Capitolo 37

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Federico è un ragazzo molto carino, parlo con lui nella sua piccola e vecchia auto. Non è pulitissima, e in più non credo che sia nelle sue migliori condizioni. Infatti Fede mi dice che era di suo padre, e che ha intenzione di cambiarla quanto prima. Arriviamo al palazzo dopo 20 minuti circa. Lo ringrazio tanto per avermi accompagnata, e scendo dall'auto. Quando entro in casa mi accorgo che, ancora una volta,mia madre non ha cucinato.
Domani è domenica, papà non lavora, e stavolta parlerò davvero con loro. Aspetto con ansia che papà torni a casa, mentre mangio le poche cose che sono in frigo. Oggi è Sabato, dovrebbe tornare un'oretta prima. Ma non è ancora arrivato. Resto altre e due ore ad aspettarlo, ma capisco che non tornerà neanche stasera. Non sono preoccupata, di più.
La mattina dopo mi alzo, ancora con uno strano senso di angoscia addosso. Mia madre è ancora a letto. Prendo il cellulare e chiamo papà. Risponde al quarto squillo. 《Carmen?》sembra sorpreso di sentirmi. 《Papà,dove sei?》domando, e sento qualcuno bisbigliare con lui. Adesso sono sicura che stia nascondendo qualcosa. 《oggi pranziamo insieme, e ti spiego tutto》dice, deviando la mia domanda. 《Ehm, avviso la mamma?》domando 《no, credo che stia ancora male. Dille che pranzi con me》dice, per poi riattaccare.
L'ansia resta fino a mezzogiorno, quando mi vesto e aspetto papà che mi venga a prendere fuori dal palazzo. Finalmente arriva, e mi porta in un ristorante piccolo, ma molto carino.
Siamo seduti su questi tavolo da più di cinque minuti, e credo che ci sia fin troppo silenzio. 《Vuoi dormi dove hai dormito?》chiedo 《in ufficio. Questi giorni sono stati davvero duri, Carmen》mi spiega lentamente. Parla in modo così deciso, che sembra che si sia preparato, come ad un interrogazione a scuola. 《Non è mai successo prima d'ora》dico, facendo capire che non sono convinta. 《Sì, infatti sono distrutto》risponde. 《Perché non mi hai telefonato? Mi sono preoccupata》alzo un po' il tono di voce. 《Hai ragione. Ma l'ho fatto proprio perché non volevo che ti preoccupassi. Sapevo che se ti avessi detto che ci sono delle complicazioni a lavoro, avresti pensato al peggio. Mi dispiace aver ottenuto esattamente questo》parla scandendo per bene tutte le parole. 《Perché mamma sta così male?》continuo il mio interrogatorio. 《Ha l'influenza, semplicemente》 《non sono convinta》ribatto. 《È così》 alza anche lui la voce. 《Non credo che abbia l'influenza. Mamma non fa così quando è mala-》papà mi blocca quasi subito. 《Basta Carmen, stai diventando paranoica.》quasi urla, e vedo dei signori agli altri tavoli guardarci un po' male. Decido di non parlare più, ammetto di esserci rimasta male. Non mi aspettavo che mi rispondesse così. Dopodiché arrivano le nostre ordinazioni e mangiamo in silenzio, ed io odio il silenzio. Al diavolo le urla, parlo quanto voglio, e non sono paranoica. Mi baso sui miei dubbi, che hanno delle fondamenta. Però forse non è il caso di insistere, prima rompo un po' il ghiaccio. Comincio a parlare di altro, e lo vedo calmarsi.

l'amore altrove -irarmen-Where stories live. Discover now