bocca però, fa dei profondi e lunghi respiri, il suo sguardo cala al suolo, e tiene le dita intrecciate.

«Dopo la scomparsa del padre di Edoardo, sua madre Adrianna, si ritrovò sola con due bambini...»

Mi porto al suo fianco per ascoltare mentre mi racconta tutta quanta la storia, odo il tutto con fascino e tristezza, ogni sua parola esce della sua bocca cinta di pesantezza e malinconia.

«Egli era scomparso da diversi giorni, era come se uno spirito lo avesse rapito. Venne ritrovato morto una settimana dopo, vicino al cimitero, gettato tra cumuli di terra come polvere. I miei sospetti caddero subito tutti su Adrianna, che non si mostrò per niente scossa quando le giunse la tragica notizia, anzi, dopo il funerale furono molti gli uomini che ella conobbe. Li faceva accomodare in casa propria e serviva a loro da mangiare, non le importava nulla dei figli, anche se il più piccolo era gravemente malato.
Provai a parlarle, ma lei non mi diede retta, al contrario, abbandonò a me i bambini e scappò assieme a uno dei suoi amanti. Fu così che mi trovai tra le braccia Simone ed Edoardo»

Il giovane Edoardo emette un flebile sussulto che fa alzare i nostri capi, imbarazzato resta di spalle senza mostrare la propria espressione, ma quel gemito che la sua bocca si è lasciato sfuggire, è sufficiente per comprendere come si senta, e quale emozione abbia scatenato il nome del fratello in lui.

«Simone era molto malato e aveva bisogno di cure mediche, sfortunatamente però, io non avevo abbastanza denaro per potermele permettere, quella donna si era portata via tutto, consumò anche il più piccolo avere di mio fratello, lasciando me e i bambini in miseria. Ero disperato, non sapevo cosa fare, e mentre pregavo per un miracolo, la salute di Simone peggiorava.
Un giorno però, passeggiando per il villaggio, incontrai una mia vecchia conoscenza, Albert. Al tempo si era da poco trasferito assieme le sue sette mogli e i suoi tredici figli, venni poi presto a conoscenza del fatto che possedesse molti beni e che persino i suoi servi erano vestiti di lustri abiti costosi, perciò mi recai da lui per chiedere un prestito per le cure di Simone. Sapevo che non dovevo farlo, ma ero così tanto disperato, e Dio sembrava non rispondere alle mie preghiere.
Albert accettò di aiutarmi dandomi una gran somma di denaro, più di quanto gliene avessi chiesto. Ma mentre mi dava il sacco tra le mani, mi disse che se Simone fosse sopravvissuto, avrei dovuto prostrarmi a lui e rendergli gloria come una divinità. Accettai accecato dal desiderio di rivedere mio nipote guarito, accettai senza pensarci troppo.
Comprai le medicine per Simone, gli stetti accanto ogni singolo giorno, pregavo e digiunavo, affinché tornasse finalmente in salute…»

Il principe azzurro è gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora