26 - Sr. Black

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Il lavoro oggi è tanto. Le chiamate stanno arrivando a non finire, mentre Darren disegna un progetto.
Sono le undici di mattina, sembra che le chiamate si siano calmate quando in realtà il secondo dopo squilla di nuovo.

<<Madison?>> una voce di un uomo rimbomba nel mio orecchio.

<<Si, sono io. Come posso esserle d'aiuto?>> Domando un po' confusa, dato che nessun cliente mi ha mai chiamata per nome.

<<So che c'è Darren lì con te. Digli che il progetto può anche ficcarselo nel culo>>

Spalanco leggermente la bocca <<Lei chi è?>> prendo la penna appuntando ciò che mi dirà.
Vedo Darren prendere il telefono e collegarsi con la mia chiamata e ascoltare.

<<Sono il Sr. Black, il suo progetto è stato disegnato in una maniera disgustosa, troppe imperfezioni>> si lamenta.

<<Si sta sbagliando Sr. Black. I miei progetti sono tutti perfetti, si sarà confuso>> risponde al posto mio Darren, portando il suo indice davanti al naso per dirmi di non parlare più e stare zitta.

<<Il progetto 230 è il suo>>
<<Si sta sbagliano, io le ho fatto il 244>>
<<Sr. Darren...>> si ferma e poi riprende a parlare <<Mi perdoni, quell'imbecille del mio segretario mi ha dato il progetto sbagliato. Mi perdoni. Una buona giornata>> chiude senza dare il tempo a Darren di rispondere.

Vedo Darren fissare davanti a se, i suoi occhi sembrano vuoti, come se stesse cercando di sforzarsi e ricordare qualcosa.

<<Tutto ok?>> mi alzo e vado verso di lui a passo lento.
Adesso mi guarda <<Cosa ti ha detto all'inizio?>> apre un cassetto in modo frenetico, esce un malloppo strapieno di fogli e scorre in ordine alfabetico.
<<Mi ha chiamata per nome>>
Si gira a guardarmi di scatto <<Cosa?>> non trova ciò che cerca e si lascia andare all'indietro nella sedia imbottita <<Ci hanno preso in giro>> afferma mettendo entrambe le braccia nei braccioli della sedia e portando le mani in modo intrecciate davanti la bocca con fare concentrato.
<<Che vuoi dire?>> Chiedo perplessa.
<<Vuol dire che non esiste nessun progetto, il 244 l'ho consegnato al Sr. Brown, non Black. Qualcuno vuole sabotare il Sr Brown, il signore di prima ci ha dato informazioni sbagliate, come per esempio il suo nome. Qualcuno vuole rubarglielo. Quel progetto me l'hanno pagato 1.000.000, vale un sacco di soldi, ma qualcuno vuole fregarglielo e rinvestirci di più. Sono stato 3 mesi per disegnare il centro commerciale più grande di New York. Non permetterò che qualcuno me lo rovini. Vado ad informare il signor Brown. Ma la cosa che non riesco a capire, è come cavolo sa il tuo nome?>> si alza di scatto con il telefono in mano e arrabbiato.
Gli prendo la mano libera e lo faccio girare verso di me <<Andrà tutto bene>>
Si avvicina e posa un bacio nella mia fronte <<Ne sono certo>> mi rassicura uscendo dall'ufficio.

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Sono le nove di sera, scendiamo dalla macchina e finalmente torniamo a casa.
<<Sono davvero stanca>> dico toccandomi la schiena.
<<Lo so piccola. Stare seduti tutti il giorno, non è il massimo>>.

Mi giro verso la strada, sentendo un piccolo rumore. Vedo una macchina nera parcheggiata di fronte casa nostra. Darren si gira, guarda bene e capisce qualcosa che io ancora non capisco. Prende il mio braccio e mi trascina dentro sbattendo la porta velocemente alle nostre spalle.
<<Qualcuno ci sta pedinando>>confessa arrabbiato e con serietà.
Andiamo verso la cucina e non troviamo nessuno. Grace e Ethan saranno nelle loro stanze mentre mia madre e Kole saranno ancora fuori.
<<Ne sei sicuro?>> Chiedo agitata e un po' impaurita.
<<Si>> si avvicina verso la finestra, sposta di poco la tenda ed è sparita.
<<Io non conosco nessuno che possa avere quella macchina>> rifletto cercando una spiegazione.
<<Nemmeno io>> la sua compostezza da uomo con autocontrollo è ritornato.
<<Non osare uscire senza di me Madison, non è sicuro>> mi punta un dito contro.
<<Non lo farò>> prendo la sua mano e mi avvicino a lui.
<<Ne sono sicuro>> prende i miei fianchi morbidi e bacia il mio collo.
<<Sei...>> mi guarda con occhi diversi, si avvicina di più al mio corpo e sorride mostrando di poco le straordinarie fossette.
<<Sei fantastica Madison. Non ho mai incontrato una donna come te>> le sue mani finiscono nel mio sedere e lo stringe.
Poggio le mani dietro al suo collo e lo bacio, senza perdere tempo, ho voglia di lui, del suo corpo, l'unica persona che mi fa stare bene è lui.

<<Ma che diamine...>> sento la voce di qualcuno dietro di noi. Kole.
Spingo Darren velocemente e quando lo faccio Darren mi guarda arrabbiato e infastidito.
<<Signor Kole...>> comincio ad agitarmi sentendo le mani prudermi.
<<Da quando?>> Domanda scioccato, come se avesse visto un fantasma.
<<Da sempre>> risponde suo figlio impassibile a tutto ciò.
<<Perché non ne avete parlato?>> sembra essere arrabbiato, come se fosse stato appena tradito da noi.
<<Parlare di cosa?>> alza un sopracciglio Darren.
<<Di voi>>
<<Non c'è nessun noi>> sospira con strafottenza lasciando la stanza.

Cosa? Se ne va?
Kole mi guarda e sospira <<Ok...questa discussione non finisce di certo qui. Se c'è davvero qualcosa tra di voi non è nulla di grave, ma dovremmo parlarne. Non credi?
Comunque non dirò nulla a nessuno>> il suo sguardo cambia da deluso a dolce, sta cercando di farmi sentire meglio.
<<Buonanotte Madison>>
<<Buonanotte>>

Quando rimango sola e lui va via, mi rendo conto della realtà dei fatti. Perché si è appena comportato come una ragazzino offeso? Che gli è successo? Non è da lui.
La cosa che mi ha fatto più male è stata soprattutto "non c'è nessun noi".
Come può dire una cosa del genere.
Ripensando a ciò che ha detto, inizio a scaldarmi e a essere ferita dalle sue parole.
Così decido di salire e parlare con lui una volta per tutte.

Two StormsWhere stories live. Discover now