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{Camila}

Appena misi fuori piede dall'aeroporto era mattino inoltrato e giurai di poter toccare il cielo con un dito, finalmente ero la città in cui volevo vivere sin da piccola. Manchester per me era sempre stata un miraggio, il suo paesaggio, le sue strade, perfino il suo clima, mi attiravano. Chiusi gli occhi e mi eccitai solo per il fatto che stavo respirando l'aria di Manchester per la prima volta, buffo da dire, ma era la verità.

- "Ora dovrebbe arrivare la più grande delle ragazze che abiteranno con noi a prenderci" Mi disse Dinah. Annuii aspettando che la ragazza arrivi, e nel frattempo tirai fuori dalla giacca il mio amato cubo di Rubik. Proprio mentre cercavo una combinazione per far combaciare i pezzi gialli un clacson risuonò in tutto il parcheggio. Alzai lo sguardo e vidi una macchina, una semplice Audi nera. Sorrisi e scambiandomi uno sguardo con Dinah capì che la ragazza era lei. Entrammo in auto -io nei sedili dietro- e immediatamente notai una ragazza abbastanza bassa -lo capivo dal fatto che con la testa non arrivava nemmeno a superare lo schienale- e bionda al volante.
Quando si voltò verso di me e sorrise scorsi la gioia nei suoi occhi, doveva essere davvero felice questa ragazza.

- "Tu dovresti essere Camila giusto? Io sono Allyson, ma per gli amici Ally" Annuii. Dinah probabilmente la conosceva già visto che avevano parlato via messaggi, però a me non mi aveva mai visto. Lei sorrise nuovamente e partì. Guardai per tutto il tempo fuori dal finestrino sentendo la conversazione fra Ally e Dinah che si sviluppava principalmente sul perché ci fossimo trasferite così tanto lontano a "soli" diciotto anni. Ringraziai Dinah mentalmente visto che aveva risposto anche per me, e fortunatamente aveva detto cose sensate e che pensavo davvero.

Appena arrivate davanti a casa notai che era un specie di villetta, Dinah aveva scelto davvero bene, era bella ma sobria, e non era troppo vistosa, Ally aprì il cancello con un telecomandino attaccato alle chiavi e disse

- "Avrete già le chiavi, le nostre due vecchie coinquiline ce le hanno lasciate quindi saranno vostre" Dinah era sempre stata una tipa curiosa, quando una domanda le gira per la testa non può evitare di farla.

- "Perché se ne sono andate?" Ally fece un sorriso triste, probabilmente questa storia le rievocava momenti che preferiva non ricordare, ma Dinah non ci diede molto peso visto che voleva avere una risposta.

- "Erano due migliori amiche, una delle due ha fatto un incidente e purtroppo è morta. L'altra ragazza ha deciso di andarsene" Io e Dinah rimanemmo senza parole, la storia mi fece rabbrividire. Anche se non le conoscevo mi dispiaceva.

- "Avevano la vostra età" Disse Ally probabilmente ricordandole, poi, come se si fosse ricordata di qualcosa disse "Vi prego solo di non parlarne con Lauren, una delle coinquiline che dopo vi presenterò, diciamo che era molto legata alla ragazza che è morta"
Annuimmo entrambe, anche se non ce lo avesse detto non lo avremmo fatto comunque, di certo non era la prima cosa che ci passava per la mente chiedere di una ragazza morta.

Parcheggiò la macchina in un garage che ne conteneva un'altra e poi scendemmo.
Notai solo in quel momento che sul retro c'era una piscina molto bella, e anche grande.
Ci avviammo verso la porta, che Ally aprì con un mazzo di chiavi. Appena entrammo una piccola entrata ci condusse al salotto che aveva una porta comunicante con la cucina.
Poi notai una ragazza seduta sul divano mangiare popcorn. Era davvero bella, appena si voltò studiai i suoi tratti. Aveva dei capelli mossi con le punte celesti. Era di colore e aveva gli occhi neri come la pece. Appena ci vide ci rivolse un sorriso cordiale che io ricambiai. Si alzò dal divano e venne verso di noi.

- "Ciao, io sono Normani. Voi dovreste essere.." Lasciò la frase in sospeso per permettere a noi di continuarla. Probabilmente sapeva i nostri nomi, ma non aveva idea di chi fosse chi, e quindi, per non sbagliare, diede a noi l'onore di presentarci.

- "Io sono Dinah Jane, ma puoi chiamarmi Dinah, o DJ, o come vuoi" Quasi non scoppiai a ridere per l'agitazione palpabile di Dinah, dallo sguardo che stava riservando a Normani sembrava che volesse solo sprofondare per l'imbarazzo, il che mi era sembrato alquanto strano visto che Dinah non era sicuramente il tipo che si imbarazza a perché doveva presentarsi, anzi, io ero fatta così.

- "Io invece sono Camila, ma puoi semplicemente chiamarmi Mila come fanno tutti" Normani mi sorrise e poi rivolse di nuovo il suo sguardo a Dinah ispezionandola per bene. La situazione era abbastanza strana di per sé, ed Ally, che se n'era accorta, cercò di smorzare la tensione.

- "Bene, uhm, ora vi accompagno nelle vostre camere. Sono al piano di sopra" Sia io sia Dinah annuimmo e ci dirigemmo verso le scale con Ally che ci faceva da guida. Arrivate in cima uno spazioso corridoio si faceva spazio dinanzi a noi, le porte erano esattamente cinque, due sulla sinistra e tre sulla destra, e ogni porta aveva il nome della persona che possedeva la stanza. La prima sulla destra, che non era allineata con nessun'altra porta portava il nome di Ally scritto in una simpatica targhetta di metallo rosa. Quella dopo la sua era senza targhetta, quindi sarebbe stata o mia o di Dinah. E quella dopo aveva il nome dell'inquilina che non avevo ancora conosciuto: Lauren. Era fatta di metallo come quella di Ally ma era completamente nera e la scritta bianca cenere risaltava, era semplice e senza ghirigori o fantasie. Probabilmente la ragazza non era propriamente allegra o aperta.
La prima stanza sulla sinistra era allineata con quella vuota, e portava la targhetta di Normani. Capii immediatamente che avrei dovuto occupare la stanza accanto a quella di Normani, e quindi di fronte a quella di Lauren, perché sicuramente Dinah voleva stare nella stanza di fronte a quella della ragazza che sembrava averle rapito il cervello con un solo sguardo.
Mi avviai verso la stanza non prima di aver sorriso ad Ally e aprii la porta. Per un secondo le pareti prive di emozioni e spoglie mi fecero sussultare. Mi ricordai però che probabilmente avevano smantellato tutto per via della ragazza morta, anche se non sapevo se questa effettivamente fosse la sua camera.

Anche se la stanza era molto impersonale era comunque spaziosa e bella.
In fondo sulla sinistra c'era un letto a una piazza e mezzo e proprio attaccata c'era un scrivania con una finestra a vasistas. Sulla destra invece c'era un semplice armadio e una libreria composta da cinque scaffali, perfetta per me visto che amavo leggere e metà della valigia era occupata da libri di vario genere.
Per prima cosa cominciai a disfare la valigia all'interno dell'armadio. Avevo un assoluto bisogno di ordine. Dopo aver terminato di sistemare i vestiti sistemai i libri nello scaffale che occuparono i tre scompartimenti in basso, mentre gli ultimi due, in alto, erano vuoti. Sospirai, presi due foto che avevo deciso di portare e le sistemai nel primo ripiano.

Una ritraeva me e Sofi mentre giocavamo al parco, stavamo sorridendo mentre ci abbracciavamo, mia nonna era morta da poco e Sofi stava davvero male così avevo deciso di portarla lì per farla contenta, ero riuscita a farla sorridere dopo qualche settimana che non l'aveva fatto e la cosa mi aveva reso orgogliosa, con noi c'era anche Dinah, che ovviamente aveva scattato la foto.

La seconda invece ritraeva me e Dinah ridere mentre ci battevamo il cinque a tredici anni.
Eravamo all'estate ragazzi e stavamo facendo una caccia al tesoro, in quel momento avevamo appena capito l'indizio che poi ci avrebbe portate a vincere e così abbiamo battuto il cinque. La foto l'aveva fatta un bambino di nome Charles, era fissato nel portarsi in giro la sua fotocamera e quando ci aveva fatto quella foto aveva semplicemente detto che quello era un momento che ritraeva la vera amicizia, e visto che la foto era davvero così tanto espressiva la feci incorniciare e lo stesso fece Dinah, ce la regalammo a vicenda quello stesso anno per Natale -visto che lo passavamo sempre insieme- e quando avevamo visto che ci eravamo fatte lo stesso regalo eravamo semplicemente scoppiate a ridere. Con Dinah era sempre così, lei era la mia roccia, senza di lei sarei stata davvero persa.

Ad interrompere i miei pensieri fu Ally, che entrò in stanza senza bussare, probabilmente era un suo vizio, sorrisi e lei ricambiò per poi porgermi le chiavi, anch'esse erano impersonali e senza ghirigori.

- "Sono venuta per darti queste. La targhetta te la farà direttamente Lauren, è davvero brava con queste cose. Quando tornerà dall'università potrai conoscerla" Mi disse sorridendo. Annuii con un piccolo sorriso. Ero sempre più curiosa di scoprire chi fosse quella ragazza che tanto Ally nominava. Sospirai e dopo che la bionda uscì dalla camera mi buttai sul letto. La mia nuova vita sarebbe stata questa, e per ora non mi sembrava così tanto male.

Let Me Love You (Lauren G!P) Where stories live. Discover now