17. Reagire in qualche modo

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Deimos reagì alla velocità della luce e, quando vide Fobos saltare fuori dallo squarcio temporale, fece altrettanto.

Si ritrovarono così, soli sul prato di Pegaso, mentre il cielo si faceva sempre più scuro e minaccioso, non essendoci più le luci artificiali di Giove a fare chiarore.

" Che cosa diavolo ti è esaltato in mente? " urlò Fobos, guardando quello che aveva sempre considerato suo fratello.

" Che cosa è saltato in mente a te, idiota!" replicò Deimos arrabbiato " Perché non sei stato con la tua famiglia, invece di comportarti come un cretino? "

" Non è più la mia famiglia! Non sono più i miei genitori, i miei fratelli, i miei nonni! Non sono più niente e io non sono più nessuno! " gridò Fobos come un disperato.

Deimos lo fissò con ira, poi, inaspettatamente, gli diede uno schiaffo sul viso, facendolo cadere a terra.

" Stupido! Idiota! Cretino! " gridò come un pazzo " Famiglia è chi ti cresce e ti alleva, non chi ti mette al mondo! Sarai anche figlio di Odino, ma sei stato allevato dai nostri papà e io sono sempre tuo fratello! "

Fobos si alzò da terra, scosse la testa con gli occhi gonfi di lacrime e mormorò:

" Mi dispiace, ma io non ce la faccio a fare finta che non sia successo nulla. Non riesco a non pensare al fatto che la mia vita sia stata solo un'unica menzogna. Guardami! Guardami, Deimos! Sono diverso, non ti somiglio più, sono un'altra persona e io...io non voglio, non voglio questa...questa cosa!
Rivoglio la mia vita, la rivoglio! "

Detto questo si lasciò cadere a terra e scoppiò a piangere disperato.

Deimos sentì il proprio cuore spezzarsi in mille pezzi, si inginocchiò quindi accanto a lui e lo strinse fra le braccia, cercando di nascondergli tutte le sue preoccupazioni e di fargli capire quanto gli volesse bene.

Non gli disse di Clario e di suo figlio Bios, che l'avevano in qualche modo ripudiato, non gli disse delle accuse di Flerio e del fatto che se fosse andato, non gli disse nulla, proprio nulla, perché per parlare ci sarebbe stato tempo più avanti.

In quel momento doveva solo pensare a Fobos, al ragazzo che aveva fra le braccia, doveva solo pensare a lui e a sostenerlo in quella difficile prova.

Avrebbero pensato dopo al resto e ci avrebbero pensato insieme...

Non sapeva che cosa sarebbe successo a loro o all'Olimpo o ai loro cari, non sapeva nulla, ma non poteva permettersi di lasciarsi andare.

Almeno lui doveva reagire in qualche modo.

RagnaroK ( Saga di Cupido libro 18 ) Where stories live. Discover now