15 - Segretaria

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Sono passati due giorni da quella sera, dalla proposta di Darren, che mi frullava in testa quasi ogni ora. Ma ho già preso una decisione. Vorrei avere dei soldi e lavorare anch'io. Non credo sarà tanto difficile lavorare con lui, almeno spero.
Sono le otto di mattina, così mi alzo dal letto e vado verso la sua stanza per poi bussare <<Entra pure>>

Lo trovo già sistemato, impeccabile, pronto ad andare a fare l'uomo d'affari.
<<Ho pensato alla tua proposta>> lo guardo mentre abbottona l'ultimo bottone della giacca.
<<Finalmente>> mormora fissandomi.
<<Accetto>>
<<Lo sapevo. Bene...tieni>> si allontana, apre il suo armadio e va a prendere una scatola davvero bella esteticamente <<Qui c'è l'occorrente, fra mezz'ora dovrai essere pronta. Inizi oggi>>
Lo guardo con stupore, prendo la scatola, lo ringrazio e corro in camera mia, troppo poco tempo.

Non posso credere a tutto ciò. Io lavorare con lui? Come segretaria? Cose da matti. Non mi sarei mai aspettata tutto questo.
Faccio una doccia veloce, mi asciugo e apro la scatola. Vedo una camicia bianca molto piccola, una giacca, una gonna molto stretta, che arriva alle ginocchia e delle décolleté.
Mi vesto velocemente e metto i tacchi.
Per fortuna, essendo estate, raccolgo i miei capelli bagnati in uno chignon ordinato, applico del mascara e poi passo al lucida labbra.
Quando vado a specchiarmi, noto che il mio seno un po' prosperoso allarga leggermente i bottoni mostrando un pizzico di reggiseno in pizzo bianco, per fortuna non si nota tanto e lascio perdere, non c'è più tempo.
Apro la porta e trovo Darren ad aspettarmi <<Appena in tempo. Andiamo>> replica.

In macchina regna il silenzio, sento quasi il rumore dei miei battiti, sono nervosa, anche imbarazzata.
Dopo un po' di strada, parcheggia.
Arriviamo in un palazzo di vetro non molto alto, lo seguo, aprendo porte di vetro e salutando gente con la mano. Saliamo nell'ascensore e spero che finisca presto. Mi accorgo che siamo arrivati all'ultimo piano, ci incamminiamo in un lungo corridoio con solo infondo una porta di lusso. La apre e vedo una stanza enorme, le pareti sono di un bianco panna e ci sono due scrivanie, una bianca e una nera.

<<Quella bianca sarà quella tua>> mi informa allontanandosi e prendendo alcuni fogli dalla scrivania nera.

<<Allora, tutto ciò che dovrai fare e fissare i miei appuntamenti con gente importante, con cui fare contratti o progetti>> mi passa questi fogli e li prendo.
<<Posso sapere almeno che lavoro è?>>
<<Faccio l'architetto piccola, io disegno case, palestre, palazzi, tutto ciò che riguarda una struttura. Io vendo i miei capolavori>>
Lo guardo sorpresa <<Non pensavo che tu sapessi disegnare queste cose pazzesche>> indico il quadro che si trova proprio sopra la mia sedia.
<<Quello è un progetto così grande e costoso, che nessuno ha mai osato comprare>> va dietro la mia scrivania e apre un cassetto pendendo un foglio bianco.
<<Questo è il mio numero di telefono e questo è quello del mio ufficio>> dice mentre scrive.
Non so il motivo, ma mi eccita il fatto che finalmente abbia il suo numero.
Strappa un pezzo di carta e me lo porge insieme a una penna <<Scrivimi il tuo>>
Lo scrivo piegandomi un po' verso la scrivania e noto i suoi sguardi impertinenti sulla mia figura <<Ecco fatto>>

Va verso la sua scrivania e si siede <<Allora... quando qualcuno chiama, scrivi il suo nome e il suo cognome, appuntalo e soprattutto fatti dire se vuole prendere un appuntamento e per quale motivo>> accende il suo computer di ultima generazione e mi accorgo di averlo uno simile, solo un po' più piccolo.
<<Ricevuto, sembra facile>> vado a sedermi e accendo anch'io il mio computer.
<<Se vuoi appuntarti gli appuntamenti nel computer puoi farlo, ma dovrai essere consapevole che se le perderai sarai licenziata, tutto ciò che perdi è denaro. Quindi ti consiglio i fogli>> mi guarda poggiando i gomiti ai bordi della scrivania.
<<Oh...allora userò i fogli>> sto per dire qualcos'altro quando entra qualcuno sbattendo la porta in maniera violenta.

