30.

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Cole
"Certo, ci vediamo dopo" affermo riagganciando e metto il telefono in tasca. Will è uscito dall'ospedale e ora può finalmente tornare a casa e ricominciare con gli studi, è proprio con lui che stavo parlando al telefono, vuole incontrarmi per cena. Sono sempre suo padre, non posso farcela senza di lui come lui non può farcela senza di me.

Riguardo a Lili... Beh con lei è più complicato di quanto pensassi. Siamo tornati come prima, forse peggio. Non ha intenzione di parlarmi o vedermi, lascia soltanto che Will possa incontrarmi senza mai fare in modo che ci vedessimo anche per sbaglio. Lo ammetto, mi manca da morire ma ho capito che certe volte la cosa migliore è arrendersi, lasciare le cose come stanno.

Forse posso abituarmi con il pensiero che non è più mia, che mi odia. Sono stato io a procurarle tutto questo dolore, la sofferenza, l'inferno che sta passando è solo e soltanto a causa mia. Non dovrei essere sorpreso se mi odia.

Però per adesso il mio problema più grande è Kj. So che si vorrà vendicare in qualche modo per quello che gli ho fatto, ed è proprio questo che mi preoccupa. Se senza motivo ha quasi ucciso mio figlio, ora cosa farà? Ucciderà me o quelli che mi tengono in vita?

Qualsiasi cosa vorrà fare quel figlio di puttana io giuro su Dio che lo torturerò, lo eliminerò dalla faccia della terra! Non gli permetterò mai più di toccare qualcuno della mia famiglia. Se anche sfiora Lili, Will o Amy con un solo dito, io glielo staccherò e glielo farò ingoiare. Perché quello che è mio non si tocca.


Indosso la giacca ed esco dalla mia stanza d'albergo, lo so, devo ancora trovare un appartamento. Mi avvio verso il bar di questo hotel e quando entro trovo poche persone parlare e altre invece mangiano e basta. Mi appoggio al bancone picchiettando sul legno, con cui è stato fatto, finché l'attenzione del barista non passa a me. "Cosa desidera?" mi domanda rivolgendomi un sorriso cordiale, sono tante le cose che desidero. Abbasso lo sguardo perdendomi nei miei pensieri e sospiro. "Mi scusi, si sente bene?" rivolgo il mio sguardo perso nel uomo che mi ritrovo davanti, lo guardo per secondi interminabili come se stessi cercando risposte in lui, perché nessuno mai riesce a rispondere alle mie domande? Forse sono io quello pazzo, o forse non dovrei cercare risposte dagli sguardi.

Scuoto la testa appoggiando i gomiti sul bancone "Posso farti una domanda?" mi guarda stranito ma poi decide di annuire poco convinto, deglutisco e mi sporgo verso di lui "C'è mai stata una rapina in questo bar?" sussurro guardandolo dritto negli occhi mentre lui aggrotta le sopracciglia confuso e annuisce non riuscendo, probabilmente, a capire perché lo sto chiedendo "Un paio di volte, perché lo chiede?" domanda curioso e allo stesso tempo confuso, alzo le spalle e continuo con le mie domande "Cosa facevi quando veniva rubato qualcosa?" gli chiedo curioso dalle sue risposte, lui però rimane sempre più confuso. "Beh, io volevo sapere chi era la persona che ha rubato e il perché?" annuisco spostando lo sguardo dai suoi occhi alle bottiglie di alcol dietro di lui. "E come ti sentivi se ti veniva rubato qualcosa di importante?" passo una mano tra i capelli mentre appoggio il mento sul palmo della mano, lui sembra pensarci per bene, come se si fosse davvero coinvolto nella discussione, forse è così.

"Io... sentivo rabbia, molta rabbia. L'unica cosa che mi tranquillizzava era che sapevo di poter ricomprare tutto quello che mi era stato rubato" alzo lo sguardo verso il suo e sorrido nervosamente. Certo, le cose si possono ricomprare, ma le persone no. Sono stato così stupido a pensare che un barista potesse aiutarmi a trovare risposte alle mie domande. Prendo il portafoglio dalla tasca e gli lascio alcune monete "Grazie, tenga questi" mi ringrazia con un sorriso e faccio lo stesso andandomene da lì.

Cos'ho di così sbagliato da non poter essere in grado di fare nemmeno una cosa giusta?

Esco fuori e cerco di accendere una sigaretta che però ci mette degli anni a farlo a causa della forte neve, sta anche nevicando. Finalmente riesco ad accenderla e mi appoggio al muro sbuffando una nuvola di fumo, chiudo gli occhi.

Non posso farcela ancora a lungo.

Ho bisogno delle sue mani che mi reggano.

Ho bisogno delle sue labbra che mi facciano battere il cuore.

Ho bisogno del suo corpo per muovermi.

Ho bisogno della sua voce per respirare.

Ho semplicemente bisogno di lei.


Perché io...

Sono instabile senza il suo sguardo.














***Spazio Autrice***

Heyyy ragazze

Questa è la prima volta che scrivo un capitolo dal computer quindi ci ho messo un po' a capire come funzionavano le cose ma c'è l'ho fatta!

Comunque...vi è piaciuto?

Ci vediamo nel prossimo capitolo continuando a vivere l'amore insieme a loro

I LOVE YOU

BYE MY HEARTS

Così Per Sempre Where stories live. Discover now