Capitolo 6.

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"Allora, le analisi che abbiamo fatto sono assolutamente nella norma. Soltanto i valori del ferro sono un po' più bassi del previsto, ma possiamo assolutamente correggerli con l'alimentazione" Ci spiega il dottore. Io, Riccardo, i miei genitori e i miei suoceri, Raffaella e Stefano, ascoltiamo con attenzione ogni sua singola parola, non tralasciando nulla.
Quest'ultimi sono con me da circa un'ora, e devo dire che sono delle persone davvero gentili e dolci. Dalle tenerezze che mi hanno regalato mi sento davvero amata. Sono riusciti a farmi percepire quanto sia grande il bene che mi vogliono e penso che non esista cosa più bella. "Si presume che mangiando qualcosa di nutriente e giusto, questi valori dovrebbero salire poco dopo"
"E se non dovessero salire?" È mia mamma a chiederglielo. Il dottore la guarda, rassicurandola con gli occhi. "Saliranno, signora. Stia serena... sua figlia sarà costantemente sotto controllo e ogni singolo valore degli esami verrà ripetuto fino allo sfinimento"
"Questi valori sono diminuiti a causa del poco nutrimento?" Gli chiede Riccardo. È qui al mio fianco da ore, e non mi ha lasciato la mano neanche per un istante. Ha paura di perdermi e la cosa è alquanto evidente. Dagli sguardi che mi regala percepisco un vero e proprio senso di protezione, che riesce ad isolarmi da tutto il resto.
"Esatto, signor Marcuzzo. La paziente era in condizioni molto gravi, per cui il suo fisico è stato totalmente danneggiato, nonostante le diverse flebo e tutti i medicinali che le abbiamo somministrato. Abbiamo agito con cautela, e ad oggi, credo che sia stata la cosa migliore" Spiega. Riesco perfettamente a seguirlo e molto probabilmente sono i piccoli dettagli di quest'uomo a sottolineare ciò: il modo in cui ci guarda, il modo in cui parla, il modo in cui muove le mani o la bassa tonalità della sua voce. I termini che usa mi fanno perfettamente capire quanto sia in gamba, e di questo ne sono sicura. "Okay, ho capito. Adesso è tutto più chiaro" Risponde Riccardo, annuendo lentamente. Poi mi guarda, regalandomi un piccolo sorriso che riesce perfettamente ad esprimere tutto l'amore che prova, ha provato e proverà nei miei confronti.
"Bene, ne sono contento. Per qualsiasi dubbio, io sono qui. Va bene?" Ci sorride gentilmente, per poi sospirare con dolcezza. "Questo pomeriggio, verremo a prenderla per fare una tac"
"Va bene" Sussurro io con un filo di voce. Il dottore lancia un ultimo sguardo a me e un sorriso ai miei familiari, un attimo prima di girare le spalle e raggiungere la porta. Un senso di confusione pervade la stanza in ogni singolo angolo, e per la milionesima volta in poche ore, il silenzio prende in mano la situazione.
"Vuoi provare ad alzarti, Fede? Credo che tu abbia la necessità di sciogliere i muscoli... sei un po' tesa" Mi dice Riccardo. Gli occhi di tutti si poggiano su di me, riuscendo a rendermi ancora più fragile di prima. La sua proposta mi fa paura, ma al tempo stesso riesce a scuotermi dolcemente. Ho voglia di scoprire cosa c'è al di fuori di tutto questo, al di fuori di questa porta. Ho tanta voglia di scoprirlo. Forse ho solo bisogno di una breve passeggiata, sono sicura che mi farà bene, ma purtroppo le mie condizioni fisiche non me lo permettono. Sono troppo debole.
"Non credo di farcela, Riccardo" Scuoto la testa piano, disapprovando la sua richiesta. Forse ho solo timore di crollare, ma sono certa che se dovessi farlo, Riccardo sarà al mio fianco per sostenermi sia fisicamente che mentalmente, e di questo ne sono davvero sicurissima.
"Devi farcela, paperella. Io ti aiuterò, ma tu devi metterci solo un pizzico di bona volontà" Alzo lo sguardo verso il suo viso, notando quanto sia immensa la speranza che possiedono i suoi occhioni azzurri. È uno spettacolo bellissimo e questo potrei giurarlo.
Lancio uno sguardo ai miei genitori e ai miei suoceri, notando tanta commozione nei loro sguardi. Anche loro hanno bisogno di un mio passo, anche piccolo, anche insignificante, ma ne hanno bisogno. Lo vedo.
"Va bene" Mormoro a bassa voce, facendo nascere dei sorrisi sulle labbra di tutti. Riccardo si lascia sfuggire un sospiro di sollievo, prima di scostare la coperta dalle mie gambe. La mia pelle a contatto con l'aria diventa sensibile all'improvviso e lui lo percepisce, infatti appoggia entrambe le mani su di esse, accarezzandole con dolcezza. Le sue carezze mi fanno rabbrividire, ma al tempo stesso riescono a regalarmi un'immensa quantità di calore. Fa scivolare la camicia da notte lungo le mie cosce, con l'obiettivo di coprirmi e di farmi sentire a mio agio. La cosa che più sorprende è il fatto che il mio corpo non provi nessun tipo di vergogna, e devo dire che questa cosa mi sorprende veramente moltissimo.
Riccardo incrocia i suoi occhi nei miei, provando a trasferirmi quell'immensa forza che possiede dentro l'anima. Gli circondo il collo con le braccia, mentre le sue mani sgattaiolano sui miei fianchi con l'obiettivo di farmi sedere su un'estremità del letto. Quando ci riesco, mi scappa un sospiro dalle labbra, mentre osservo i miei piedi nudi a penzoloni nel vuoto.
"Bene, noi vi lasciamo tranquilli... è giusto che viviate questo momento nella serenità più assoluta. E poi dobbiamo anche andare da Emma, avrà bisogno di noi" Esclama Raffaella, a bassa voce. Io mi giro verso la loro direzione, notando che stringe dolcemente il braccio del marito per invitarlo ad uscire.
Le sue parole mi ghiacciano il cuore. Non voglio che loro vadano via.
L'istante dopo però, i miei pensieri si poggiano sulla mia bimba, e la cosa mi fa sospirare piano. È lontano da me, ma so per certo che è in buone mani. I miei suoceri mi hanno detto di averla lasciata con Francesca, la sorella maggiore di Riccardo, per cui, credo di poter stare più che serena.
"No, vi prego... restate qui. Ho bisogno del vostro sostegno" Le mie parole escono a fatica, ma ringrazio il cielo di avermi regalato la forza necessaria per farlo.
L'espressione di Raffaella si addolcisce dolcemente, mentre abbassa lo sguardo e annuisce. Io ringrazio entrambi con lo sguardo, ritornando a guardare l'uomo proprio di fronte a me. Le sue mani su di me mi sostengono e penso non ci sia cosa più bella.
"Non tremare... va tutto bene" Mi sussurra, lasciandomi una dolce carezza sul viso. Ho le gambe un po' deboli, i muscoli rigidi e indolenziti, le ossa doloranti e il cuore a mille, ma so per certo che basterebbe un solo e unico movimento che mi porterebbe a scorgere un pizzico di luce in tutta questa immensa e buia situazione.
Prendo un profondo respiro e gli faccio un cenno con il capo, cercando di fargli capire che il mio corpo è pronto per poter rimanere in equilibrio, o almeno credo che lo sia.
Le mani di Riccardo scivolano proprio accanto alle due estremità esterne del mio seno, prima che mi sollevi di peso per permettere ai miei piedi di poggiarsi per terra. Fortunatamente non ho nessuna flebo, per cui riesco a muovermi meglio.
Chiudo gli occhi di scatto, non sapendo come prendere tutto questo. Probabilmente vorrei scoppiare a piangere, ma m'impongo di non farlo. Non è la cosa giusta.
"Non lasciarmi andare" Mi trema la voce, e non sono quella. Mi tremano le mani, mi trema il cuore e anche l'anima.
"Non l'ho mai fatto per tutti questi anni e di certo non lo farò adesso" Mi tranquillizza con un sorriso. Io lo guardo, immaginando a quanto sia bello vedere un'immagine del genere con degli occhi esterni. "Ti tengo io"
Stringo le sue spalle con delicatezza, riuscendo a sentire quanto sia dannatamente teso, ma al tempo stesso anche felice di avermi qui, di avermi al suo fianco.
Rimaniamo stretti in questa posizione per non so quanti secondi, e quando sembra che le mie gambe si siano abituate al fatto di stare in equilibrio, la sua voce roca e dolce rimbomba lungo le pareti del mio cuore. "Riesce a camminare fino alla porta? Voglio almeno offrirle qualcosa alla macchinetta, mia signora" Il suo tono diventa più rigido, ma mantiene sempre quella sfumatura di pura tenerezza. Mi sembra di vedere un vero e principe.
Io mi lascio sfuggire una risata, che viene immediatamente seguita dai miei e i suoi genitori alle nostre spalle.
"Credo di farcela"
"Deve farcela, mia signora. Non può mica darmi buca al primo appuntamento" Questa sua frase riesce ad essere un incentivo per poter afferrare quanta più energia possibile, in modo da raggiungere la nostra destinazione ed essere felici. Essere felici almeno per un po'.

Buonasera♥️
Allora? Cosa ne pensate di questo capitolo? E di questa storia? Vi piace?
Spero vivamente di si. Vi prego di farmelo sapere.🙏🏻
A presto.
-Roberta

Gocce di memoria - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now