⚜Glicine, a te il mio sorriso⚜

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Con cuore pesante e animo leso, mi porto nel giardino presso una panca in calce sotto il chiarore della luna.
Pensieroso e turbato, ergono pensieri di ogni genere nella mia testa e ognuno di questi porta con sé tristezza e rancore.
Essi son più numerosi delle stelle in cielo, più gravosi della luna e più smossi delle nuvole.

Gli occhi miei non avranno riposo e la mia testa non giacerà sul cuscino finché le mie orecchie non avranno udito ciò che vorrei sentire, la porta della sua stanza è rimasta chiusa da molto e le mie viscere fremono ansiose alterando lo stomaco.

La mia gamba è agitata, i miei denti addentano le labbra e il mio cuore palpita lesto.

Mi pongo domande a cui non ho risposta, mi chiamo con nomi che non credevo di possedere e soppresso stringo la veste tra le mani. La torcio tra le dita come se stessi reggendo il dolore nel mio stomaco, stringo e sfrego frustrato formando dune e pieghe.
La mia gola è strozzata da un nodo di affiliazione, tra un respiro e l'altro mi colgono singhiozzi trattenuti con miseria, gli occhi pizzicano e le mie ginocchia si annebbiano.

Tuttavia per quanto io pianga, la realtà rimarrà la stessa. Nessun miracolo guarirà mia madre, il mio sangue guarisce ma non riporta in vita, la sua è in questo momento in pericolo e qualche goccia turchina non farà divario alcuno.

Mi sento inutile e colpevole.

Giunge per consolarmi il caro mio amico, che promettendomi di passare questa notte al mio fianco, ha ora indosso una delle mie vestaglie da notte.
Astergo dalle mie gote le lacrime versate con i lembi della mia veste, ma il gesto non sfugge dall'occhio suo, che avvilito e commiserevole si siede alla mia destra e con la mano mi asciuga una lacrima a me mancata.

«Vedrete che vostra madre si riprenderà»
Dice, ma io ferito di mestizia cerco forza nel suo braccio inzuppandolo di altre lacrime e mucosità.
«Se non dovesse? Che farei se lei non dovesse farcela?»
Carezza il mio capo e m'intima di placare le mie lacrime.
«Non dite così, vedrete che tutto andrà bene»

«Mihangel io ho paura, le guaritrici sono ancora nella stanza e fin'ora non ho ricevuto alcuna notizia»

Gli occhi del giovane a forza di restare prospetti ai miei si rattristano, così si portano lontani e si perdono nella meraviglia del giardino nel suo aspetto notturno.
Godendo delle sue carezze, ammiro con lui il prato e ogni elemento qui presente, dallo specchio d'acqua cristallino al salice piangente le cui ciocche danzan leggere.
Quanti bei ricordi serba quell'albero, quante meravigliose notti magiche trascorse sotto la sua folte chioma scura.
Baci, blandizie e risate.
Dal suo viso insabbiato di lentiggini ai suoi occhi color nube, cos'è che quel salice non ha?

Rivolgo infine gli occhi nuovamente a Mihangel, che è ora con il capo chinato e le dita intrecciate sulle ginocchia.

Che si sia addormentato per la stanchezza? Questa quiete e il canto delle creature notturne lo hanno cullato e fatto cadere nel sonno. Mio caro, è rimasto qui affinché mi tenesse compagnia in questo momento di tormento e tristezza, quanto ne ho riconoscenza.

Poiché non voglia ancora fare rientro, lo conduco verso di me per farlo riposare in una posa più comoda, ma egli si smuove e apre gli occhi.
«Tranquillo, puoi dormire sulla mia spalla»
Gli assicuro, ma lui scuote il capo e si regge indietro.
«Non stavo dormendo, vostra maestà»
Risponde.
«Allora cosa stavi facendo con il capo chinato?»
«Stavo pregando per vostra madre»
Risponde.
Perciò non stava affatto dormendo bensì pregando, chi era colui che come egli sembrava addormentato ma invece non lo era?

Una volta realizzato i miei pensieri corron svelti dal nome di quell'uomo a cui erano state mozzate le orecchie, il nome suo non mi è più sulla lingua ma la sua storia mi è nel cuore. Egli aveva due nipoti ma il più giovane dei due morì di malattia in età giovane. La sua morte venne accompagnata da lacrime e futili innumerevoli preghiere inaudite da colui a cui spetta salvare, se dunque è a questa figura che il mio amico ha rivolto le proprie preghiere, non dovrò né sperare né sospirar sollievo per un vicino adempimento.

Il principe azzurro è gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora