Giochi di letto

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Avevo cominciato a prestare attenzione all'alimentazione di Alan. Ultimamente mi nutrivo spesso di lui ed ero preoccupata che potesse diventare anemico o riscontrare problemi di salute.

Gli ordinai, pertanto, di comprare alimenti ricchi di proteine e vitamine. Inoltre, gli imposi di mangiare più del solito. La sua risposta in merito fu un semplice «Come desiderate, mia padrona», seguita da una piccola riverenza.

Iniziavo a fare l'abitudine nei confronti del suo modo di fare. Comunque, il suo prendersi gioco di me continuava ad irritarmi.

Era un qualsiasi giovedì sera. Alan aveva cucinato per cena uno sformato di carne, accompagnato da verdure grigliate e purè di patate. Poi, arrivò il momento del dolce. Aveva preparato dei profiteroles ripieni di crema e ricoperti di cioccolato, accompagnati da panna montata.

Normalmente mi serviva ogni portata predisponendo un meticoloso impiattamento, spesso molto artistico. Il piatto con il dolce, infatti, era ben fatto. Però, invece di mettere la mia porzione in un piattino, intinse il dito indice nella cioccolata dei profiteroles e me lo passò sulle labbra. Seguì un lungo bacio appassionato. L'aroma del dolce lo rese ancora più bello.

Alan mi prese in braccio e si diresse verso la camera da letto.

Io sorpresa domandai: «E il dolce?».

«È nella tua stanza», mi rispose.

Sul mio comodino, infatti, c'era una abbondante porzione di dolce.

Mi stese sul letto e mi cinse i polsi con una lunga stoffa. Avvinghiò il mio intero corpo con essa. Le gambe, a differenza delle braccia, furono bloccate separatamente e in maniera divaricata. Le estremità del mezzo di costruzione erano fissate alla ringhiera del letto. Mi aveva immobilizzata.

Molto lentamente versò della cioccolata sul mio ventre. La sua lingua cominciò ad accarezzare il mio essere.

Poi, prese un profiterole e lo infilò nella mia vagina. Invano fu il mio tentativo di opporre resistenza.

«No! Fermo!», dissi ad alta voce. Come al solito, ero totalmente alla sua mercé.

Iniziò a ghermire il mio frutto proibito. La trazione che imprimeva con la bocca e con le dita faceva muovere il piccolo intruso in maniera da provocarmi piacere. 

Infine, prese il dolce dentro di me con la bocca e lo mangiò. «Molto buono», asserì sorridendo soddisfatto.

Si cosparse il collo e le spalle con cioccolato e un po' di panna. Si posizionò sopra di me e mi baciò. Poi, il suo membro eretto mi penetrò vigorosamente. Infine, disse «Mordimi!». Io ubbidì.

Il sapore del cioccolato e della panna si mischiarono a quello del sangue. Era afrodisiaco. Quella notte toccai l'estasi.

Vampiri 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora