34. Porca miseria

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Martedì 15 Ottobre

Ella

Un tepore dolce mi avvolge e mi culla mentre piano piano rinsavisco dal dormiveglia. Il corpo è completamente immerso in un bagno caldo fatto di benessere e sono più che intenzionata a godermi questa sensazione fino all'ultimo.
Cavolo: non ricordavo di avere un materasso così morbido e delle coperte così calde. Forse mamma le ha cambiate da poco; le lenzuola pulite dovrebbero essere decisamente inserite nella lista delle poche meraviglie del mondo.

La confusione mi assale quando percepisco qualcosa muoversi dietro di me e apro di scatto gli occhi, venendo improvvisamente investita da tutti gli avvenimenti accaduti soltanto un giorno fa: Hunter, Hunter che mi bacia, Hunter ed io che guardiamo un film, Hunter che mi coccola, Hunter che si addormenta ed io che mi convinco di chiudere gli occhi per soli cinque minuti. Merda.

Cerco repentinamente il telefono che dovrebbe essere qui nei d'intorni e nel muovermi di scatto faccio lamentare Hunter che esprime tutto il suo disappunto con un grugnito degno di un gorilla. Stringe di un poco la presa sull'intreccio di braccia e gambe che siamo attualmente diventati e affonda la testa nella mia schiena. Ancora seduta, tasto tutto il divano alla ricerca del mio dannato telefono. Lo vedo per terra e mi allungo per prenderlo, sicura di non cadere, visto che Hunter mi sta attaccato peggio di un Koala e il suo peso mi permette appena di respirare.

In tutto questo non ho nemmeno aperto bocca, sto per farlo giusto per imprecare un po' ed esprimere tutta la mia preoccupazione, quando leggo l'ora sul telefono e noto che sono solo le 6.15 del mattino. Credevo di aver perso scuola. Mi rilasso appena ed Hunter coglie al volo l'occasione, trascinandomi di nuovo sotto di lui. Poggia la testa sul mio petto e - come se niente fosse - riprende a ronfare. Ridacchio appena, accarezzandogli i capelli con una mano e leggendo le notifiche sul cellulare con l'altra.

Lui borbotta approvando le mie carezze ed io non faccio altro che allargare il mio sorriso. Deve averlo percepito perché si gira per guardarmi negli occhi e nel farlo si stende completamente sopra di me, poggiando il mento sulle braccia incrociate sul mio petto. Stranamente, non accuso troppo il peso, nonostante sia minuta nei suoi confronti.

Il respiro inevitabilmente si accorcia quando fa su e giù per guardare un attimo i miei occhi e quello dopo le mie labbra. Lascia un piccolo bacio su di esse e torna con la guancia poggiata vicino all'incavo del mio collo. Poggio le mani sulle sue spalle.

《I tuoi non saranno preoccupati?》 Domando in un momento di lucidità. Il cervello ha iniziato ad ingranare: già la mattina non ho tutta questa gran prontezza, il ragazzo steso sopra di me poi non aiuta più di tanto. Non riesco nemmeno a concentrarmi su qualcosa che non sia la sua vicinanza in questo momento. Ma mi costringo comunque a farlo.

《Ho scritto a mia madre dicendogli che avrei dormito da un amico. Un bellissimo amico, fra parentesi.》 Commenta guardandomi assonnato. Io alzo gli occhi al cielo.

《Più bello di me? Impossibile.》 Lo assecondo.

《Si, molto. Ha questi enormi occhi azzurri, questo nasino all'insù, le labbra da staccare a morsi...》 si abbassa ad un centimetro da me.

《Cannibale.》 Tutto quello che riesco a dire prima che mi baci. Lentamente. Porto le mani sulla sua schiena e lui si preoccupa di far aderire i nostri corpi alla perfezione. Nessuno mi è mai stato così vicino. Approfondisce il bacio e sento le sue mani scivolare sulla mia schiena, le infila sotto la maglietta: sono fredde, ruvide, il che mi fa emettere un gemito di sorpresa che muore fra le sue labbra.

Una voce nella mia testa, chiamiamola istinto, mi grida di volerlo ancora più vicino. Per questo divarico leggermente le ginocchia, facendo scontrare i nostri bacini. Si stacca, guardandomi con gli occhi lucidi improvvisamente privi di qualsiasi traccia di sonno.

𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐁𝐄𝐋𝐎𝐖 - ɴᴏɴ ғᴀʀᴛɪ ᴛʀᴀsᴄɪɴᴀʀᴇ ɪɴ ʙᴀssᴏWhere stories live. Discover now