46. Alwyn e presentarmi alla famiglia

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"Ti piace proprio cacciarti nei guai, tesoro!?" mi rimproverò mio padre, dopo che ero stata punta da una decina di api.

"Ma volevo vedere il miele" mi giustificai.

"Certe volte è meglio lasciar perdere. Ci sono soluzioni migliori"

"Tipo?" chiesi, sobbalzando mentre papà sfilava via i pungiglioni dalla mia pelle.

"Tipo se avessi chiesto il mio aiuto sarebbe stato meglio"

"Ma avrebbero punto anche te" gli feci notare.

"Infatti, se me lo avessi chiesto, ti avrei proibito di farlo"

***

Ero tornata a casa e avevo raccontato tutto ciò che era successo con Harry a Claire.

"Quindi adesso state insieme?" chiese, portandosi le mani alle guance e sorridendo come una bambina.

"Credo di sì. Mi ha baciata davanti a Paul un paio di volte, in macchina. Ti lascio immaginare la sua faccia" ridacchiai, ricordando lo sguardo stupito di Paul. Sapevo del bel rapporto che avevano lui ed Harry e, probabilmente, quello che era diventato il mio ragazzo, si fidava così tanto di Paul da non dare peso a quei piccoli gesti.

"Sconvolto e felice tanto quanto me. Pensavo che questo momento non sarebbe mai arrivato" sospirò la mia migliore amica. "Ma mi avete dimostrato che non siete due idioti, quindi l'attesa ne è valsa la pena" concluse, con espressione fiera.

"Se ti va, possiamo organizzare quella cena a quattro che avevi in programma" proposi timidamente. Era strano pensare a una cena tra coppie; soprattutto se una delle due coppie eravamo Harry ed io.

"Non vedo l'ora!" sorrise Claire, battendo le mani per l'eccitazione.

"Va bene stasera?" chiese. Avrei tanto voluto rimandare il mio incontro con Alwyn per stare con le persone a cui tenevo di più al mondo, ma non potevo.

"Stasera no, ho un impegno urgente di lavoro. Possiamo fare domani" dissi, cercando di non pensare di star mentendo alla persone di cui mi fidavo più e alla quale raccontavo sempre tutto.

"Perfetto. Domani da me e Louis, ho già in mente cosa cucinare" disse, iniziando ad elencare piatti che viaggiavano dalla cucina italiana a quella giapponese.

"Una domanda" disse, portandosi l'indice sul mento.

"Quale?" chiesi.

"Niall lo sa?" domandò. Spalancai gli occhi, ricordandomi del mio migliore amico. Non sapevo neanche più se definirlo in quel modo dati i suoi atteggiamenti. non ci sentivamo più come una volta e quelle rare volte in cui parlavamo, c'era sempre un velo di imbarazzo seguito da lunghi silenzi. Niall ed io non stavamo MAI zitti.

"Credo che con Niall ci dovrò prima litigare" dissi.

***

Alle nove precise Jace venne a prendermi per portami a casa sua e discutere. Ero in ansia e non avevo proferito parola per tutto il tragitto, mentre lui mi lanciava occhiate sgradevoli. Avevo il cuore in gola e paura che mi mettesse davanti a un bivio che mi avrebbe portata a scegliere ciò che avrebbe creato vantaggi per lui e casini nella mia vita.

Una volta nel suo appartamento, mi fece accomodare sul suo costosissimo divano, offrendomi del buon vino che non bevvi. Dovevo rimanere lucida e sapevo che lui voleva l'esatto opposto. Non mi sarei fatta abbindolare dall'apparenza da bravo ragazzo educato.

"Come mai non parli?" mi chiese, guardandomi come se non lo sapesse. Quell'aria da finto innocente era così disgustosa.

"Non fare troppi giri di parole e arriva al punto, Jace" sputai con disprezzo. Volevo trasmettergli tutto l'odio che provavo per lui in quel momento.

▪G R E E N▪ {H.S} Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora