Capitolo 20

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Mi lancio sul letto. Togliendomi le scarpe, con poca delicatezza. Sono distrutta, e in più il secondo incontro con Irama è stato un completo disastro. Inizio a piangere, singhiozzando. Rifiuto la chiamata di Nicole, non voglio che mi senta piangere. Forse tutto quello che devo fare con Irama è rassegnarmi, forse doveva andare così. La nostra storia è finita, non c'è altro da fare. Non posso costringerlo a parlarmi, e di certo non lo biasimo se non si fida più di me. È molto grave quello che ho fatto,sono stata una totale idiota, e devo smetterla di pensare a quello che sarebbe successo se mi fossi comportata diversamente. È andata così e basta, non posso cambiare le cose. Rammento a me stessa, però, che non posso nemmeno smettere di pensare a quello che ho fatto con lui. Quella volta in cui mi ha baciata su quel prato verde, e poi si sono accesi gli irrigatori. Oppure quando mi ha baciata sul suo letto, quando ha insistito tanto a dormire con me, quando come due idioti ci siamo addormentati nel giardino di casa sua... ci sono così tante cose che ricordo, cose impossibili da dimenticare. E fa malissimo,sto male, non ce la faccio. Io non ho mai provato nulla, ma dico nulla di così profondo per una persona. Lo amo con tutta me stessa. Il flusso dei miei sdolcinati pensieri, si ferma, con la voce squillante di mia madre, dall'altra stanza. Mi asciugo le lacrime, e cerco di fare la disinvolta quanto esco dalla mia stanza. 《Stefania arriverà tra poco》mi informa. Accenno un sorriso, e annuisco. 《Hai pianto?》 《Non voglio parlarne》abbasso il tono di voce 《ti farà bene sfogarti un po. So che c'entra quel ragazzo》sorride, ed io non ricambio. 《Mamma, ho detto che non voglio parlarne》ribadisco, lanciandomi sul divano. 《Qual è il problema? Non vuole parlarti?》domanda, mentre comincia a cucinare qualcosa 《sei tosta eh?》adesso sorrido un po anch'io. 《No, non vuole parlarmi e ha ragione》ammetto, stringendomi tra i cuscini del divano. 《Sei innamorata?》la sua domanda mi spiazza. Certo che sono innamorata, me lo ripeto in mente almeno mille volte al giorno, tutti i giorni. Però, dirlo ad alta voce, è tutta un'altra cosa. 《Io...credo di si》mormoro. Voglio essere sincera con mia madre, magari può aiutarmi sul serio. Si volta verso di me, si asciuga le mani e mi sorride. I suoi occhi sono leggermente più sottili, intravedo le fossette sulle guance, che io stessa ho ereditato da lei. 《Mi sembra di vedere me alla tua età, quando mi sono innamorata per davvero, per la prima volta in vita mia》ha gli occhi verso l'alto, fissa un punto impreciso del soffitto, ed è come se le stesse passando per la testa, un album di foto. 《Parli di quando ti sei innamorata di papà?》chiedo, mi piacerebbe sapere che la sua prima vera cotta è stata proprio per papà. 《Pff》ridacchia facendo svolazzare una mano nel vuoto. 《No, mi ero perdutamente innamorata di un meraviglioso ragazzo francese, ma lui mi ha scaricata per Aïcha, un'odiosa ragazza anche lei  francese, bionda, bianca come un cadavere, occhi sottili, naso all'insù e una vocina fastidiosa...》 grazie mamma, ora si che sto meglio.

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