26. Una pietra e Apollo

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Il mattino dopo Deimos si svegliò presto e, non appena aprì gli occhi, si accorse di uno strano chiarore che proveniva dall'ingresso della grotta.

Si districò delicatamente dall'abbraccio di Fobos e, cercando di non fare troppo rumore, uscì a guardare.

Davanti alla grotta c'era una pietra perfettamente rotonda, bianca e opalescente, che emanava un debole chiarore.

Deimos, come incantato, allungò una mano per toccarla, ma la ritrasse subito perché era bollente.

La guardò a lungo perplesso, poi decise di svegliare Fobos.

Non appena quest'ultimo si trovò davanti alla strana pietra, fece la stessa cosa del compagno, allungò le dita, ma si scottò anche lui e le tolse rapidamente.

" Non riesco a capire cosa sia...." sussurrò Deimos, allargando le braccia.

" Non capisco neppure io " confermò Fobos " ma ho la vaga idea che c'entri con la profezia...più che altro lo spero...."

Deimos annuì e rientrò nella grotta, ritornando poco dopo con le due figlie per mano.

Alfa e Omega, quando videro la pietra, si staccarono dal padre e, come in trance, vi si avvicinarono.

La luce bianca dello strano oggetto si intensificò subito e il sole e la luna sulle fronti della piccole cominciarono a pulsare.

All'improvviso le bambine si sollevarono in aria insieme alla pietra e cominciarono a roteare sempre più veloce, creando un raggio di luce accecante che si diffuse in ogni angolo dell'Olimpo.

Fobos e Deimos si schermarono gli occhi con le mani e furono costretti a rifugiarsi nella grotta per ripararsi dal terribile chiarore.

Tutto durò pochi secondi e, così come era comparsa, la pietra e la luce svanirono di colpo.

Fobos e Deimos si precipitarono fuori dalla grotta e sospirarono di sollievo quando videro che le loro figlie stavano bene.

Allo stesso tempo si accorsero che il gelo che persisteva sull'Olimpo era sparito, anche se rimaneva il buio totale.

Spinti da una strana premonizione cominciarono tutti e quattro ad aggirarsi per il loro mondo e giunsero presso la casa di Apollo.

Il dio giaceva ancora a terra, ma non era più avvolto dal ghiaccio, anzi sembrava dare segni di ripresa.

Alfa gli si avvicinò, lo toccò e subito quello aprì gli occhi e si mise seduto con aria un po' spaesata.

Fobos e Deimos notarono subito che colui che si era svegliato non aveva più nulla a che vedere con l'eccentrico dio che avevano imparato a conoscere.

Aveva un altro sguardo, sembrava quasi un'altra persona....

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RagnaroK ( Saga di Cupido libro 18 ) Where stories live. Discover now