quaranta.

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Luca povs

Schiaccio l'acceleratore e stringo il volante, sto andando in ospedale, Elia mi ha chiamato dicendomi che Ginevra era lì, non mi ha detto il motivo ma sembrava davvero preoccupato e spaventato. Non vorrei che abbia fatto qualche stronzata per colpa mia, perché ne morirei, ho sbagliato a dirle quelle cose ma ero accecato dalla rabbia e dalla tristezza, io la amo tantissimo, ma vedere quelle foto di lei e quel tizio che la tocca, mi ha distrutto.

Anche lei mi ha detto delle cose che mi hanno ucciso dentro, ma un po' forse me lo merito so di non essere perfetto dato il mio passato ma con Ginevra è diverso, io non voglio perderla. Tutto questo a causa del mio riiniziare a spacciare, devo mantere di nuovo il segreto, non la sa nemmeno Elia, l'unico che lo sa per mia sfortuna è Ava, dato che la mia guardia del corpo l'ultima volta mi ha seguito e gliela riferito.

Non posso dirlo a nessuno altrimenti per me è la fine, speravo che quando sarei diventato qualcuno, questa vita finisse ma sbagliavo e parecchio, prego che lei stia bene e che possiamo parlare di quello che è successo.

Sono stato un emerito coglione nei suoi confronti, so che Ginevra non avrebbe mai fatto una cosa del genere è solo che mi sono sentito tradito per un momento io le ho fatto di peggio, la conosco è una ragazza splendida e io l'allontano sempre. Appena uscito di casa, ho preso a calci e pugni di tutto, dovevo sfogarmi poi sono uscito a fare una corsetta per distrarmi e poi mi ha chiamato Elia.

Mi concentro sulla strada e accelero, voglio arrivare il prima possibile da lei, giuro che se dovessi perderla, mi puniro' non so come, fa lo farò perché me lo merito.

Arrivo davanti all'ospedale e scendo subito dalla macchina neanche senza chiuderla a chiave, in sto momento ho altro per la testa, corro più veloce che mai ed entro dentro, cerco subito lo sguardo di Elia, ma nulla. Girovago per vari reparti e poi lo trovo con la testa abbassata e Giada che cerca di calmarlo.

-Elia che cazzo è successo? - cerco di riprendere fiato dalla corsa che ho fatto

-Io.. Non lo so, non mi dicono nulla visto che non sono un parente. - tira su con il naso, il suo sguardo è spento

-Cazzo. - do un pugno sul muro - Ci parlo io, dove stanno i medici? -

-È inutile Frà. Pensi che non ci abbia già provato? - si appoggia allo schienale della sedia e Giada gli mette una mano sulla gamba

-Non mi interessa. - stringo I pugni - Questa è la sua camera?- indico la porta che ho davanti

-Si. - sospira e chiude leggermente gli occhi - Luca ti prego, non complicare le cose. - mi guarda serio

-Complicare le cose? - chiedo confuso - Sai qualcosa per caso? -

Si mordicchia il labbro inferiore e abbassa lo sguardo, come se non volesse guardarmi negli occhi per dirmi quello che sa, Giada sospira e mi guarda triste è ovvio che sanno qualcosa.

-Frà. - Elia si alza dalla sedia seguito da Giada e viene verso di me

-Elia cazzo parla, non girarci attorno. - comincio a incazzarmi

-Ecco. - sospira debolmente e mette una mano sulla mia spalla guardandomi dritto negli occhi, l'altra sua mano è ben saldata a quella di Giada che da un momento all'altro potrebbe scoppiare in lacrime, ora mi sto preoccupando e seriamente - Ti ho mentito, in effetti i medici mi hanno detto qualcosa, più che altro hanno parlato con sua madre che ho chiamato subito. - deglutisce

-Grazie per aver sparato cazzate. - roteo gli occhi - Piuttosto dimmi che cos'ha la mia ragazza perché sto scoppiando di rabbia. - lo guardo

-Ok, in pratica Ginevra ha fatto un miscuglio tra vodka e canne al quale il suo corpo e il suo cervello non erano assolutamente abituati. - guarda un'attimo un punto fisso e poi torna guardarmi

Fire || Capo Plaza (#Wattys2022)Where stories live. Discover now