Innocent blood will spill tonight

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Era riuscito a scappare dalla clinica in cui lo avevano internato. La gente lo aveva creduto pazzo, una volta rese pubbliche le motivazioni che lo avevano spinto ad allearsi con un essere crudele ma altrettanto stupido, come Lord Valkar. I cittadini stufi di ciò che stava accadendo,avevano cacciato la sua intera famiglia a pedate; mentre lui era stato direttamente internato in un istituto di igiene mentale, nel quale, aveva vissuto per diciotto lunghi mesi fino al giorno della sua fuga. Ci avevano provato in tutti i modi possibili a farlo "guarire" dal suo male, ma invano. La sua ossessione per qualcuno che non avrà mai, era addirittura peggiorata, poiché aveva molto più tempo libero per pensare incessantemente a lui.

In quel preciso momento , Victor si era lanciato sull'erba fresca voltando lo sguardo ormai vuoto verso il cielo assaporando la sua riconquistata libertà. Avrebbe scoperto dove si trovava Jimin ed anche a costo di usare la forza, lo avrebbe fatto suo. Ma prima si sarebbe ripreso la sua città.

E lo avrebbe fatto proprio quella notte.

Rise per i suoi pensieri. Era proprio diventato matto a star rinchiuso in quel posto.

"Ma io sono non sono matto." Pensò nuovamente , mettendosi a ridere fino alle lacrime.

"Si, sono proprio matto, invece."

Dopo di che, diede fuoco ad un pezzo di carta con un vecchio accendino rubato poco prima alla guardia a cui aveva spezzato il collo per fuggire , scatenando un incendio in mezzo al bosco. Egli avanzò lasciando una scia di fiamme verso la città .Quando giunse dinanzi la sua vecchia casa, s'intrufolò attraverso un passaggio segreto nel cortile. Conosceva quel posto come le proprie tasche e sapeva anche chi ci vivesse ora; Seung , il capo dei ribelli e sua moglie.

"Avete i minuti contati." Sussurrò fra sé e sé.

Vagó, per un paio d'ore alla ricerca della loro stanza e quando la trovò , vi entrò silenziosamente ed estrasse dalla tasca della propria felpa, un lungo coltello da macellaio trafugato dalla cucina.

Una coltellata , due ,tre .. dieci: No non erano abbastanza , per convincersi che le sue vittime erano morte. Continuò ad affondare quella lama finché non fú pienamente soddisfatto e le pareti ormai trasudavano sangue. Poi ad atto compiuto , saltó indisturbato dalla finestra lasciando dietro di sé una scia di sangue. Tolse i vestiti sporchi e gli diede fuoco, dopo di che, si mise addosso degli abiti puliti che aveva portato con sé e gettò l'arma del delitto in un fiume. Nessuno l'avrebbe mai trovata, ed anche se fosse successo , l'acqua avrebbe lavato via ogni traccia.

"Ora non mi resta che trovarti Jimin, caro." Disse pensandolo, un po' troppo ad alta voce.

Il mattino seguente , il governatore di Decadence e sua moglie , vennero trovati dalla domestica , la quale , shockata chiamó subito la polizia.

L'unico a sopravvivere a quella tragedia fu Soobin , il loro bambino di pochi mesi , il quale, ancora dormiva placidamente non sapendo che non avrebbe mai più rivisto i volti dei suoi genitori naturali. Il piccino, non avendo altri familiari in quanto tutti loro morirono eroicamente durante la rivolta civile.Venne affidato invece alle amorevoli cure di Namjoon e Jin , i quali, desideravano da tempo avere un piccolo bambino da coccolare.

Naturalmente a loro dispiacque che il piccino, venne privato della possibilità di vivere con la sua vera famiglia , ma avrebbero provato a dargli il meglio che potevano in quanto , nuovi genitori del piccino.

Per loro, fu amore dal primo momento che gli venne dato in braccio e probabilmente fu altrettanto per lui dal momento che li accolse, sorridendo e gorgogliando.

"Beh adesso...Possiamo dire di aver realizzato il tuo sogno di diventare padre , Joonie." Disse il più anziano della coppia, il quale, lo stava tenendo in braccio.

"Si ma a che prezzo.. Jinnie. Conoscevo queste due persone. Erano così buone e gentili. Hanno fatto tanto per la città allo scopo di proteggere il piccolo." Rispose tristemente, guardando una loro foto incorniciata sulla mensola, ch'egli prese di nascosto, mettendola in tasca.

"Quando sarà grande , gli diremo la verità. Adesso pensiamo a prenderci cura di lui,come avrebbero fatto loro." Disse , poggiandogli una mano sulla spalla con l'intenzione di consolarlo.

"Si.. starà bene , avrà persino un amico con cui giocare." Disse sorridendo , asciugandosi le lacrime.

"Andiamo , portiamolo via da qui. Un bimbo non deve vedere queste cose." Sussurró all' orecchio del compagno, trascinandolo via dall'abitazione.

"Hai ragione, torniamo a casa..."Disse il ragazzo dai capelli perlacei, stringendogli la mano.

Poi, Si avviarono tranquillamente verso la casa, ignari che proprio il colpevole li stesse osservando da dietro un cespuglio.

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