⚜Garofano⚜

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«Eledhwen, cerca di comprendere il nostro volere, quando mai ho agito per ferirti? Quando mai ho compiuto qualcosa con l'intento di farti del male?»
Domanda lei emarginandosi nell'innocenza e parlando con voce pacata, ma io, ricolmo di frustrazione, sprigiono il mio rancore.

«E quando mai mi avete chiesto che cosa volessi veramente? Mi avete dato tutte le inutilità della terra ma mi avete tolto l'unica cosa che amavo di più! Mi avete ammazzato l'unica persona che era capace di farmi sorridere veramente! Mi avete portato via tutto! Vi detesto! Vi detesto tanto!»

La donna si alza e si avvicina con aria compunta verso di me, ma io la respingo e mi allontano il più possibile dal suo abbraccio e dal suo dannato ristoro.

«Eledhwen, non atteggiarti così ti scongiuro, ti vogliamo così tanto bene io e tuo padre che non faremo mai nulla per farti del male. Tuo padre lo ha fatto uccidere solo per tenerlo lontano da te e i tuoi pensieri, non vederlo come un atto malvagio»

Aggiro la stanza in modo da non finire tra le sue braccia e ricevere la sua consolazione, non la voglio attorno a me, mi rifiuto di farmi asciugare le lacrime dalle sue dita e non desidero affatto il suo calore.

«Vostro marito doveva morire! Non lui! Non il mio Hansel!»
Dico respingendola da me, ella aggrava il tono ed erge contro me il dito, offesa per le parole udite.

«Adesso non esagerare, bada a ciò che pronunci! Quel che dici è molto grave, come puoi augurare la morte a tuo padre?»

«Voi mi avete dato del bardasso! Avete dato del bardasso a vostro figlio!»

Ribatto urtando il margine della toeletta, e voltandomi scorgo i vari oggetti che ho appena fatto sobbalzare, tra cui un paio di forbici le cui lame sono rese più scintillanti con questo chiarore lunare, il mio occhio ne viene catturato e per poco il mio riflesso appare su di esse.

«Mi dispiace»

Dice lei avvicinandosi, mi coglie distratto e prima che possa reagire mi abbraccia conducendo la mia testa al suo petto.
«Che razza di madre sareste voi? Quale madre farebbe questo a suo figlio?»
esclamo dimenandomi, non ci voglio stare sul suo soffice e caldo petto, non voglio il suo amore e il suo conforto.

«Va tutto bene caro mio, non piangere più» sussurra dolcemente al mio orecchio e il fatto che la sua voce mi piaccia, anzi, mi fa impazzire, mi assale di frustrazione.

«Hansel... il mio Hansel, me lo avete portato via come niente»
Singhiozzo colpendola con deboli e inutili spinte, ma non posso, le mie forze mi stanno abbandonando e l'incantesimo del suo abbraccio accresce.

«Figlio mio, l'amore che io e tuo padre proviamo per te è immenso e mai potrai comprenderlo. Non faremo mai nulla di male a te, mai»
dice accarezzandomi i capelli e tenendomi stretto tra le sue braccia, con la guancia appoggiata al suo petto oramai inzuppato di lacrime, così soffice e caloroso e profuma come un letto di fiori.

«Mi avete privato del mio tutto, mi avete ucciso assieme a lui senza alcuna pietà...»

Aggiungo lasciando che la sua mano affondi nei miei capelli e che le sue piccole labbra bacino la mia fronte, odo il battito lesto e agitato del suo cuore contro il mio orecchio, chiudo gli occhi e respiro profondamente affinché possa udire il suo organo percuotere il suo animo.

«Oh caro, noi siamo il tuo tutto...» dice
«Quello schiavo non era niente»

Improvvisamente, il suo nome pronunciato invano e ragguagliato al nonnulla, provoca in me un'amara e violenta reazione, completamente fuori di senno e posseduto da un gran fervore di rabbia, mi sprigiono dal suo abbraccio spezzando l'incantesimo e scacciando un ringhio furioso, che vien poi susseguito da un pesante silenzio mortale.

Il principe azzurro è gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora