Lo tengo con me

210 14 10
                                    

«Cosa?», chiesi un po’ stupita.

«Ho pensato avresti voluto sapere il mio nome», mi rispose.

Aveva smesso di darmi del “lei”.

Rimasi in silenzio per qualche minuto e poi replicai: «Ok…».

Uscii dalla cucina, senza dar troppo peso all'umano.

Essendo sabato, non dovevo andare a lavorare. Normalmente lo avrei trascorso dedicandomi alla cura di me stessa, ma la presenza di quel mortale imprevisto aveva interrotto la mia routine.

Inoltre, nel fine settimana mi diletto in diverse attività ricreative di carattere puramente soprannaturale. Però, in questa circostanza non sapevo come regolarmi. Avrei potuto fare quello che volevo? E se l'umano si fosse spaventato? Se mi avesse denunciata al mondo? Perché non lo aveva già fatto? Forse si tratta di un report infiltrato alla ricerca di uno scoop?

Una serie di quesiti si facevano strada nella mia testa.

Decisi di prendere la situazione di petto e affrontare il mortale. Mi diressi da lui, ancora in cucina a riordinare, e gli chiesi: «Che intenzioni hai? Cosa vuoi da me? Estorcermi del denaro in cambio del tuo silenzio sul mio segreto?».

Lui come al solito non rispose.

«Insomma, parla!», proseguì io, con tono di voce intimidatorio.

Dopo qualche minuto, ancora non proferiva alcunché.

«Rispondimi! Dì qualcosa!», lo intimai urlando.

«Non so perché sono ancora qui…», disse a bassa voce «Non ho una risposta. Mi è difficile andar via. E quando l’ho fatto, ho sentito, dentro di me, di dover far ritorno in questa casa il prima possibile».

Gli afferrai il volto e lo guardai fisso negli occhi con lo scopo di leggergli nel pensiero. Le sue parole erano sincere. Non mi stava mentendo. Non aveva secondi fini.

Ancora oggi non mi capacito cosa mi sia passato per la testa in quel momento. Agii d’istinto, come avevo fatto nei giorni precedenti.

«Resterai qui! Ti occuperai delle faccende di casa e di prepararmi i pasti. Potrai dormire nello studio, c’è un divano letto lì», affermai allo stesso modo in cui un comandante si rivolge ai suoi soldati.

Lui non obiettò. Rimase come sempre in silenzio.

Da quel giorno ebbi ufficialmente un servo.

Vampiri 2.0Where stories live. Discover now