40.È persa di te, come tu lo sei di lei

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BLAKE'S POV
Cinque giorni.

Cinque fottutissimi giorni che Phoebe non mi rivolge la parola.

Sembra di essere ritornati a due anni fa.

Lo ammetto.

Sono stato un emerito coglione a trattarla in quel modo, rifilandole delle risposte del cazzo.

Ancora non capisco perchè perda tempo dietro a me.

Insomma, sono un cazzo di casino.

Quando ho deciso di rientrare nella vita di Phoebe ero già a conoscenza di quali sarebbero state le conseguenze, ma me ne sono altamente fottuto. E adesso sto scontando tutto.

E non solo io.

Quella che probabilmente sta più male fra i due, è lei.

Anche se nemmeno io scherzo.

Mi manca sentire la sua risata, il suo profumo e mi manca stuzzicarla.

Perchè sì, quello che ho sempre fatto è stato stuzzicarla.

Vedere come arriccia il naso quando è infastidita da qualcosa o, come le si illuminano gli occhi quando è felice e di come le sue bellissime labbra piene si pieghino all'insù, tanto che mi viene voglia di baciarla fino allo sfinimento.

Ormai è evidente anche alle nostre famiglie che c'è qualcosa di più tra me e lei, solo che siamo entrambi troppi orgogliosi da confessare i nostri sentimenti.

E io sono troppo coglione perchè so che prima o poi combinerò un casino con lei.

Mi piace, cristo se mi piace quella ragazza, ma i miei sbagli non mi permettono di dirglielo.

Ogni volta che sono sul punto di confessarglielo, mi mordo la lingua e penso che per il suo bene è meglio che non complichi le cose.

Ma poi la mia coscienza mi ricorda che ormai è tutto finito, e che merito anche io di essere felice, magari con Phoebe al mio fianco.

Anche se la paura che quel coglione possa fare ritorno in città, è un punto fisso nella mia mente.

E adesso eccomi qui.

Incantato come un idiota, mentre guardo una bellissima ragazza che scia.

O almeno, ci prova.

La cosa bella di Phoebe è la sua schiettezza, la stessa che a volte mi fa saltare i nervi, ma anche la sua genuinità e quell'essere perennemente iperattiva.

Quella ragazza sarebbe capace di sprizzare energia da tutti i pori persino alle tre di mattina, dopo un'estenuante giornata di lavoro.

Un senso di fastidio si fa largo dentro di me quando Adam, il suo istruttore, le poggia delicatamente le mani sui fianchi, cercando di non farla cadere con la faccia sulla neve.

Stringo i pugni lungo i fianchi, prendendo enormi boccate d'aria e, tentando di regolarizzare il respiro.

Inutile dire che sono geloso.

Geloso marcio.

E me ne frego che sia fidanzato, Adam deve stare come minimo a due chilometri di distanza da Phoebe.

E se non lo farà, in tal caso gli farò fare un bell'ordine restrittivo.

Sono esagerato?
Forse sì.

Vedo Phoebe rivolgergli un sorriso smagliante, ma nei suoi occhi non c'è traccia di entusiasmo, forse perchè è ancora triste per tutto il casino che ho combinato.

E se ci ritrovassimo?Where stories live. Discover now