Capitolo 1.

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Inizio flashback.

Come mi sento adesso? Terribilmente in ansia e scossa da tutto quello che potrebbe succedere tra poco.
Perché? È semplice. Oggi ci sarà la mia ultima visita prima del parto.
Spero soltanto che Emma, la mia bimba stia bene. Solo questo.
Sono un vero e proprio fascio di nervi, ma so perfettamente quanto tutto ciò sia normale. È pur sempre il mio primo parto e non conosco con precisione ogni dettaglio che caratterizzerà quel momento.
Ho provato tante volte ad immaginare dei piccoli dettagli, ma nessuno di essi potrebbero, in qualche modo, descriverlo nella sua totalità. Si tratta di emozioni uniche per ogni singola donna, ed emozioni inedite per una come me.
Sono inesperta e impaurita, eppure eccomi qui, vogliosa e ansiosa di conoscere la mia principessina.
In questo momento ho solo bisogno di sapere che la mia bimba sia posizionata in maniera corretta, e che la dottoressa mi dica che non dovrò ricorrere a nessun cesareo per farla nascere.
Da quando son rimasta incinta, ho sempre sperato di fare un parto naturale, e oggi, nonostante manchino due settimane alla fine del tempo, continuo a sperare insistentemente che il cielo mi accontenti.
So perfettamente quanto il cesareo possa essere sicuro grazie alle nuove tecniche, ma sono comunque tanto, troppo preoccupata. Ho sempre avuto paura della sala operatoria, e solo il pensiero di raggiungerla, mi fa mancare la terra sotto ai piedi.
È una situazione un po' strana, quasi impossibile da spiegare. Credo proprio di avere una vera e propria fobia, e so che non potrò mai fare nulla al riguardo.
L'ambiente, i medici con i loro camici, gli attrezzi, le luci, i colori e quell'atmosfera così seria, così paurosa, fanno crescere dentro di me un'immensa e potente inquietudine.
"Stai tranquilla, piccola. Ti prometto che andrà tutto bene" Ecco qui Riccardo con le sue tenere rassicurazioni. Io e lui siamo sposati da esattamente un anno. Abbiamo deciso di fare questo grande passo per poter coronare al cento per cento questa bellissima storia che abbiamo costruito da sette anni a questa parte.
Probabilmente eravamo indifesi, piccoli e innamorati, ma adesso siamo cresciuti e nonostante lui abbia trent'anni e io ventisette, devo dire che l'amore che ci lega è puro e forte come il primo giorno.
Amo letteralmente questa cosa. Sul serio. È davvero magico, e alcune volte mi sembra di essere all'interno di una favola, all'interno di un sogno, all'interno di qualcosa di surreale, eppure è la realtà. Ed è la nostra realtà. Solo ed esclusivamente nostra. "Respira profondamente, okay?" Continua lui, mantenendo sempre lo stesso tono di voce. Circonda il mio pancione con entrambe le braccia, stringendomi a sé e lasciando che la mia schiena si appoggi contro il suo petto. Sfrega con dolcezza la punta del naso contro il mio collo, cercando di far rilassare i miei muscoli almeno per un istante. Riesce a farlo, ma purtroppo non completamente. "Devi solo cercare di avere un pensiero positivo..."
"Sai che non è facile" Gli rispondo, per poi cacciare via un piccolo sospiro. Lancio uno sguardo alle nostre figure riflesse sullo specchio di fronte a noi, notando quanto sia sconfinata la bellezza che possediamo in questo momento. Entrambi stretti in un abbraccio, sperando che ogni cosa possa seguire la direzione giusta. Perché è solo questo ciò che desideriamo sul serio, no?
"Lo so, amore... ma tu provaci. Fallo per me, ti prego. Odio vederti così pensierosa e preoccupata" Nella sua voce riesco scorgere tanta tristezza, e questa cosa mi fa male. Non voglio che lui stia male a causa mia, non voglio che accada né ora né mai.
"Ci proverò... ma adesso andiamo, è già tardi e per arrivare dalla dottoressa impiegheremo più di dieci minuti" Affermo, cercando di sciogliere questa conversazione, che aumenta notevolmente la mia dannata ansia. Incrocio le mie dita fra le sue, lasciando che si stringano con una docilità immensa. Mi giro verso il suo viso, perdendomi totalmente nei suoi occhi celesti. Quegli occhi... Dio, quegli occhi. Li considero il mio posto sicuro da anni. Mi basta guardarli, e ogni cosa sembra andare meglio, la tristezza viene cacciata via, e diverse certezze sembrano emergere all'improvviso.
"Ti amo. Lo sai, vero?" Le sue labbra a qualche centimetro dalle mie, le sue mani sui miei fianchi, le mie sulle sue spalle e il mio cuore dentro al suo, potente, grande e pronto per proteggermi dalle mie insicurezze e paure.
"Lo so, e ti amo anche io. Tantissimo, Riccardo"
