Farai il bravo?

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«Allora...A domani.» Disse Gerard, sorridendo. Era appoggiato allo stipite della porta di casa sua.

«A domani principessa.» Lo salutò il più basso. Lui emise una risata leggera. Non gli dava fastidio il fatto che lo chiamasse principessa, anche se per scherzo. Era carina come cosa.

Carina? Davvero, Gerard?

Corrugò le sopracciglia, tornando a concentrarsi sull'amico.

«Gee, non entri?» Si sentì la voce di Mikey dall'interno dell'abitazione.

I due si guardarono, prima di darsi un abbraccio veloce, freddo. Si sentivano osservati, quasi potessero venir sorpresi da un momento all'altro a fare cose sconce. Frank si staccò per primo, iniziando a camminare verso casa senza aggiungere altro.

Si era ricordato di suo padre.

Gli aveva disubbidito, e in più molto probabilmente ce l'aveva con lui per l'aver dormito con Gerard.

Non sarebbe stato un bel rientro.

Camminava spedito, la testa nascosta nel bavero della giacca, lo zaino su una spalla.

Un piede davanti all'altro, faceva vagare lo sguardo qua e là. Senza nemmeno accorgersene le sue labbra si incurvarono. Gerard non era male in costume.

Datti un contegno.

Non sapeva da dove quella constatazione fosse saltata fuori, ma era buffa come cosa. In effetti, si sentiva attratto da Gerard. Non era mai capitato prima, con nessuno.

Non voleva torturarsi pensando a cosa volesse significare, almeno, non ora, non era pronto. Eppure lui gli mancava già. Era normale? Doveva preoccuparsi? Le voci che girvano su di lui erano vere?

Anche prima che tutto questo accadesse veniva chiamato checca, Pansy, e quant'altro. E se le persone avessero ragione sul suo conto?

Impossibile. Molto probabilmente era solo curioso, e gli ormoni stavano impazzendo, e alla fine Gee non gli dispiaceva.

Tentò di tornare in sé.

Continuava ad avere alti e bassi. Il momento prima lo baciava sulla guancia, ci dormiva insieme, lo chiamava principessa, quello dopo si diceva che non era niente.

L'amico invece sembrava leggermente meno indeciso. Aveva già dimostrato quanto tenesse a Frank, facendosi picchiare, facendo in modo che Dylan venisse sospeso.

Era tutto troppo veloce.

Arrivò a casa, e aprì la porta tentando di fare meno rumore possibile. Si guardò intorno.

Suo padre non c'era. Sospirò, sollevato.

Non che la questione fosse chiusa.

Probabilmente aveva il turno di notte, e il giorno seguente lo avrebbe certamente costretto in cucina per dirgli quanto disgustoso fosse quello che, a suo parere, stava combinando il figlio.

Corse in camera sua, e si tolse gli abiti per poi indossare una T-shirt larga vecchia di anni. Lui lo chiamava "pigiama", suo padre lo chiamava "vecchio straccio". Con Gerard aveva avuto la decenza di non rimanere solo in boxer e maglietta, ma ora poteva farlo.

Si buttò sul letto, le mani sui capelli. All'improvviso il terrore lo travolse. Letteralmente. E se suo padre gli avesse davvero voluto proibire di vedere Gerard?

Doveva distrarsi. Non vedere Gerard, alla fine, significava anche non vedere più Mikey e Ray. Gli unici suoi amici.

Certo, eccetto Marceline. Ma lei stava diventando troppo insistente per i suoi gusti. Aveva sperato la questione fosse stata chiusa alla prima ora, e invece lei sembrava determinata a scovare la "nuova fiamma del suo amore non ricambiato". Un'altra ondata di terrore.

Cosa avrebbe fatto se si fosse fatta anche lei strane idee sul rapporto che aveva con Gee? Lo avrebbe umiliato come tutti?

Lentamente, andò verso la sua chitarra.

Pansy. Dopo averla tirata fuori dalla custodia accarezzò gli adesivi che formavano la scritta.

Un giorno, se avesse fatto successo, la sua Pansy sarebbe stato un modo per farsi beffa di chi lo prendeva in giro alle superiori. Come a dire "Guardatemi, guardate il frocio quanta strada ha fatto". Purtroppo non aveva ancora fatto né strada né successo.

Suonò per circa mezz'ora, totalmente preso. Erano solo le otto quando le palpebre divennero troppo pesanti perché gli occhi potessero restare aperti. Non si era nemmeno accorto di quanto fosse stanco.

Prima che potesse mettere via la chitarra, stava già dormendo.

-

La mattina seguente Gerard scese subito in cucina, il sorriso sulle labbra. Mikey, ovviamente, era lì. Stava diventando abitudine ogni mattina sedersi e parlare di cosa succedeva nella testa del maggiore.

La sera non avevano parlato, o meglio, Mikey non aveva parlato.

Gerard si appostò dietro di lui, poggiandogli le mani sulle spalle.

«Domani!»

Michael si strofinò gli occhi, assonnato.

«Domani cosa?»

«Domani c'é la gara!» Lo abbracciò da dietro. Il minore inevutabilmente sorrise, nel vederlo così allegro.

«Non sembri in ansia.»

«Beh,» il ragazzo coi capelli neri iniziò a prepararsi un caffé «Frank mi ha aiutato molto, sai?» Disse mostrando tutti e trentadue i denti.

«Oh...Che avete fatto?» Improvvisamente scattò sull'attenti, posizionandosi meglio gli occhiali. Gerard bevve un sorso del liquido scuro. Scrollò le spalle.

«Gee...»

«Ti preoccupi troppo secondo me, Mikey. Abbiamo nuotato, eravamo in una piscina, nelle piscine si nuota, non si fa sesso violento.»

Rise, e il biondò arrossì, guardando in basso verso la sua ciotola di cereali.

«Uh, ehm, okay allora.» Si grattò la nuca.

«Comunque» Proseguì il più grande «Frank pensa che tu lo odi.»

«Ma io non lo odio.» Mikey alzò un sopracciglio. «Sono solo un po'...scettico.»

«Non dovresti esserlo.»

«Mi preoccupo per te.»

«Non dovresti, so cosa faccio.» Si guardarono negli occhi. Entrambi sapevano che invece non ne aveva la minima idea. Sapevano che era confuso.

«Okay. Forse non so cosa faccio. Ma in ogni caso, sii gentile con lui. É nostro amico da tanto tempo.»

Mikey scosse la testa.

«Ma Gerard, le cose stanno cambiando, se tu ti facessi del male per lui...»

Il fratello scosse la testa.

«Non sai quanto mi sta aiutando, quanto mi fa star bene. So gestire le mie emozioni. Ti chiedo solo di non trattarlo quasi fosse uno straccio.»

Il biondo evitò il suo sguardo.

«Mmmh.»

«É un sì?»

«Mmmh.»

Il più alto ghignò.

«Farai il bravo?»

«Sì.» Sorrisero entrambi.

«Bene, allora possiamo andare.»

***

Dead!

Oh, uhm, questo é ufficialmente il primo blocco che ho da quando ho iniziato la storia. Ho in mente cosa scrivere dopo, ma non cosa scrivere per arrivarci.

Quindi, uhm, é per questo che il capitolo é scarno ed é uno schifo. Ma per arrivare dove voglio é necessario. Perdonatemi.

Cooomunque, domani é domenica, e dovrei aggiornare. Ye.

||A||

I'm not o-fucking-kay.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora