4 - Controllo perso

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Sono passati tre giorni da quando io e Darren abbiamo "dialogato" fuori da quel locale. Ho cercato in tutti i modi di evitarlo o di parlargli. Sono le sette di sera, avrò tutta casa per me. Elisabeth è già in camera sua a riposare, mentre gli altri sono usciti, compresi Kole e mia madre.
Mi metto comoda sul divano a L e scorro i canali, cercando qualcosa di carino da vedere.
Dopo minuti, decido di spegnere la televisione, non c'era niente di allettante da vedere. Sbuffo annoiata, ma ad un tratto sento dei rumori.
Terrorizzata, corro subito a prendere una padella e mi metto sulla difensiva. Cammino lentamente verso l'entrata, vedo un'ombra e così esco allo scoperto per colpire, chiunque sia.

La persona davanti a me si para, prendendo il mio polso e alzando il braccio in aria. Ho gli occhi chiusi per la paura e quando inizio ad aprirli lentamente vedo il viso di Darren.

<<Ma che diamine stavi cercando di fare?>> chiede alzando un sopracciglio.

Mi distolgo delicatamente dalla sua presa e spalanco leggermente gli occhi <<Scusa, pensavo fossi un ladro>> gratto la nuca, imbarazzata più che mai. Sono una stupida.

<<Sul serio pensavi di fermarlo con una pentola?>> ci risiamo, ecco che mi prende di nuovo in giro.

<<Si...cioè no, ma almeno di farlo svenire con un colpo secco in testa>> mi difendo camminando di nuovo verso la cucina.

Sento i suoi passi sicuri e pesanti seguirmi <<Sei davvero un genio, non ci avevo pensato>>

<<Sei tornato per prendermi di nuovo in giro?>> Domando già irritata.

<<In realtà sono tornato perché questa è casa mia>> si appoggia nella penisola e mi guarda come se fosse pronto a ridere di me tutta la serata.

<<Stai iniziando a infastidirmi>> sbuffo buttandomi a peso morto sul divano.

<<Che peccato>>

<<Dico sul serio Darren>> inchiodo i miei occhi nei suoi.

<<Sennò? Questa volta proverai a darmi uno schiaffo?>>

<<Può essere>>

<<Potresti, ma non non hai il coraggio>> mi provoca per avere una mia reazione.

Ma la conversazione finisce lì, sale al piano di sopra e io prendo un po' di succo.

Mi butto sul divano e penso a mio padre, John. Sono contenta che mia madre l'abbia lasciato, è un grandissimo stronzo. Non riesco nemmeno più a definirlo tale. La tradiva ogni notte, mentre lei lo aspettava. Lei cercava di capire qual era il problema, così decise di seguirlo e scoprii che andava nei night club e pagava delle ragazze. Che porco schifoso, potevano avere la mia età. È andato avanti così per un anno, dopodiché ha preso la decisione giusta. Incontrando così l'uomo giusto per lei.

Sono stanca, spengo le luci e percorro le scale con prudenza. Vedo una luce fioca provenire da una stanza. Mi avvicino lentamente senza farmi vedere e osservo l'interno. Vedo Darren nudo, con solo un asciugamano a coprirlo dalla vita in giù. I suoi capelli bagnati fanno cadere delle goccioline nel suo collo, nella sua schiena e nei suoi pettorali. Divento rossa per la vergogna. Ma cosa sto facendo? Vai in camera tua Madison!

Va nel suo bagno personale e sbuca con addosso un sotto della tuta. A ogni suo movimento i suoi muscoli si contraggono.

<<Che fai lì? Entra>>

Ecco, vengo beccata in fragrante. Cosa? Entrare? Faccio dei passi lenti ed entro.

<<Hai bisogno di qualcosa?>> stranamente sembra essere gentile e disponibile.

<<N-no>> lo guardo e vedo che si avvicina.

Si ferma di fronte a me e alza la sua mano toccando la mia guancia. Mi pietrifico sul posto al suo gesto. Il pollice strofina una parte e poi ritira la mano lentamente <<Eri sporca>>

Il suo sguardo vaga ovunque.
<<Quanti anni hai?>> chiede.

<<Ventidue, tu?>> sento molto caldo, ho bisogno di aria fresca.

<<Ventotto>> risponde. Ma è come se fosse assente e la sua mente pensasse ad altro.

<<Devo andare>> dico attirando la sua attenzione.

<<Dovresti, è meglio>> inizia ad accorciare la distanza tra di noi e sento di dover correre via da qui.

Cammino all'indietro e lui continua ad avanzare verso di me, finché non tocco un mobile che arriva alle mie natiche.

<<Perché sei ancora qui?>>

<<S-se ti sposti, magari potrei andarmene>>

<<Giusto. Ma avresti dovuto farlo subito>> poggia le mani nei bordi del mobile dietro di me e si abbassa leggermente fino ad arrivare all'altezza del mio viso.

<<Che stai facendo Darren?>> il mio respiro accelera e dentro di me urlo aiuto. Elisabeth ti prego vieni a salvarmi.

<<Non lo so>>

<<Divento molto esigente quando mi fanno innervosire. Lo sai?>> la sua mano si avvicina alla collana che ho tra i seni e la prende. Se la porta alla bocca e con questa mossa mi tira a lui definitivamente. Credo di essere appena finita nelle grinfie del lupo.

Lascia andare la collana <<Mi istighi e meriteresti una punizione per questo...ma non posso>> il suo viso è a pochi centimetri dal mio.

Butta un lungo sospiro e con i suoi occhi colmi di qualcosa che non riesco a decifrare sussurra un <<Vattene subito da qui...Buonanotte Mad>>

Cosa? Mad?

Si allontana lentamente mentre io esco a passo svelto dalla stanza e entro nella mia chiudendo la porta.

Mi attacco alla porta e butto la testa all'indietro. Tutto questo sta diventando strano. Sembra che non solo io sia attratta da lui.

Two StormsWhere stories live. Discover now