Capitolo 53.

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"Vado a fare una doccia, torno tra poco" Gli dico a Riccardo, tranquillamente. Lui mi guarda, mentre sistema Emma all'interno della culletta. Lo fa delicatamente, curando la sua piccolina come un gioiellino.
"Prima di chiuderti in bagno posso parlarti un istante?" I suoi occhioni azzurri si chiudono in due piccole fessure, che in contrasto con la leggera luce della luna sembrano brillare maggiormente. Quando sto per rispondergli, la sua voce rimbomba nuovamente nella stanza, spaccando nuovamente quel silenzio quasi imbarazzante. "Ti prego, Fede..."
"Va bene" Rispondo immediatamente, lasciandomi sfuggire un respiro poco sereno.
Lui sospira lentamente, sollevato di aver raggiunto il suo obiettivo. Non so cosa vorrà dirmi, ma onestamente mi aspetto qualcosa di sensato e interessante.
Mi raggiunge a passi lenti, poggiando una mano sul mio fondoschiena per invitarmi ad uscire dalla cameretta. A passi lenti, percorriamo il corridoio e non appena raggiungiamo la cucina, mi rendo conto che il momento del confronto è appena arrivato. Onestamente, l'avrei evitato senza nessun problema; credo di non essere pronta.
Siamo tornati a casa da circa mezz'ora, ed essere da sola con lui mi provoca soltanto agitazione. Tanta, troppa agitazione. Per tutto il tragitto in macchina non abbiamo parlato, e considerando tutto quello che era successo dai suoi genitori, penso sia un dettaglio veramente positivo. Probabilmente gli avrei urlato contro, e avere una conversazione animata in macchina era l'ultima cosa che volevo.
"Cerchiamo di risolvere questa cazzo di situazione e la smettiamo di comportarci come due bambini capricciosi?" Mi domanda. Si volta verso di me con velocità, lasciando scivolare le dita fra i suoi capelli, per cacciare via il ribelle ciuffo castano. "Io ho bisogno di chiarire questa situazione con te. Mi sembra un incubo, maledizione"
"Prima di risolvere la situazione con te, voglio prima sapere tutto quello che c'è da sapere. Credo di meritarmelo, no?" Incrocio le braccia al petto lentamente, continuando a guardarlo come se non ci fosse nient'altro da fare. L'atmosfera è pesante, è troppo pesante, e nonostante provi a fare tanti respiri profondi per calmarmi, il mio corpo non vuole collaborare assolutamente. Ho il cuore agitato e completamente ridotto il poltiglia, e l'agitazione che percepisco dentro di me è qualcosa di veramente sconfinato.
"Non c'è nulla da sapere, Federica" Sbuffa rumorosamente, un po' incazzato dalla frase che ho appena pronunciato.  
"Non ci credo assolutamente. O mi dici ogni singola cosa, o giuro su nostra figlia che mi rinchiudo in bagno e non ti ascolto più" Lo minaccio. Odio avere questo tono con lui, ma purtroppo il suo comportamento mi costringe a farlo.
"Okay, cazzo. Cosa vuoi sapere?" Si lascia sfuggire uno sbuffo, che accarezza l'aria in maniera rapida e senza problemi.
"Come hai conosciuto questa donna, chi è per te, che importanza ha avuto e ha nella tua vita, quanto tempo siete stati insieme e se l'hai mai amata davvero" Vorrei sapere tante altre cose, ma mi limito a chiedergli queste. Se esagerassi, provocherei un suo crollo completo e di questo ne sono più che sicura.
"Altro?" Dal lieve sorrisino che è appena nato sulle sue labbra mi rendo conto di quanto sia divertito da questa cosa, e devo dire che questo particolare mi fa alzare gli occhi al cielo.
"Mi prendi anche per il culo, coglione?" Chiedo immediatamente, incrociando le braccia al petto, ma non smetto di fissarlo. Ho bisogno di capire quali sensazioni prova, e malgrado mi faccia male, non riesco ad evitare di farlo.
"Non lo sto facendo" Si difende, ma i suoi occhi esprimono l'esatto contrario.
"Invece si"
"Comunque sia... ho conosciuto Serena quando avevo sedici anni, ed è successo durante una serata in discoteca. Eravamo due ragazzini, ci siamo incrociati proprio lungo la pista, lei ballava con le sue amiche proprio come me, e sono bastati pochi sguardi per capirci. Il secondo dopo, ci siamo ritrovati a pochi centimetri di distanza e ballavamo insieme, stretti forse poco castamente e con il corpo già in subbuglio" Sospira ai ricordi, mentre percepisco il mio stomaco restringersi come se fosse stato appena colpito da una lama. Pensare a loro due insieme mi distrugge, e a dirla tutta, non riesco assolutamente a togliere l'immagine del momento che mi sta raccontando in questo istante. "Poi, è successo una cosa... vuoi che continui, Federica?"
