Capitolo 32.

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Riccardo.

Come mi sento in questo momento? Un completo coglione. Ho fatto una grandissima cazzata e purtroppo non so minimamente come rimediare. Io e Federica abbiamo litigato, forse come non l'avevamo mai fatto, e la cosa che più mi distrugge è il fatto che sia accaduto in un momento così dannatamente delicato per lei. Non avrei dovuto permettere assolutamente di far crollare entrambi con questa intensità, ma purtroppo non sono riuscito ad evitare nulla di tutto ciò.
La situazione stabile che abbiamo cercato di costruire in queste due ultime settimane è totalmente crollata in un istante, distruggendo ogni cosa con una semplice frase sussurrata con rabbia e poca convinzione da parte mia.
In questo momento, nonostante a separarci ci siano una manciata di metri, la distanza fra noi è davvero immensa, quasi sconfinata. Anche respirare mi risulta difficile, e odio questa cosa. Purtroppo non riesco a reagire, non riesco a parlare, non riesco a far nulla se non guardare il suo corpo girato di spalle, mentre fa ruotare il cucchiaio di legno all'interno della pentola, e lo fa con una certa meccanica, non sollevando lo sguardo neanche per un istante.
Tutto ciò che vorrei fare è semplicemente sollevarmi dalla sedia, raggiungerla, chiederle scusa e regalarle un dolce bacio sulle labbra, ma mi limito ad alternare lo sguardo da lei a Emma, che stringo forte fra le braccia con un'infinita delicatezza. Dorme come un angioletto, sospirando ogni tanto in maniera delicata.
Guardarla con questa intensità mi rilassa. Mi rilassa davvero molto. A dir la verità è l'unico particolare che riesce ad avere questo effetto calmante su di me.
L'istante successivo, torno a guardare Federica, beccando i suoi occhioni castani riflessi sul grande vetro della finestra proprio di fronte a lei. Il mio cuore sembra ricevere una scossa, che interpreto come un incentivo per poter chiarire questa strana situazione. Mi sollevo dalla sedia lentamente per poter raggiungere il salotto, sistemando Emma all'interno della culletta, che amorevolmente si stiracchia e sospira, cacciando fuori il suo ciuccio rosa che si scontra contro la morbida superficie del cuscino. La paura che possa svegliarsi mi assale, distruggendomi, ma proprio quando curva il suo visino verso destra, riesco a percepire che ha appena varcato la soglia della serenità. Il sonno la avvolge, e mentre continuo ad osservarla, lascio scivolare la copertina lungo il suo corpo, regalandole un bacio sulla fronte successivamente. "Torno da te fra poco, amore" Le sussurro solo questo, e lo faccio con un filo di voce come se fosse un nostro piccolo segreto. Sorrido sinceramente nel vuoto, girando le spalle per poter ritornare da Federica in cucina, che raggiungo neanche due secondi dopo. Riesco a percepire il battito del mio cuore nelle orecchie e l'agitazione mi scorre tra le vene con una velocità che non riesco assolutamente a quantificare. Tra di noi c'è tanta, troppa tensione, evidente purtroppo, anche a distanza di chilometri.
Rimango immobile proprio accanto alla parete per più di un minuto, ma la mia anima trema, volendo disperatamente eliminare questo immenso solco che divide me e la donna che amo. "Fede, amore... possiamo parlare un attimo?" Le domando, avvicinandomi. Ho quasi paura a fare e dire qualsiasi cosa, e devo dire che questa cosa mi sta letteralmente distruggendo. La mia voce la richiama, e non appena gira il capo verso di me per guardarmi, i suoi occhi sembrano più scuri del solito e pieni di lacrime. Odio vederla così. Giuro che una lama dritta al cuore avrebbe fatto meno male. Sul serio.
"Perché? Di cosa vuoi parlare, scusa?" Ribatte quasi indifferente. Lo è di fronte alle mie parole, a me e alla situazione in sé.
"Di tutto quello che è successo poco fa. Mi dispiace tanto aver reagito in quel modo e averti detto quelle cose lì" Ammetto molto cautamente, provando a non distruggere né lei e neanche il suo cuore, che per colpa mia ha già subito abbastanza scosse.
"Non dispiacerti... va bene così. Non importa più" Distoglie lo sguardo da me, poggiandolo poi sui fornelli. Lo fa con molta naturalezza e tranquillità, ma quando una lacrima scivola giù per la sua guancia, la mia anima sembra sgretolarsi improvvisamente, senza che io possa rendermene conto e possa fare qualcosa per fermare questo suo dolore.
