A strange Afternoon

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Quel pomeriggio , Jimin decise di uscire insieme ai suoi amici. Era una bella giornata ,secondo lui. Il cielo si stava annuvolando quindi non c'era traccia di sole nonostante iniziasse davvero a fare caldo, ma poco prima di annunciare l' idea, sua madre, entrò  in casa e notando i tre ragazzi, di cui uno  letteralmente spalmato addosso al figlio, fece una faccia schifata e se ne andò in camera sbattendo la porta senza salutare.

" Che ha tua madre ?" Chiese uno dei ragazzi, notando l'atteggiamento poco educato di quest'ultima , nei loro confronti.

" Che ne so Tae,prima si lamenta perché dice di farmi una vita, me la faccio e fa lo stesso storie." Rispose il ragazzo irritato per ciò che successe poco prima.

" Allora usciamo ? Non ci voglio più stare qui dentro."  Propose poco dopo, alzandosi dal divano. Gli altri si guardarono e annuirono sapendo che fosse il modo migliore per farlo rilassare un po'.

Quando furono fuori casa, la madre del ragazzo uscì dalla camera , controllò minuziosamente ogni parte della casa ed una volta assicuratasi che non ci fosse nessuno , prese il telefono e fece una chiamata.

Ne rispose poco dopo una donna,dal tono seccato.

" Cosa vuoi ? Ti avevo detto di non chiamarmi più." Disse questa .

" La storia si sta ripetendo. Vedi di fare qualcosa." Rispose la madre di Jimin riattaccando velocemente.

Nel frattempo, i quattro ragazzi ignari di tutto camminavano indisturbati per le strade della città , attirando l'attenzione della gente che li guardava con sospetto o ritirandosi al loro passaggio.

Il blu s'accorse che qualcosa non andava , soltanto quando un signore si alzò  dalla panchina  con camminata leggermente strascicata ,mentre loro erano semplicemente seduti a chiaccherare e con fare minaccioso si avvicinò a loro , alzando il bastone da passeggio per colpirlo.Ormai era abituato alla violenza gratuita nei suoi confronti da parte dei suoi coetanei, si era persino scordato del motivo per cui lo facessero e per un certo periodo pensó che qualsiasi esso fosse, se lo meritava. 
Ma non se lo sarebbe mai aspettato da qualcuno che non conosceva. Egli rimase impietrito e chiuse gli occhi , aspettando un colpo che mai arrivò , perché una mano , appartenente a  Yoongi velocemente bloccò il bastone dell'uomo reo dell'azione violenta per poi spaccarlo con forza. Lasciando Jimin interdetto ,mentre quello inizió ad avere una crisi isterica.

" Andate viaaa!!! Non vi vogliamo qui! Non lo avete capito?" Urlò costui , cercando ancora una volta di aggredire il ragazzo senza alcun motivo apparente.

" Cosa le dà esattamente fastidio? Non stiamo facendo nulla di male, la piazza é di tutti, mica l'ha comprata." Rispose il ragazzo dai capelli argento,mettendosi davanti al suo amico d'infanzia per proteggerlo.

" Voi date fastidio , razza di criminali! Non vi basta aver fatto sparire tutte quelle persone?" Urlò più forte l'uomo , attirando ancora di più l'attenzione dei curiosi che già si erano riuniti a guardare la scena divertiti , senza l'intenzione di intervenire.

" E cosa le fa pensare che siamo noi i colpevoli? Ha delle prove?" Domandò questa volta in modo calmo. Non voleva perdere le staffe davanti a tutte quelle persone, soprattutto non davanti a Jimin che non sapeva ancora niente.

" No , ma il vostro abbigliamento e il colore di capelli la dice lunga su che persone siete. Ora levati fammi dare una lezione al vostro capo." Disse cercando di spostarlo con l'intenzione di colpire il ragazzo che stava proteggendo.

 Fu quando lo guardò  bene negli occhi che   capì subito cosa stava succedendo.

Le sue pupille  non emettevano vita come quelle del suo Jimin .

Esse erano, spente come se la morte fosse sopraggiunta su di lui da  un po' di tempo.

E la conferma , di ciò che pensava venne proprio quando  egli mosse il collo e vide un grosso foro sulle sue carni di colore nero. 

L'uomo che li stava aggredendo , non poteva agire di volontà propria perché era in realtà, un cadavere governato da una forza abbastanza potente da essere molto distante. 

Anche la voce risultava innaturale per un uomo di  ottant'anni, sembrava proprio quella di una persona giovane.

Doveva fare qualcosa per uscirne senza dare nell'occhio.

Yoongi ,si concentró un attimo affinando i suoi sensi ed udì poco distante , dei piccoli animali muoversi ed egli li chiamò .

Poco dopo, arrivò un branco  molto numeroso di gatti selvatici che attaccarono con furia il corpo dell' uomo ,arrivando a strapparne le carni marcenti da sotto i vestiti.

I presenti inorridendosi alla vista scapparono via. C' era chi addirittura svení o vomitó nel mezzo della fuga.

" Jimin , chiudi gli occhi" Gli disse, mentre  con una forza inaudita tirò un calcio all'essere facendogli volare la testa.

Il ragazzo dai capelli blu non disse nulla , troppo shockato dalla scena che si presentava sotto i suoi occhi.

Troppo surreale per essere vera.

Sembrava di vivere uno strano incubo.

" Te l'avevo detto di chiuderli. Ora andiamo a casa nostra, così parliamo di ciò che è successo. Non  volevo dirtelo in questo contesto ma sono costretto." Gli  disse dolcemente, sollevandolo per poi prenderlo in braccio a mo' di sposa.

Egli  di conseguenza,si strinse a lui cercando  la sua protezione.

Il ragazzo dai capelli argentati ,richiamò gli altri con un gesto e questi si alzarono partendo a gran velocità,  verso la loro dimora, al sicuro nel bosco.

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