47. Non si è bruciata e Il primo bacio

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Il giorno seguente al ritorno a casa e all'incontro con Jace, accompagnai Claire a fare la spesa per la cena che avevamo organizzato. La mia amica aveva comprato i vari ingredienti per preparare una lasagna, inoltre aveva comprato patate, insalata e tre bottiglie di vino rosso. Non so bene che intenzioni avesse con quelle tre bottiglie, ma era Claire; non mi stupivo più delle sue azioni.

In tarda mattinata parlai con Liam. Dopo quel discorso a casa di Niall, si stava instaurando un buon rapporto tra noi. Non ci sentivamo tutti i giorni, ovviamente. Era pur sempre il mio ex ed Harry avrebbe dato in escandescenza. Ad ogni modo, sentivo di potermi fidare di Liam. Lo contattai  perché avevo bisogno del suo aiuto. Prima di andare a Londra, era seguito da una brava psicologa che lo aveva aiutato molto. Sentivo il bisogno di farmi aiutare anch'io. Stavo affrontando troppe cose e questo segreto tra me e Jace pesava come un macigno. Dovevo raccontare tutto a una persona totalmente neutrale ed estranea ai fatti. Così Liam mi mise in contatto con questa donna, la Dottoressa Smith, e fissammo un appuntamento per la settimana seguente. Probabilmente avrei dovuto chiedere aiuto ad Harry, visto che era stato lui ad aprirmi gli occhi sui miei attacchi di panico sempre più frequenti, ma non volevo dargli noia. Me la sarei cavata da sola e non gli avrei detto di Liam. Avrei potuto chiamare anche Niall. Sì... Niall.

Passai il pomeriggio a casa a sistemare un po' la mia stanza e verso sera iniziai a prepararmi. Harry mi avrebbe raggiunta per le sette e poi saremmo andati insieme dai nostri ospiti.

Misi una gonna nera a vita alta e un maglione rosa. Truccai leggermente gli occhi e indossai un paio di scarpe da ginnastica nere. Mentre mi guardavo allo specchio, bussarono il campanello di casa. Saltellai verso la porta e aprii. Era Harry, bello come il sole.

"Hey, sei in anticipo" dissi, salutandolo con un bacio a stampo. Era così strano.

"Come sempre, a differenza tua" rise, entrando in casa. Risposi con una smorfia.

"Che buon profumo che hai" notai, sentendo la scia che aveva lasciato una volta entrato.

"E' nuovo, non l'avevo mai provato" disse, annusandosi il polso.

"È approvato" dissi, dirigendomi verso la mia stanza. Stavamo veramente parlando come una coppia normale? Tutto così tranquillo, nessuna frecciatina strana, nessuna frase a metà. Mi sentivo così libera.

Presi il mio giubbino di pelle nera e tornai da Harry, ma lui si era tolto il suo cappotto.

"Dai, andiamo, così li aiutiamo" dissi, iniziando a infilarmi il giubbino.

"Secondo te perché sono qui in anticipo?" chiese, inarcando un sopracciglio. Arrossii e distolsi lo sguardo. Non so se mi sarei mai abituata a sentirlo parlare in modo così diretto. Drizzai le spalle e assunsi un'espressione sconvolta.

"Styles, mi stai dicendo che mi usi per sfogare i tuoi bisogni? Sono molto offesa" scherzai, portandomi una mano al petto. E pensare che la prima volta avevo rovinato tutto proprio per questo.

"Non mi permetterei mai" disse, avvicinandosi. In un attimo posò una mano sul mio fianco e con l'altra mi scostò i capelli dal collo. "Sono qui per stare con la mia bellissima ragazza" soffió sulle mie labbra, prima di sfiorare con un dolce bacio. "Se poi succede qualcosa in questa mezz'ora, ne sarei solo felice" sorrise, contagiando anche me.

"La tua bellissima ragazza è lusingata, ma non vuole rovinarsi il trucco" dissi, indicando il mio viso con l'indice. Harry alzò gli occhi al cielo in risposta.

"Quindi" scandii, poggiandogli una mano sul petto per spingerlo via.

"Dì ai bollenti spiriti di aspettare dopo cena". Mi alzai sulle punte, lo baciai a stampo e mi diressi verso il portone. Harry rimase immobile in mezzo alla stanza, tenendomi il muso come un bambino. Serrai le labbra per non ridere e gli feci segno con l'indice di raggiungermi. Sbuffò, rilassando le spalle in segno di rassegnazione.

▪G R E E N▪ {H.S} Wattys2019Where stories live. Discover now