Capitolo 52

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Cammino velocemente per il corridoio dell'ospedale, facendo rumore con i tacchi. E rimango attonita quando un giovane dottore mi fa l'occhiolino, squadrandomi. Sposto immediatamente lo sguardo, e mi volto verso Irama, noto le sue spalle irrigidite e mi sento un po' più al sicuro, sapendo che qualsiasi cosa succeda, lui è al mio fianco, almeno questa mattina. 《Sapevo che dovevo darti dei vestiti di Tania》borbotta, più a se stesso che a me. 《come, scusa?》mi volto a guardarlo, ma lui non ricambia lo sguardo. Risponde tenendo gli occhi fissi sul davanti. 《È decisamente inappropriato entrare in un ospedale vestita in quel modo》spiega, in un tono decisamente troppo basso. 《Il vestito non è corto》commento, guardandomi le gambe. E poi mi accorgo di star davvero girando per un ospedale con un vestitino grigio,tacchi e una giacca di jeans di Irama. Posso anche essere arrabbiata, ma il suo profumo mi sta tranquillizzando parecchio. Mamma mia, non sono innamorata, innamoratissima. Raggiungiamo la macchina, e torniamo al palazzo, completamente in silenzio. Entro nel palazzo che sono le sette del mattino in punto, mia madre si sveglia esattamente a quest'ora di solito. Mi assale immediatamente l'ansia, dovrei dire la verità. È mia madre, non posso mentirle. Ieri sera poteva succedere davvero un putiferio se non fosse stato per Federico e Irama, e poi ho bisogno di sfogarmi con qualcuno, dato che non è la prima volta che mi capita una cosa del genere. Immediatamente mi ritorna in mente un ragazzo a quella festa a cui sono andata con Nicole e gli altri, poi è arrivato Mike, per fortuna. Anzi no, ricordo che anche Mike si è rivelato un grandissimo stronzo. Devo imparare a non fidarmi della gente. Raggiungo la scale, e noto lo sguardo interrogativo di Irama. 《Dirò a mia madre tutta la verità. Mi sento troppo in colpa》spiego, lui annuisce, senza dire una parola. Si volta verso l'ascensore, ma indietreggia e ritorna a guardare me, sulle scale. 《Adesso ascoltami bene: ti ho aiutata ieri sera e oggi solo perché non sono un verme, quindi da oggi in poi sarà tutto come prima, tu per cavoli tuoi ed io per cavoli miei. Non provare più a parlarmi e cose del genere, non mi convincerai》dice, poi lancia uno sguardo alla sua giacca di jeans, ma entra in ascensore senza riprendersela. Ed io lo so, perché tra me e Irama c'è stato davvero tanto affetto, e se questo era un "addio" ha voluto lasciarmi un regalino, una sorta di suo ricordo. Mi scende una lacrima solitaria, mentre annuso la giacca e la stringo forte tra le mie mani.

Sono tornata finalmente a casa che erano le 7 del mattino, e adesso sono esattamente le 8 e mezza, tra mezz'ora devo andare al bar. Dopo aver spiegato tutto a mia madre, lei si è agitata tantissimo, come immaginavo. Non l'ha presa benissimo, e mi ha fatto un discorso durato fino a cinque minuti fa. Io non solo sono distrutta, ma anche di cattivo umore; il pensiero di andare a lavorare mi distrugge, in questo momento vorrei solo dormire, con indosso la giacca di Irama.

l'amore altrove -irarmen-Where stories live. Discover now