Entra una ragazza che dire perfetta, è poco. Capelli biondi, occhi azzurri, labbra carnose, fisico mozzafiato e vestita divinamente.
<<Come hai osato licenziarmi>> va verso Darren e sbatte una mano sulla superficie del tavolo.
<<Non sei capace>> dice in modo impassibile sistemando alcune carpette.
<<Stai scherzando? Facevo il mio lavoro perfettamente>> strilla.
<<E come? Scopando i miei clienti?>> adesso la guarda, come per farla zittire.
<<Vuoi dirmi che tu non hai scopato con mezzo edificio?>> rinfaccia lei.
<<Alyssa, vattene>>
<<Bene, me ne vado. Che il tuo impero di merda crolli>> mi guarda e prima di uscire aggiunge <<Non è ciò che pensi>> mi avvisa.

In che senso?

<<Prima che tu possa domandarmelo lei è Alyssa, la famosa segretaria che Ethan vuole scoparsi>> mormora guardando il computer.
<<Oh>> dico un po' scombussolata per ciò che è appena accaduto.
<<Oggi finiremo tardi, verso le dieci di sera. Domani mattina parleremo del tuo contratto e del tuo denaro>> mi avvisa.
Annuisco e sono pronta per questa giornata.

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Sono le otto di sera e ho preso trenta appuntamenti. Non pensavo fosse così richiesto. Darren ha da questa mattina che disegna. Così mi alzo e vado verso di lui. I rumori dei miei tacchi rimbombano per tutta la stanza e lui alza lo sguardo verso di me.
Mi poggio in un lato della scrivania e osservo il disegno. È praticamente perfetto, usa squadre, righelli, matite apposite per fogli appositi.
<<Ti piace?>> chiede poggiando la matita sulla superficie e allontanandosi con la sedia all'indietro per avere una vista del mio corpo.

<<È stupendo>> dico iniziando ad avere caldo.
<<Tu sei stupenda con questi vestiti addosso>> prende la mia mando e mi fa sedere sulle sue gambe. Il mio cuore perde un battito e il contatto con il suo corpo mi fa vibrare dentro.
<<Con questa camicia poi>> il suo indice gioca con il bottone della mia camicia, proprio quello che mostra il reggiseno.
Lo guardo negli occhi e penso che vorrei tanto poter baciarlo, ma non posso.
Vedo che sbottonata quel bottone, lasciando intravedere la mia pelle.
L'altra mano strofina la mia coscia, salendo e scendendo.
Il suo viso si avvicina lentamente all'incavo del mio collo e prima che potesse ancora baciarmi, butto la testa leggermente di lato, per lasciarlo fare.
Posa le sue bellissime labbra nel mio collo e inizia a lasciargli lunghi baci umidi <<Non sai cosa ti farei Madison>> porta di scatto la gonna a metà cosce e io ne rimango sorpresa.
Il mio telefono di servizio inizia a squillare, sarà qualcuno che vuole prendere un altro appuntamento.

<<D-Darren dovrei rispondere>> sussurro beandomi ancora dei suoi baci.
Si stacca lentamente, mi alzo con il viso in fiamme e abbasso la mia gonna. Raggiungo il telefono e rispondo, nel mentre abbottono quel bottone e poi mi giro per guardare Darren, che mi squadra come se fossi la preda che non riesce mai a prendere. Le sue guance sono un po' arrossate, le sue labbra più rosse e i suoi occhi pieni di lussuria. Vederlo così, mi fa sentire debole, vorrei tanto poter fare l'amore con lui, sentirlo mio, e penso che lui pensi lo stesso.

Finalmente abbiamo finito, lui prende le sue cose, io prendo il foglio con i suoi numeri e finalmente torniamo a casa.

Two StormsWhere stories live. Discover now