Mikey, l'ho distrutto, non è così?

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[I'LL KEEP YOU SAFE]

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Vaffanculo.

Per quanto lo ripetesse, non poteva convincersi, non poteva fare proprio quel mandare al diavolo Gerard.

Gli aveva mentito.

Punto primo, non lo amava. Punto secondo, da quello che aveva capito, non era mai stato nemmeno suo amico, o almeno, non come lo era stato per lui.

Era ancora inginocchiato sul pavimento.

Non aveva voglia di alzarsi.

Aveva freddo. Ma le coperte erano al piano di sotto, e oltre che alzarsi, avrebbe dovuto fare le scale e scendere fino in salotto e aprire il cassettone e tirarne fuori una.

E Dio, era davvero troppo, se l'unica cosa che voleva fare era sprofondare.

Non voleva andare a scuola, il giorno dopo, nè quello a seguire. Voleva giacere lì. Ma non poteva. Non aveva la febbre o tantomeno una scusa.

Le dita non avevano lasciato la presa sui suoi capelli, solo che ora accarezzavano il punto i cui Gerard gli aveva lasciato quel bacio veloce. Un bacio sofferto, gli sarebbe piaciuto dire, ma aveva perfettamente afferrato il concetto: non gliene fregava nulla, era il suo giocattolino.

Ma, essendo un giocattolino con delle fottute emozioni, doveva trovare un modo per tenerlo a bada, no? E cosa c'era di meglio, se non dirgli di amarlo?

Si sentiva una stupida adolescente alle prese col suo primo amore, troppo confusa ed emozionata per rendersi conto che il suo perfetto e sincero fidanzatino era tutto meno che sincero.

Che poi, loro due, nemmeno erano fidanzati.

La cosa rendeva il tutto più patetico.

Tirò su col naso, sbattendo più volte le palpebre, sentendosi le gote umide. A malincuore, rimosse una mano dai capelli e se la passò sul viso, togliendo i residui di lacrime. Inutile, visto che in ogni caso non aveva ancora smesso di piangere.

Si sentiva così debole. Una femminuccia.

Si sentiva tradito.

Aveva messo in dubbio la sua sessualità, la sua amicizia con l'altro, per ritrovarsi con una sensazione angosciante nel petto.

Era durata troppo poco. Quella cosa, quell'esperimento, era durato troppo poco. Troppo poco, e con troppi intoppi.

Ed era su tutte le furie. Qua quello che aveva rovinato tutto era solo Gerard, sempre se per lui un "tutto" ci fosse mai stato.

Lui non gli aveva parlato per due settimane.

Lui era tornato dal niente.

Lui gli aveva dato false speranze.

Lui lo aveva usato.

Lui gli aveva sbattuto in faccia la verità.

Lui, lui, lui. E ora stava male, e si sentiva uno straccio, e gli sarebbe tanto piaciuto rigettare proprio lì, proprio sul pavimento di camera sua, e tutto questo non bastava per odiare una persona? Tutto questo non bastava a sovrastare l'amore basato su illusioni?

Evidentemente no. Rise a se stesso, perchè no, non lo odiava. E ora che lo aveva lasciato in quello stato, l'amore che provava nei suoi confronti cresceva esponenzialmente, man mano si rendeva conto che non ci sarebbe potuto essere un futuro "noi", un futuro "Gerard e Frank". Immaginò come sarebbe potuto essere il loro nome di coppia. Gerk? No. Genk? Grank? Frard? Dio, no, no, no. Erano orribili. Si sforzò. Frerard.

I'm not o-fucking-kay.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora