⚜Sulle orme del pastore⚜

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CAPITOLO 4⚘

Il sole conosce la sua ora e si è elevato portandosi via il dolore e l'amarezza di ieri come una veste. Nella notte la stoffa di Mihangel si è nutrita delle mie lacrime, le sue parole hanno consolato il mio animo leso e la sua mano ha continuato ad accarezzarmi il capo.

Ho trovato pace nonostante non ve ne fosse molta in me, grazie a lui sono riuscito a dormire sereno.
Mi sono alzato dal letto senza provare fatica, avevo le labbra del sole sul viso, le gemme di Mihangel rendevano la stanza ripiena di colori e mi sembrava di stare in un tempio sacro; le polveri si ergevano leggiadre e io ho creduto di star sognando ancora.

Ora la giornata è nel fiore della sua età, l'azzurro sopra di noi ha fatto del sole il suo ombelico e le sue braccia illuminano il nostro cammino.
L'aria è fresca e limpida, porta con sé l'effluvio di stagno ed erba cresciuta,
ci scuote entrambi dalla sonnolenza e ci spettina i capelli.

Nel mio stomaco trabocca la colazione preparata dalla madre di Mihangel, ho ancora la dolcezza del miele intriso nel latte sul palato e il profumo dell'uovo sotto il naso.

Gli scalpiti del cavallo colmano il silenzio tra me e lui, il cinguettio degli uccelli ci distraggono l'uno dall'altro, le labbra del vento sussurrano al mio orecchio e fa cascare il boccolo sul viso costringendomi ogni volta a sistemarlo.
Sia io che lui siamo quieti, ognuno medita in sé sui propri pensieri e non pronuncia parola.

I pensieri suoi saranno forse rivolti al suo comodo letto profumato di calla, per tutto il viaggio non ha fatto altro che sbadigliare e accasciarsi sul dorso del cavallo per sonnecchiare un po'. I miei pensieri invece sono dedicati tutti alla situazione che dimora al palazzo.

Avranno trovato quella lettera?

Oppure giace ancora sotto il mio cuscino come un velo di polvere sopra un libro dimenticato? Se fosse così allora si staranno solo domandando che fine abbia fatto e chissà, forse entrambi gli uomini che erano con me se la saranno date a gambe sollevandosi dai loro incarichi pur di non affrontare l'ira funesta del re e la regina.

Tuttavia, una volta fatto ritorno a casa, come farò a strappare una confessione da mio padre e mia madre? Il mezzo elfo ha ragione, perché fare ritorno se non ho neppure la chiara certezza che i miei genitori mi confesseranno la sorte che hanno imposto ad Hansel, li conosco bene, dove vira lei vira anche lui senza obiettare, proprio come un cane legato alla fune. Entrambi potrebbero mettersi d'accordo di non pronunciare parola, mi basterà corrompere uno per far cedere l'altra, ma sebbene non abbia il futuro in una sfera né sulla palma della mano; ritengo sia più giusto cominciare a cercare Hansel per mezzo del buon pastore.

«Mihangel, raccontami un po' di più di questo pastore. Egli può davvero aiutarci a trovare Hansel come dici?»

Domando sporgendomi per vederlo di profilo, egli dopo l'ennesimo sbadiglio si volta e si strofina l'occhio.
«Non lo conosco come un fratello...»
E soggiunge un altro sbadiglio dalla sua bocca, se ne avessi tenuto i conti ora mi sarei smarrito.
Sorride e si scusa per l'intoppo «Tranquillo» gli rispondo sorridendo.
Riprende a parlare ma la mia attenzione viene catturata dall'eleganza di una farfalla in volo mi concedo un po' di tempo per ammirare i suoi colori vivaci e invidiare la sua virtù.

Dopodiché ridedico il mio riguardo alle parole di Mihangel, oramai giunto a fine discorso.

«Perciò è anche comodo fare affidamento su di lui»
Per non fargli sorgere dubbi gli pongo un'altra domanda.
«Perché mai hai lasciato il gregge?»
Il ragazzo si volta e mi adocchia stranito.
«Ma ve l'ho appena detto, vostra maestà»
Risponde.

Il principe azzurro è gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora