11. In che guaio mi sono cacciata?

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Ella.

Lunedì 24 settembre.

La settimana passa velocemente e il lunedì successivo sono particolarmente stanca, nonostante non abbia fatto grandi cose.
Ogni mattina mi imbattevo in Hunter e nelle sue battutine studiate per farmi perdere il controllo, ormai per lui è diventata una sorta di hobby; ogni occasione è buona per farmi saltare i nervi.
È strano averlo sempre intorno, ma non tanto fisicamente, quanto il fatto che ormai mi sia quasi abituata alla sua presenza, come se fosse parte della mia routine da sempre.

Inoltre non ho dimenticato quello che mi ha detto prima che uscissi dalla sua macchina una settimana fa, le parole che ha usato non hanno fatto altro che vorticarmi in testa senza lasciarmi un secondo di tranquillità.

"Mi hai fatto evadere. Da me stesso" Così mi ha detto poco prima di partire a razzo con la sua auto e lasciarmi persa fra mille domande alle quali solo lui avrebbe potuto dare risposte esaurienti.

Una cosa l'ho capita: quando sono con lui non riesco a ragionare lucidamente, come lo sta a dimostrare il fatto che il suo profumo e i suoi movimenti sensuali mi abbiano incastrato fra le sue braccia in quel bagno alla festa. Non ero in grado di muovere un solo muscolo, assuefatta com'ero dal suo fascino. Tutto ciò non è da me.

C'è qualcosa che gli appartiene che mi spinge costantemente verso di lui, a cercare la sua presenza tra la folla, proprio come sto facendo in questo momento e mi chiedo se, inconsciamente, l'abbia già fatto altre volte. Allo stesso tempo, sento ogni cellula del mio corpo gridare di stargli lontano, di non entrare in alcun modo nella sua vita.

Cammino con questi pensieri in testa fra i corridoi della St. Joseph, stamani  devo andare a registrarmi fra i tutor scolastici, cosicché possa dare aiuto agli studenti rimasti indietro con il programma di una qualsiasi materia. È un'attività che da crediti generosi per l'esame. Entrando nella segreteria vengo investita dal solito odore di carta appena stampata mischiato al caffè delle macchinette. Saluto la segretaria dietro al bancone e chiedo di poter compilare i moduli per inserirmi nel programma dei tutor scolastici. Una volta fatto mi dirigo verso la prossima lezione: arte.
Finché si parla di storia dell'arte me la so cavare abbastanza bene, ma quando si deve disegnare, cosa che facciamo una volta a settimana, è lì che viene fuori tutto il mio non talento. Sono sicura che un bambino di cinque anni disegni meglio di me.
Questo è uno dei corsi che non seguo né con Mads né con Curt, neanche con Katie. La nota positiva di ciò è che non ci sono distrazioni. Siamo solo io e l'insegnante che cerca di farmi inutilmente piacere questa materia.

Quando arrivo in classe saluto il professore e mi dirigo nella terza fila dei banchi laterali. Oggi abbiamo lezione su storia dell'arte, quindi prendo libro e astuccio e mi metto a  scarabocchiare sulla prima pagina del quaderno con la matita, attendendo l'inizio della lezione.

《È libero qui?》 chiede una voce familiare facendomi alzare gli occhi dall'opera d'arte che stavo disegnando.

《Si.》incontro un paio di occhi nocciola  sorridenti e pieni di vita.

《Jayden.》 esclamo salutandolo, mentre lui si sistema al mio fianco. Ho legato molto con lui in questa settimana, ad ogni corso che avevamo in comune si è seduto vicino a me, tranne quando c'erano Curtis o Maddie. Inoltre l'ho incontrato spesso per i corridoi e mercoledì mi ha fatto compagnia durante le due ore buche che avevamo.

《Ciao El.》 prende anche lui l'occorrente per seguire la lezione.

《Come te la passi?》chiede poggiando la testa sul palmo della mano chiuso.

𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐁𝐄𝐋𝐎𝐖 - ɴᴏɴ ғᴀʀᴛɪ ᴛʀᴀsᴄɪɴᴀʀᴇ ɪɴ ʙᴀssᴏWhere stories live. Discover now