Vittima e carnefice

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Smise di parlare. Forse perché comprese che non ero in condizioni di prestare attenzione a quello che diceva.

Continuando a masturbarmi con la mano destra, mi avvicinò a lui con quella sinistra. Afferrandomi dai glutei, mi sollevò il tanto che bastava a farmi salire sulle sue gambe. Ero così vicina a lui da sentire l'odore del suo respiro. Le nostre lingue si avvinghiarono come due serpenti. Le mie mani accarezzavano il suo bel corpo scultoreo. Fin quando non percepii il suo membro duro ed eretto premere contro il mio basso ventre. Compresi che, in tutto quel suo parlare con fare distaccato, era riuscito perfettamente a celarmi la sua eccitazione.

Con un solo sguardo ebbe chiaro di essere stato smascherato, ma anche in quel momento non perse il suo dominio su di me. Afferrò la mia mano e la poggiò sul suo pene, invitandomi a quale movimento eseguire per fargli provare piacere.

Dopo un paio di minuti mi ghermì per i fianchi e mi portò a lui. Entrò dentro di me con vigore. Impose un ritmo ferrato che non mi permetteva di oppormi. Il mio corpo reagiva al suo come in un ingranaggio perfetto.

Persi quasi i sensi dopo aver concluso l'amplesso. Ero esausta. Alan mi prese in braccio e mi portò fuori dalla vasca. Mi asciugò e si premurò di vestirmi.

Infine, mi mise a letto e si sdraiò accanto a me. Mi addormentai tra le sue braccia, avvolta dal suo profumo.

Nessuno dei miei amanti mi aveva mai posseduto in quel modo. Nessuno mi aveva mai fatto provare un simile piacere fisico. Nessuno aveva mai avuto un tale potere su di me.

Vampiri 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora