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{Camila}

Cazzo. Cazzo. Cazzo.

- "Mamma? Papà?" Dissi cercando di non tremare, mi avevano vista baciarmi con Lauren, in un ospedale per di più, merda.

- "Ci sono anche io!" Disse Sofi con tono arrabbiato, ma ovviamente seppi che stava scherzando.

In quel momento non avevo tempo per lei, dovevo parlare con i miei.

- "Credo che dovremmo parlare" Dissi, loro annuirono all'unisono senza far trasparire alcuna emozione dal loro volto.

Dinah entrò in stanza, e accorgendosi della situazione tesa disse:

- "Piccolina, che ne dici se vieni a giocare un po' con me?" Chiese a Sofi. Lei annuì prontamente, e dopo avermi abbracciato forte disse:

- "Comunque la tua ragazza è bellissima" Quasi mi soffocai con la mia stessa saliva, io e Lauren stavamo insieme o no?

Mia sorella se ne andò, e il mio sguardo finì sui miei genitori.

- "Andiamo a parlare da qualche parte?" Chiese mio padre impassibile.

- "No, voglio che Lauren sia qui, al mio fianco" Risposi con lo stesso tono andando vicino a lei e intrecciando le nostre dita.

Per un secondo pensai di star facendo una cavolata, ma quando mi voltai e sul suo volto trovai un sorriso rassicurante, che mi spinse a sorridere a mia volta.

- "Così...stai con una ragazza?" Chiese mia madre indicando Lauren, non ebbi il tempo di rispondere.

- "Sì, signora Cabello. Piacere, mi chiamo Lauren Jauregui, e sono la ragazza di sua figlia, mi sarebbe piaciuto presentarmi in un'occasione differente, e non mentre sono in un letto d'ospedale, ma le circostanze sono queste" Il mio sguardo si unì con il suo, e le sorrisi radiosamente.

- "Quando avevi intenzione di dircelo?" Fu mio padre a parlare, fissandomi scettico.

- "E voi quando avevate intenzione di dirmi di Rachel?" Sputai fuori quelle parole come veleno.

Gli occhi di entrambi si spalancarono, e quelli di mia madre divennero lucidi.

- "Come lo sai?" Chiese mio padre con lo stesso identico tono.

- "Vuoi sapere come faccio a saperlo? Rachel era la ex ragazza di Lauren, che quella pazza della nostra vicina ha rapito incolpandola della morte della mia gemella, riassunto corto per diciotto cazzo di anni, vero?" Dissi con risentimento, mia madre stava quasi per singhiozzare, mio padre invece aveva sempre lo stesso sguardo impassibile.

- "Pensavamo che non dirtelo fosse la scelta migliore" Disse mio padre. Scossi la testa alzandomi e lasciando la mano di Lauren:

- "La scelta migliore per me o per voi?!" Urlai. Mia madre sussultò, non avevo mai mancato di rispetto a nessuno dei due, ma le mie urla le meritavano, eccome se le meritavano.

- "Camila, calmati" Disse mia madre.

- "Non dirmi di calmarmi! Mi avete nascosto una gemella! Mi avete nascosto la mia vera infanzia! Avete insabbiato tutto per puro piacere personale! Non dirmi di calmarmi, cazzo!" Mio padre mi puntò il dito contro alzandosi.

- "Non osare rivolgerti a tua madre con questo tono" Risi istericamente.

- "Oh, e lei sarebbe una madre? È solo una donna bug-" Prima che potessi finire la frase una mano si scontrò contro la mia guancia facendomi voltare verso destra.

Mio padre mi aveva appena tirato uno schiaffo.

Chiusi gli occhi e cercando di non piangere moderai il mio tono in modo che risultasse il più freddo possibile:

- "Fuori di qui" Loro mi obbedirono senza aggiungere nulla, e io portai la testa fra le mani.

Cosa c'era di sbagliato in me?

Mi voltai verso Lauren, che mi guardava dispiaciuta e preoccupata.

Mi fiondai fra le sue braccia, le uniche che sapevano tranquillizzarmi sul serio.

~

{Lauren}

Camila era andata a casa da un paio d'ore, dopo un battibecco lungo l'avevo convinta che una bella dormita e una doccia calda sarebbero state le cose migliori.

Mi trovavo sdraiata nella mia stanza d'ospedale da sola, visto che non era l'orario delle visite.

Fissavo il soffitto intensamente, forse in cerca di qualche tipo di segno da parte di Rachel.

Ora sapevo chi era stato, la polizia aveva parlato con me.

Un pomeriggio quella pazza aveva pianificato un'incidente, e l'aveva investita la sera stessa.

Quando sentii la porta spalancarsi la fissai confusa, e quando vidi chi apparve il mio sguardo diventò ancora più confuso.

Il padre di Camila.

- "Scusa il disturbo, posso?" Disse indicando la sedia vicino al mio letto, annuii senza dire nulla.

Cosa voleva da me?

- "Uhm, sono venuto qui per parlarti" Annuii per farlo continuare. "Di Camila" Aggiunse.

E di chi sennò?

- "La ami?" Mi chiese, non mi aspettavo una domanda così diretta, ma comunque risposi senza esitazione un secco:

- "Sì" Lui annuì abbassando lo sguardo.

- "Com'era?" Sapevo bene che quella domanda non era riferita a Camila.

- "Bellissima, capelli mori e lunghi, occhi verdi, alta come Camila, un sorriso bellissimo, fantastica" Descrissi Rachel, e lo vidi sorridere triste.

- "Mi sarebbe piaciuto averla accanto" Sussurrò, non dissi niente, cosa avrei potuto dire? "Non me l'aspettavo, mi dispiace per tutto quello che ti è successo, e...e se con mia figlia fai sul serio io lo accetterò volentieri" Sorrisi.

- "Grazie, e comunque sì che faccio serio, amo sua figlia più della mia stessa vita" Risposi sicura.

Il male alle costole e alla testa non mi permetteva di parlare molto, ma quella era una delle situazioni in cui avrei dovuto parlare per forza.

- "Bene, allora" Rispose leggermente a disagio, non sapeva più cosa dirmi.

- "Dovrebbe parlare con Camila, dirle la verità e le sue ragioni, trattarla con freddezza non serve a niente" Lo spronai.

- "Sì, lo so" Rispose sospirando.

- "Non vada ora, per favore. Credo stia dormendo, non voglio che perda ore di sonno, già non si fa una dormita da un po', preferirei che dormisse" Lui annuì.

- "Certo, e grazie" Mi disse, annuii.

- "Di nulla" Risposi.

- "Beh, buona guarigione, e ciao" Mi disse schiarendosi la voce. Lo salutai con un cenno e sospirai.

Una piccola domanda mi passò per la testa: ma come diavolo aveva fatto ad entrare se non era l'orario delle visite?

Let Me Love You (Lauren G!P) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora