28.Stai marcando il territorio Collins

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01/12/2012

Quel giorno.

Quel fottutissimo giorno, in cui una parte di me era volata in cielo, con la sua anima.

Una parte di me che era ormai morta.

Da quel giorno non sono stata più la stessa, e un po' mi manca.

Mi manca sorridere spensieratamente...

Mi manca la sua risata...

Mi mancano le favole della buona notte, che da piccola mi raccontava...

Mi manca tutto...

Mi manca lui...

Accarezzo delicatamente la foto posta sulla lapide, socchiudendo gli occhi, per evitare che le lacrime scendano copiose dai miei occhi.

Sono ormai sette anni che non c'è più, ma ogni volta che penso a lui, sento una fitta all'altezza del cuore farmi male.

Una volta riaperti gli occhi rileggo per la millesima volta le scritte incise sul marmo.

Peter Davidson
14/06/1975 - 01/12/2012

Il mio papà.

Vorrei urlare a squarcia gola quanto mi manca, a costo di raggiungerlo lassù e litigare con Dio gridandogli che serve più a me che a lui.

Vorrei poter vederlo un'ultima volta e dirgli 'adesso la tua Phoe-Phoe non è più piccola, puoi raccontarle quella storia che le avevi promesso le avresti raccontato una volta cresciuta?'.

Invece no.

Un grande tuono spezza la quiete che si era creata.

Penso di essere l'unica che di mercoledì mattina, invece di trovarsi a scuola si trovi in un cimitero deserto.

Alzo lo sguardo verso il cielo e noto dei grandi nuvoloni neri avvicinarsi sempre di più, segno che fra pochi minuti pioverà.

Mi alzo svogliatamente da terra, spolverando i jeans sdruciti, per poi lasciare un'ultima carezza alla foto di mio padre.

Le emozioni prendono possesso di me, e non posso fare a meno di piangere.

Le prime gocce di pioggia cominciamo a scendere dal cielo, mischiandosi alle mie lacrime.

Prendo un grande sospiro per poi correre nei piccoli vialetti del cimitero, cercando di raggiungere il grande cancello all'entrata, bagnandomi.

Stamattina, ero uscita di nascosto di casa.

Non avevo avvisato nessuno.

Avevo lasciato il telefono sul comodino di camera mia, così che nessuno sapesse dove trovarmi.

Volevo stare sola.

Una volta fuori, mi piego sulle ginocchia per poter prendere fiato.

Una cosa è certa, devo riprendere a correre, non sono più allenata.

Quando alzo la testa, caccio un urlo talmente forte che penso di aver svegliato tutti i morti presenti nella struttura.

"Cristo! Ma volevi uccidermi?" mi asciugo una gocciolina di sudore sulla tempia, che mi fa storcere il naso.

Fantastico!

Non solo ho due occhi gonfi quanto palloni da basket e sono completamente fradicia...

Puzzo anche!!

"Che ci fai qui?" continuo alzando un sopracciglio con fare scettico.

Davvero! Non capisco perchè Blake sia qui.

E se ci ritrovassimo?Where stories live. Discover now