Il Risveglio

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Settembre 2027


Alec Zabini


"Possono provare a nascondermelo quanto vogliono, ma so quando qualcosa non va. Me lo sento... mi stai ascoltando, Alec?"


Sospirò: venerava quella donna, dico davvero, ma, diavolo, era davvero in grado di diventare assillante quando voleva. Era stato lui a voler diventare la sua àncora, lui a voler essere per lei quello che lei era per gli altri, e lui a incaponirsi con l'idea di sentirla senza freni e senza maschere. Non che se ne dispiacesse, certo, ma Rose con lui era talmente onesta, talmente limpida, talmente genuina, che lui si sentiva in colpa anche solo a pensare che gli stesse sfracassando i maroni, figuriamoci dirlo direttamente a lei. Si sarebbe offesa a morte, lo sapeva. Così strinse la presa del suo braccio sul suo collo, sbilanciandone il peso e portandosela addosso. La vide franargli sulle gambe con il petto, prima ancora che potesse trovare un appiglio per evitarlo, e la sentì lamentarsi, ancora.

"Amore, ti prego", le disse, non sapendo come altro manifestarle la sua più profonda noia.


E lei forse capì al volo il suo tono, perché gli morse la coscia e lo spintonò, con la sua solita grazia da elefante.

Rose poteva sembrare delicata e femminile dall'esterno. Era bellissima, dopotutto, e sempre impeccabile, ma no, non era delicata e assolutamente non era femminile: sembrava più una macchina da scontro, mancava totalmente di finezza in ogni sua forma. Una delle bruttissime abitudini che aveva preso nell'ultimo periodo era quella di morderlo nel primo punto che le capitasse a tiro ogni qual volta qualcosa non le andasse a genio. Effettivamente Rose aveva mostrato quest'indole sin da bambina: in generale, quando si indispettiva per qualcosa tendeva a prendersi le sue piccole "rivincite", ed ecco che per esempio costringeva Scorpius alle sfide più assurde. Certo, l'abitudine dei morsi era più infame delle sfide, ma dopotutto "Tu sei il mio ragazzo, no?". Aveva una risposta sempre pronta quella donna.


"Guarda che sto parlando di cose serie", protestò, risedendosi accanto a lui ma mettendo spazio tra il suo corpo e quello del ragazzo. Era indispettita, lo vedeva, e con molta probabilità offesa.


E Alec non poté farne a meno: sbottò, massaggiandosi con vigore la coscia lesa.

"Ro, dannazione, stai mangiando il fegato ad entrambi su qualcosa che non saprai mai"

Il tono della voce, duro e indelicato, non era stato voluto, semplicemente gli era scappato, e se ne pentì un secondo dopo, sentendola irrigidirsi.

Alec riusciva sempre a sentire il corpo di Rose, come se fosse il suo.

Era una cosa assurda, se ne rendeva conto, ma davvero lui percepiva i suoi movimenti. Era forse dovuto all'elettricità che c'era tra loro, alla chimica che li legava; forse succedeva ad ogni coppia affiatata: magari ogni volta che qualcuno sentiva quella chimica provava quella stessa cosa. Lo stesso Scorpius gli aveva confessato che anche lui si sentiva così con Lily, quindi non era una cosa completamente da pazzi. Sta di fatto che aveva coscienza delle posizioni di Ro: quando le era seduto accanto, lui percepiva chiaramente ogni parte del corpo di lei che toccava il suo; percepiva la sua spalla che sfiorava la propria, la sentiva come fosse stata un prolungamento del suo stesso corpo.

E si accorse così di averla ferita, di essere stato troppo brusco: dal decimo di secondo in cui lei inspirò più forte, trattenendo solo un attimo il fiato, dall'irrigidimento contemporaneo dei suoi muscoli in quello stesso momento, dalla tensione che vide sulle sue spalle.

Scorpius Hyperion Malfoy - L'anello del DemonioWhere stories live. Discover now