Liquidi Arancio.

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Gerard non era mai stato bravo in chimica.

I suoi voti erano decisamente pessimi.

La stessa cosa valeva per Frank.

Lui amava sperimentare, mischiare sostanze.

Purtroppo, il 90% delle volte le mischiava totalmente a caso, provocano reazioni indesiderate.

Gerard rimase distratto per tutto il resto della lezione.

L'aula era avvolta dal silenzio più totale, fatta eccezione per alcuni bisbigli.

L'amico era dietro di lui, vicinissimo.

Gli sembrava di sentire il suo respiro.

Aveva il fiatone, forse per arrivare lì si era messo a correre.

L'aria sembrò farsi più pesante. Gli sarebbe piaciuto girarsi e osservarlo, guardare cosa stava facendo.

Scosse la testa ripetutamente.

Che mi prende?

Si sentiva strano, quasi...attratto da Frank.

No, doveva per forza essere solo una sua impressione.

Non era mai successo prima.

Allora perché il contatto con la sua pelle fredda l'aveva scosso così tanto?

Dannazione, gli aveva solo sfiorato il petto!

Tentò di concentrarsi sulle boccette multicolore che aveva davanti.

Gli tremavano le mani.

Percepiva alle sue spalle Frank trafficare con le fialette, facendole tintinnare.

Sorrise.

Stava facendo un casino assurdo, era l'unico a rompere il silenzio.

Frank prese una fialetta dal colore rosa.

Scrutò tutte le altre, e ne trovò una gialla.

«Potrebbe andare...» Sussurrò.

Le prese, la rosa a destra, la gialla a sinistra, e iniziò a versarle in un contenitore, poco a poco.

Strizzava gli occhi in continuazione, bruciavano da morire.

Nel tentare di mettere la mascherina se l'era fatta rimbalzare addosso.

Il risultato della miscela fu una sostanza arancione, simile ad aranciata.

Beh...

L'annuso, era inodore.

Se la portò alle labbra, e bevve un sorso.

Se ne pentì subito.

«Iero, tutto a posto?» Domandò il professore.

Frank aveva le guance gonfie, piene di quel liquido.

Non aveva intenzione di ingoiare.

Gerard si girò verso di lui, con aria interrogativa.

Lui lo fissò spalancando gli occhi, come a dire "Che faccio?"

L'amico fece spallucce.

Allora, estremamente disgustato, prese forza e ingoiò il liquido.

Si pulì subito la bocca col dorso della mano.

«Si, ehm, si, tutto okay prof.»

Guardò in malomodo la sostanza.

Fanculo.

-

Ray e Mikey in quel momento erano in biblioteca.

Avevano un'ora buca, e di solito si rifugiavano lì.

Ray adorava sedersi sulle poltroncine con le rotelle e girare su se stesso.

Lo faceva finché non gli veniva voglia di vomitare l'anima.

Si sentiva come in una centrifuga, e gli piaceva un sacco.

Sembrava che lui fosse l'unica cosa stabile, come se fosse il mondo a girare veloce e impazzito, mentre lui rimaneva immobile.

In realtà, quello che sembrava pazzo era lui.

Veniva spesso preso per quello strambo, quello che faceva cose strane, coi capelloni, che mangiava i gessetti.

A lui non importava.

Era curioso, voleva sperimentare ogni cosa.

E se a gente lo trovava strano, non era perché lui lo fosse davvero; semplicemente, erano gli altri ad essere diversi da lui.

Si fermò, vedeva tutto oscillare.

Si era perso nei suoi pensieri.

Forse questa volta si era messo a girare un po' troppo.

«M-Mikey...»

Tentò di chiamare l'amico, in preda al mal di testa.

Questo lo raggiunse, con un libro in mano.

«Che hai?»

«Aiutami...»

«Ray, stai bene? Cosa succede?»

«Bagno...»

Quando Mikey realizzò cosa gli stava dicendo, le sue scarpe ormai erano già state imbrattate con quel che era stato il pranzo di Ray.

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