Gli lascio un dolce e candido bacio sulla bocca, facendolo sorridere immediatamente. Quando sto per staccarmi, lui mi trattiene contro il suo petto, prolungando questo bacio, che profuma di un amore puro e infinito. Il mio cuore sorride. Sembra gradire questo suo piccolo gesto, e i battiti accelerati ne sono la prova.
Le nostre labbra si sfiorano con imbarazzo, ma quando la punta della sua lingua spinge contro la fessura, il contatto diventa un po' più potente. Il bacio assume una sfumatura di passione davvero sconfinata, e i miei respiri diventano irregolari senza preavviso.
"Mmh, ci voleva proprio una ricarica così intensa" Borbotta contro la mia pelle, non appena si stacca. Prima di lasciarmi andare del tutto, mi regala un altro veloce bacio, accentuando la cosa con un dolce morso sul labbro inferiore. "Copriti che fa freddo e possiamo andare"
Si allontana lentamente, lasciandomi lo spazio per poter circondare il mio collo con la pesante sciarpa di lana. Le temperature sono davvero gelide e il mese di Dicembre qui in Sardegna è davvero pesante e terribilmente freddo.
Quando il tessuto mi sfiora la pelle, un improvviso calore mi pervade anche l'anima, prendendosi cura di me nella maniera più dolce possibile. Prima di andare via, appoggio istintivamente entrambe le mani sul mio ventre, cercando anche di riscaldare e proteggere la principessa dentro di me.
Sorrido senza accorgermene, e quando percepisco un calcetto da parte sua, il mio cuore sembra scoppiare all'improvviso.
Riccardo mi affianca dolcemente, intrecciando la sua mano nella mia per potermi condurre fuori dal nostro appartamento e raggiungere l'auto.
Quando usciamo fuori dalla grande palazzina, il freddo mi colpisce il viso con poca morbidezza, provocandomi letteralmente la pelle d'oca. Mi stringo attorno al cappotto, sperando soltanto di raggiungere il mio obiettivo.
Avverto un pizzico di sollievo quando entro in auto, trovando una dolce atmosfera che mi coccola piano piano.
Cinque minuti più tardi ci ritroviamo immessi lungo la strada, cercando di attraversarla con tutta la calma del mondo. Sono le sei del pomeriggio, eppure sembra che sia notte fonda. Il buio riempie lo spazio e le uniche luci che i miei occhi riescono ad intravedere sono quelle dei lampioni e quelle delle macchine.
Per un istante ripenso di nuovo a ciò che dovrò affrontare fra qualche minuto, e mi tremano le mani. Non riesco a pensare lucidamente, e fin quando la dottoressa non mi dirà come stanno realmente le cose, non mi darò pace.
Ogni tanto mi ritrovo a guardare Riccardo, che in silenzio, fissa la strada di fronte a noi.
Non dice una parola, e posso fermamente affermare quanto anche lui sia preoccupato.
Mi sento morire e per un attimo avverto un leggero mancamento, che mi provoca un giramento di testa improvviso.
Cerco di non attirare l'attenzione di mio marito, provando a non farlo allarmare maggiormente.
Faccio dei profondi respiri e cerco di riprendermi, provando a cacciare via ogni brutto pensiero. Fortunatamente ci riesco e ringrazio il cielo per questo.
Mi rilasso lentamente e appoggio la testa contro il finestrino, socchiudendo le palpebre con delicatezza.
Li riapro un minuto dopo, e giuro che non avrei mai voluto farlo: in lontananza noto un'automobile correre in direzione opposta alla nostra. È diretta verso di noi, e per un attimo, mi sembra l'inizio di un incubo. Il viale è totalmente vuoto, e questo dettaglio mi provoca una scia di terrore infinita.
"Riccardo, stai attento!" Urlo priva di emozioni, cercando di evitare con il pensiero ciò che sta per accadere. Ho solo paura. Tanta paura.
Riccardo tenta di ruotare il volante verso destra, ma prima che possa fare qualsiasi altra cosa, il male ci travolge in un istante. In meno di un istante.
"No, cazzo! Fede!" Queste sono le ultime e poche parole che riesco a sentire, prima che i miei occhi vengano riempiti dall'intensa luce dei fari, il mio cuore venga totalmente spento dal tonfo dello schianto e il mio corpo sommerso dall'inferno più assoluto come se fosse un piccolo rametto di legno fra le braccia delle fiamme.

Fine flashback.

Buon pomeriggio!♥️
Eccomi qui! Sono ritornata da voi!
Cosa ne pensate di questa storia? Vi piace? Quali sono state le vostre impressioni in riferimento a questo primo capitolo?
So perfettamente quanto questa nuova opera sia diversa rispetto alle altre, ma spero vi piaccia comunque. Vi anticipo che sarà molto intensa, particolare, e forse anche un po' triste...💔
Fatemi sapere ogni vostro pensiero, mi raccomando.🌹
Un bacio😘
-Roberta

Gocce di memoria - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora