Questa nostra stupida canzone d'amore

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James Sirius Potter & Monica Baldan


"Quindi è andata bene..."

James le sorrise apprensivo, passandole lentamente la spugna sul braccio. Nella vasca, con Monica tra le gambe, si stava prendendo cura di lei, con estrema calma e con il continuo terrore di spaventarla che continuava ad aleggiare nella sua testa, rendendolo inquieto e fin troppo delicato.

Sospirò, non osando lasciarsi andare alla tentazione fortissima di baciarle le spalle, così sfacciatamente esibite di fronte a sé. Ce la stava mettendo tutta, eppure Monica continuava a sembrargli lontana, molto più di quanto non fosse stata appena si erano rincontrati. Che avesse iniziato davvero a odiarlo? Quella paura non voleva saperne di abbandonarlo, neanche per un attimo. La toccava come se potesse rompersi da un momento all'altro, ne aveva talmente tanto il terrore che nonostante il corpo nudo di lei non si sentiva neanche eccitato. C'erano cose molto più importanti del sesso, Monica era più importante del sesso.


"Sì", sussurrò lei, con voce roca, immergendo il braccio che lui le teneva fino a un secondo prima e andando a circondarsi le gambe, piegate sott'acqua. Si piegò in avanti, con il cuore che le trottava senza freni, e appoggiò il mento sulle ginocchia, immergendolo lievemente.

"Hugo è molto bravo."


"Il migliore", sospirò James, spremendo il tubo dello shampoo nel palmo.

Le strofinò lo shampoo sui capelli, massaggiandole delicatamente l'attaccatura dei capelli sulla fronte e la nuca, per poi passare lo shampoo anche per la lunghezza dei capelli, attento a non tirarglieli. Con la spazzola cercava di spicciarne i nodi. Quella delicatezza non gli era mai appartenuta in tutta la sua vita, eppure gli veniva così normale.

"Butta indietro la testa, per favore", le disse, quando ebbe finito, prendendo il soffione e regolando il getto d'acqua.

Monica obbedì in silenzio, senza fare alcuna resistenza. Rimase praticamente nella stessa posizione di prima, incurvata a tenersi alle proprie ginocchia come se fossero la sua unica ancora di salvataggio: aveva semplicemente inarcato indietro il collo, permettendogli di far scivolare via il sapone.

"Dimmi se è troppo calda..."


"Va bene", rispose piano, tenendo gli occhi chiusi.


James si prese lunghi minuti per toglierle ogni residuo di shampoo e quando si sentì soddisfatto sospirò, chiudendo l'acqua e riponendo il soffione.

"Puoi girarti verso di me?", le chiese poi, dopo averci pensato qualche secondo, e Monica obbedì di nuovo, senza emettere un singolo suono.


Si girò in silenzio, con movimenti talmente lenti da far gemere James di disperazione. Lo sguardo che alla fine gli rivolse era vacuo, in parte freddo, in parte semplicemente inespressivo.

Deglutì, cercando il coraggio di parlarle, e prese lo scrub viso. Le massaggiò il viso lentamente, pulendola dagli ultimi residui dello sporco che l'aveva insozzata nella Camera, quando l'avevano torturata. Trattenne a stento le lacrime mentre le sciacquava via anche quel prodotto di dosso e indugiò qualche attimo prima di riporre di nuovo l'erogatore dell'acqua.

Monica era lì, di fronte a lui, al sicuro. Teneva gli occhi chiusi e il volto proteso verso di lui, le labbra carnose erano socchiuse ora che il getto d'acqua non le arrivava più in viso, così invitanti che non seppe trattenersi. Appoggiò le labbra sulle sue, delicatamente, e lasciò scivolare il soffione in acqua, per poterle portare una mano sul collo e accarezzarle lentamente la guancia. Quando si staccò da lei, Monica aveva ancora gli occhi chiusi e non aveva fatto un solo movimento. Avvicinò le labbra ai suoi occhi e si ritirò di scatto, come se avesse preso la scossa.

Scorpius Hyperion Malfoy - L'anello del DemonioWhere stories live. Discover now