Vergogna

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Chi lo aveva scritto? 

Alzai lo sguardo e notai Alan che mi fissava. Quando i nostri sguardi si incrociarono, lui teneramente mi sorrise.

Era stato lui a scrivere il biglietto? Perché lo aveva fatto? Non si era mai comportato in questo modo. Forse il suo comportamento era una conseguenza per ciò che era successo la notte precedente. Però, io non ricordando nulla, non potevo comprendere il suo gesto. 

Dovevo affrontarlo e chiedergli cosa fosse accaduto. Anche se adesso, dopo il biglietto, era ancora più difficile.

Tornata in camera, mi preparai per la gita organizzata in precedenza. Una miriade di domande mi attanagliavano la mente.

Alan bussò alla porta della mia camera, avvertendomi di un cambiamento sulla tabella di marcia: la macchina era in ritardo di almeno un'ora e avremmo dovuto pazientemente attendere il suo arrivo.

Ero profondamente seccata per questo inconveniente. Ho sempre detestato gli imprevisti e i cambiamenti dell'ultimo minuto.

Poi, realizzai che mi trovavo finalmente da sola con Alan. Uno strano formicolio iniziò a pervadermi il corpo. 

Mi feci forza e mi avvicinai a lui. Stava sistemando le mie giacche.

«Alan… Senti…», cercai di rompere il silenzio.

Lui, sentendosi chiamare, si voltò. Il suo sguardo mi paralizzò.

«Volevo chiederti… Emm…», non mi era mai capitato di sentirmi in quel modo «Io… Ieri sera… Cioè…».

Mentre farfugliavo cose senza senso, lui di colpo si avvicinò e mi baciò.

Quel giorno non lo dimenticherò mai.

Vampiri 2.0Where stories live. Discover now