"Fede, ti prego... non mandarmi via in questo modo. Parlami, urlami o dammi un pugno sul viso, ma ti prego non rimanere in silenzio! Non posso assolutamente sopportarlo!" Quasi mi lagno. "Ti ho già detto che mi dispiace, cosa dovrei fare per poter far ritornare tutto com'era?" Probabilmente niente. Nonostante tutta la forza applicata in queste ultime settimane per far ritornare a galla il nostro passato, sono più che sicuro, che ogni singola cosa rimarrà soltanto un ricordo indelebile. Niente ritornerà come prima, e non posso assolutamente pretendere che sia così. Devo farmene una ragione ed è inutile negarlo.
"Cosa diavolo dovresti fare, scusa? Tu mi hai ferita, Riccardo! Mi sembra di aver appena ricevuto una doccia fredda. Vorrei soltanto aprire gli occhi e avere la consapevolezza di aver fatto soltanto un brutto sogno" Le sue parole mi distruggono. Ha ragione, ha perfettamente ragione, e darei qualsiasi cosa per poter tornare indietro e non dire quelle maledette parole. Si, probabilmente non andava tutto alla grande, ma stavamo provando ad avere un equilibrio, che è stato del tutto abbattuto a causa mia.
"Cristo Santo, Fede! Cerca di capirmi! Anche la mia vita è stata del tutto sconvolta, non solo la tua! E... cerca per un attimo di metterti nella mia situazione, ho tante cose da portare avanti: una moglie e una figlia da amare, dei ricordi da costruire, il lavoro da portare avanti e il mio nervosismo da gestire! Per l'amor del Cielo, prova almeno per una volta a capirmi... tornare a lavoro solo per un giorno potrebbe soltanto provocare degli effetti positivi su di me. Ho bisogno realmente di andarci, e ho anche bisogno del tuo sostegno. Lo sai, vero?"
Per qualche secondo, il silenzio cala nella stanza e l'unico rumore percettibile è il suono dei nostri respiri, che sembrano seguire lo stesso dannato ritmo.
"Certo che lo so, lo so eccome! Hai tutto il mio sostegno e tutto il mio appoggio, ma ciò che mi ha detto poco fa, mi ha totalmente distrutto. In questo momento sono fragile come un bicchiere di cristallo, e nonostante io provi a..." Si prende una piccola pausa per poter recuperare un pizzico di aria, mentre delle piccole e salate lacrime scorrono lungo il suo viso senza fermarsi. Il mio cuore perde un battito. "Io provi a rimanere in equilibrio diverse volte, basta un piccolo ostacolo che ricado di nuovo, distruggendo ogni mio obiettivo" Le sue guance diventano rosse all'improvviso, riuscendo a farmi percepire tutta la quantità di rabbia che possiede in questo momento.
"Fede, amore... devi cercare di non crollare. Non è giusto che tu lo faccia, devi cercare di costruirti una corazza che possa difenderti e isolarti da tutto il resto" Le mie parole suonano come un consiglio, e provo a sottolineare maggiormente la cosa avvicinandomi a lei con un lento e dolce passo. Il suo corpo diventa rigido all'improvviso, allontanandosi.
"Riccardo, è così facile dire una cosa del genere dal tuo punto di vista... ma vorrei tanto vedere se continuassi a mantenere lo stesso pensiero dopo aver avuto un incidente, essere stato in coma per un mese per poi svegliarti senza nessun tipo di ricordo! Dannazione, ma ti ascolti quando parli? Io penso proprio di no" Alza la voce, e dai suoi occhi riesco a percepire quanto sia alta la voglia di farlo ancora più forte. Sembra essere impazzita, e nonostante vorrei cercare di tranquillizzarla, mi risulta davvero molto difficile farlo.
"Non intendevo questo, Fed-" La sua voce mi interrompe all'istante, suonando in questa stanza in maniera brusca e veloce.
"No, vai al diavolo! Non voglio più sentirti, Riccardo!" Si allontana da me come se avesse appena ricevuto una scossa, e lo fa in maniera istantanea, senza nessun tipo di preavviso. La sua sensibilità sta emergendo, pensando delle cose che non rispecchiano assolutamente i miei pensieri.
Mi volto verso la sua direzione velocemente, urlando il suo nome diverse volte. L'unica risposta che ottengo è il tonfo della porta della nostra camera, che chiude con aggressività e prepotenza, facendomi bloccare proprio al centro del corridoio, privo di qualsiasi emozione.

Con questo capitolo chiudiamo il 2019.
So che non è il massimo, ma giuro che mi rifarò nei prossimi!😘
A tutti voi, auguro un buon 2020 e spero vivamente che ogni cosa vada per il verso giusto.
Grazie per questo anno passato insieme. Avervi al mio fianco è sempre più bello!
Pronti per iniziare questo anno pieno di capitoli? Spero di si.
Vi voglio tanto bene♥️
A presto.
-Roberta

Gocce di memoria - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now