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Jimin riuscì ad uscire dal bagno attraverso la finestra. Ringraziò Dio che la stanza si trovasse al piano terra. Preso dal panico, mentre gli altri ragazzi cercavano di entrare nel bagno da cui lui era appena scappato, fece il giro del campus e prese le uniche scale che portavano sul tetto. Era sicuro che stesse succedendo qualcosa ad Ayano, ma non voleva farsi sopraffare dal panico più di quanto non lo fosse già.

È tutta colpa mia.

Pensò. Doveva sapere il rischio che stava facendo correre ad Ayano mettendosi insieme a lei, ma fu fiducioso in Rose, e soprattutto venne preso dall'attrazione e dall'amore che provava per la ragazza.

Quando arrivò alla porta del tetto provò ad aprirla, invano.
"Ayano! Sei qui?" Nessuna risposta. "Ti prego cazzo! Dimmi che non è successo niente!"
I suoi occhi cominciarono ad inumidirsi per il silenzio in sua risposta. Cominciò a sbattere la spalla contro la porta, fino a farsi male e a non poter continuare.
La porta era stata chiusa da dentro, sì, ma qualcuno si era portato via la chiave.

Nel mentre, Ayano si trovava dall'altra parte della porta dove si sentiva sbattere, ma non poteva fare nulla. L'uomo la teneva in ostaggio, non più con un semplice coltello che sfiorava la sua gola, ma con una pistola piantata sulla tempia.
Secondo lui aveva parlato troppo.

Il suo compito non era certo ucciderla, ma far spaventare a morte Jimin e costringerlo a fare le cose che Rose gli avrebbe detto.

"T-ti prego..."
Sussurrò Ayano.
L'uomo, stufo dei suoi lamenti e dello sbattere alla porta da parte di Jimin, con sempre la pistola puntata sulla tempia della ragazza, si avvicinò il giusto alla porta per aprirla, per poi allontanarsi con lei di scatto.

Ayano scorse immediatamente Jimin in preda al panico e con le lacrime agli occhi, impaurito che le succedesse qualcosa. Vedendolo così, anche lei cominciò a singhiozzare in silenzio.
"T-ti prego...lasciala andare..."
Disse Jimin con la voce tremolante, mentre si asciugava le lacrime appena scese.

"Non posso amico. Fa quello che dice Rose, e lei sarà lasciata andare."

Jimin si avvicinò lentamente, mentre l'uomo indietreggiava con la ragazza.
"Se ti avvicini le sparo!"

"N-no ti prego! Cosa devo fare?"
Annunciò Jimin, arrendendosi.

"Lo sai già, credo. Metterti con lei, di nuovo."

A quelle parole, Ayano strabuzzò gli occhi.

Che ha detto?!

Che cazzo ha detto?!

Jimin guardò la ragazza.
"C'è sempre una soluzione Jimin.." mimò lei con le labbra. Avrebbe preferito morire che vedere il ragazzo che ama più di se stessa con un'altra.

"V-va...va ben-"
Jimin stava per accettare la richiesta. In quel momento non trovava un'altra soluzione come Ayano gli aveva consigliato. L'unico modo per salvarla sarebbe stato mettersi con Rose.
Quando però Ayano cominciò a sentire la peggiore frase che in quel momento poteva sentire, l'ira prese il sopravvento. Utilizzò, per la prima volta nella sua vita, le tecniche che suo padre le aveva insegnato per difendersi in questo genere di occasioni. Con un gesto veloce, fece saltare la pistola che l'uomo le stava puntando e la prese al volo. Si allontanò velocemente e si mise di fronte a Jimin; sbalordito, come l'uomo vestito di nero.

Ayano puntò la pistola contro l'uomo.
"Non ti avvicinare!"

L'uomo, di certo non voleva farsi fermare da una ragazzina, e prese il coltello che aveva intascato.
"Se ti avvicini sparo!"

L'aggressore, a quest'affermazione, ridacchiò. Come poteva una ragazzina come lei usare una pistola? O addirittura sparare ad una persona? Impossibile.
Si avvicinò lentamente, ma Ayano non voleva permetterglielo. Jimin e lei si allontanavano sempre di più.
Riusciti ad arrivare alla porta, Jimin afferrò Ayano per un braccio e quando furono dentro chiusero la porta. Questa mossa di certo non avrebbe fermato l'uomo, ma avrebbero avuto qualche secondo di vantaggio.

Scapparono dal campus, ma l'uomo li avrebbe trovati se fossero rimasti lì, come del resto Rose e i suoi compagni.
"Vieni, andiamocene da qui!"
Esclamò Jimin, andando verso il parcheggio dell'università.
Andarono verso l'auto nera e grande di Jimin, e ci salirono.
Il ragazzo mise in moto e sfrecciarono via da lì.

Per dieci minuti circa di viaggio nessuno disse nulla.
Ayano aveva ancora la pistola dell'uomo in mano, e solo dopo quel tempo, decise di lasciarla sul cruscotto.

"Mi dispiace..."
Sussurrò Jimin.
"Non pensavo sarebbe andata così"
Continuò, stringendo il volante e non voltandosi verso la ragazza.

"Non preoccuparti, l'importante è che adesso siamo insieme,"
Rispose lei, girandosi per guardare se qualcuno li stesse seguendo, "e da soli" lasciò un sospiro liberatorio.

"Già..."

"Dove andremo adesso? Non possiamo tornare lì mai più"

"Andremo a casa dei miei, si trova a Busan, ma per stanotte ci fermeremo da qualche parte. Dovrò inventare una scusa per tutto questo, perciò ci presenteremo domani"

"Si, va bene"

Al primo semaforo rosso, Jimin si girò verso Ayano e le fece un debole sorriso.
"Staremo meglio, fidati"
Disse, per poi lasciarle un bacio sulle labbra per rassicurarla.

Si diressero allora verso Busan, dove la casa dei genitori di Jimin abitavano. Per tutto il viaggio, Jimin mise la sua piccola mano sulla coscia della ragazza, e faceva dei cerchi con il pollice sull'interno coscia, cercando di farla rilassare, e rilassare anche lui.

Nel mentre Ayano si faceva mille domande sul passato di Jimin e Rose. Di certo non si conoscevano da una settimana.

CIAO A TUTTI

Penso che ormai abbiate intuito e capito cosa succede con Rose, ma ovviamente nei prossimi capitoli verrà spiegato chiaramente❤️

Dangerous love | PJM ✔︎Where stories live. Discover now