36. Gelosia e gemiti

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"Papà, non mi hai mai raccontato del tuo primo San Valentino con la mamma" dissi, mentre pettinavo una delle mie amate Barbie.
Mio padre rise e si sedette vicino a me.

"Perché me lo chiedi? Hai trovato il fidanzatino a scuola?" domandò, prendendomi in giro. Diventai tutta rossa.

"Sto scherzando, piccolina.". Mi prese tra le sue braccia e mi diede tanti baci sulla guancia.

"Il primo San Valentino passato con tua mamma fu nel 1991."

"E cosa avete fatto?".

"Tuo nonno non voleva farmi vedere tua madre e così rimasi tutta la sera fuori dalla sua finestra a parlare con lei."

"Noioso" dissi, tornando a giocare con le bambole. D'altronde, cosa ne poteva sapere una bambina di dieci anni sull'importanza dei piccoli gesti.

***

"E dopo essermi quasi affogata per colpa di quell'anello nascosto nel dolce, Louis mi ha chiesto di sposarlo" annunciò Claire con un ampio sorriso.

"Ferma, cosa? Stai dicendo sul serio?" domandai incredula. Lei annuì.
Avevano appena annunciato la loro convivenza. Sembrava tutto così affrettato. Ci mancava solo che annunciasse di essere incinta per completare il quadretto.

"Oddio, Claire. Sono felicissima per voi, ma non vi sembra di correre un po' troppo?"

"Aspetteremo un anno prima di sposarci. Vedremo come andrà la convivenza e poi decideremo". Al suono di quelle parole mi sentii già meglio. Si trattava di mio cugino e della mia migliore amica; per me la loro felicità era tutto e non volevo che si pentissero di certe scelte a causa della loro testardaggine e del loro essere frettolosi.
Mi lasciai andare di peso contro il sedile della macchina di Claire e mi ammutolii.

"Qualcosa non va?" chiese. Guardai gli edifici intorno a noi e sospirai.

"Stai andando a convivere e ti sposerai. Stiamo crescendo ed è una cosa così strana" confessai, con una punta di amarezza nella voce.

"Già. Ricordi come ci siamo sentite quando siamo andate a vivere insieme?". Sorrisi. Come avrei potuto dimenticarlo.

"Uguale a come ci sentiamo adesso. La prima cosa che pensai fu come avremmo fatto a dividere i panni da mettere in lavatrice". Claire rise, scuotendo la testa.

"Ricordi quando i calzini di Niall diventarono viola?" domandò.

"Sono ancora piegati nello sgabuzzino per ricordarmi che bianchi e colorati non devono andare insieme neanche per sbaglio".

Mi era mancato ridere così con Claire. Non ci vedevamo più come una volta dato che lei passava quasi tutte le notti con Louis e io qualche volta ero stata a casa di Harry. Per non parlare dell'influenza che aveva il mio nuovo lavoro sulla mia quotidianità. In più avevo finalmente trovato un nuovo appartamento, più vicino allo studio e anche più sicuro di quello in cui vivevo. Avremmo presto detto addio entrambe a quella piccola casa piena di ricordi.

"E dimmi un po', con Harry come vanno le cose?". Alzai le spalle, non sapendo cosa rispondere.

"Ci siamo baciati, di nuovo, e per San Valentino non si è fatto vivo. So che non siamo una coppia, ma questo mi fa capire che a lui non importa". Scossi la testa, abbassando lo sguardo."Avrebbe potuto cogliere l'occasione proprio con la scusa di San Valentino per fare qualche gesto, anche solo un messaggio. Ma va bene così. Forse sono io che mi aspetto troppo e dovrei vivere tutto con semplicità". Claire mi guardò qualche istante con la coda dell'occhio. Dall'espressione sul suo volto ero sicura che stesse pensando bene a cosa dire.

▪G R E E N▪ {H.S} Wattys2019Where stories live. Discover now