Dai suoi occhi riesco immediatamente a capire che forse, mi aspetta il peggio, ma non voglio si fermi. Non potrei sopportarlo.
"Si, continua" Deglutisco rumorosamente, chiudendo gli occhi per potermi calmare un istante.
"Abbiamo fatto sesso dentro la mia macchina, ringraziando il cielo per non essere stati beccati da nessuno" Posso vederlo imbarazzato, ma comunque molto determinato nell'esporre certe cose. Il fatto che mi abbia appena confessato di aver fatto sesso con quella donna dentro la sua dannata macchina mi fa letteralmente andare fuori di testa. So perfettamente quante ragazze abbia avuto prima di me, ma saperlo e conoscere la fortunata non è una bella cosa. Non lo auguro a nessuna donna, davvero.
Per un momento, mi sembra di non percepire più la terra sotto ai piedi, e spero vivamente che si tratti di un semplice incubo. Uno di quelli che ti uccidono proprio il cuore senza che tu possa evitarlo.
"Oh mio Dio... l-l'avete fatto davvero?"
"Si, e poco dopo mi ha lasciato il suo numero di telefono per non perdere questa nuova conoscenza che avevamo fatto. Quella ragazza mi piaceva e io piacevo a lei... forse era soltanto attrazione fisica, ma si sa... la situazione ormonale a quell'età è davvero estrema, per cui non pensavo assolutamente alle conseguenze, agivo e basta. Ero felice perché anche io avevo dei rapporti sessuali proprio come gli altri, e da bravo ragazzino eccitato a me bastava questo"
"Quindi non è successo soltanto una volta o due?" Vorrei che la mia domanda avesse soltanto una risposta positiva. Il mio corpo non riesce a reagire e odio questa cosa. Sul serio.
Percepisco un sottile velo di lacrime ricoprire la superficie dei mie occhi, facendomi capire che mancano davvero pochi secondi per una crisi di pianto improvvisa.
"No, siamo stati insieme quasi un anno... e facevamo sesso ogni volta che ne avevamo voglia. Era un piacere assolutamente fisico, ma ad un certo punto la cosa ha iniziato a prendere una strada un po' più particolare. Eravamo praticamente ossessionati, e tra di noi iniziava ad esserci un qualcosa che andava oltre il sesso, oltre i baci e oltre tutto... c'era qualcosa di diverso, ma lei ha mollato la presa, dicendomi di non essere abbastanza matura per poter avere una storia. Ci siamo lasciati poco dopo, mandando all'aria tutto ciò che avevamo costruito. Serena era diventata importante, e da un giorno all'altro, il suo posto nella mia vita fu preso da qualcun'altra. Conobbi un'altra ragazza, e per quattro o cinque mesi lei fu la mia fidanzata, che stringevo maggiormente ogni volta che ci incontravamo con Serena. Volevo che lei capisse il mio odio verso di lei, e poco dopo ritornò nella mia vita nuovamente. Litigammo molto, lei urlava e io facevo lo stesso, ma poi sussurrò di volermi per un'ultima volta. Tra di noi scoppiò la passione proprio nel mio garage, e nonostante i diversi ripensamenti, io non riuscivo assolutamente a mollare la presa. Non potevamo stare insieme a causa della sua mente poco lineare, e io dovetti farmene una ragione. Dopo qualche mese, capì di meritare di meglio e la dimenticai, facendola scivolare via da me e via dalla mia vita. Cercammo di ricostruire un rapporto di amicizia, e ci riuscimmo malgrado tutte le incomprensioni. Poi conobbi te, e da lì, fu tutto diverso. La mia mente cambiò, proprio come successe al mio cuore, alle mie prospettive e ai miei obiettivi. Niente era rimasto come prima, e questo lo sai" Alla fine del suo discorso, ha i respiri irregolari, segno di quanto sia teso e di quanto ogni singola parola detta possa averlo sconvolto completamente.
"Non riesco a capacitarmi del fatto che io abbia conosciuto la donna che ha fatto innamorare mio marito prima di me... mi sembra non so, un qualcosa di immenso e indescrivibile" Mi fa male il petto, ho sul serio paura di perdere la mia stabilità, cadendo sul pavimento.
"Lei non ha significato nulla, Fede. Siamo due adulti ormai, non possiamo ritornare al passato per una cazzata del genere. Ero un ragazzino, eravamo due ragazzini, ti prego non fraintendere le cose"
"Lo so, ma ho comunque il cuore a pezzi" La mia voce trema, e per quanto possa essere facile non far emergere il dolore, per me non lo è assolutamente. "Non chiedermi il perché, Riccardo... è normale"

Buon pomeriggio!♥️🌟

Gocce di memoria - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now