Il Capitano della squadra.

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E' da stamattina che non faccio altro che rileggermi la lettera che mi è stata spedita in anonimo.
Il Prof Smith mi ha anche fermato in corridoio per chiedermi cosa fosse successo questa mattina, mi vedeva distratta e pensierosa.
Non gli ho potuto dire niente, ovviamente, ho inventato, anche se credo che se ne sia accorto.
Oggi mangiamo in mensa dato che abbiamo gli allenamenti oggi pomeriggio.
Mi avvicino al solito tavolo, dove già mi stanno aspettando le ragazze e in un nano secondo arriva anche Israel. 
H: Broussard, oggi non pranzi con la tua squadra di basket?
I: No quando al tavolo c'è la ragazza più bella della scuola. - dice guardando Sydney che è diventata un pomodoro.
Z: Posso stare anch'io con le ragazze più gettonate della scuola o è riservato ai soli vip?
A: Disse quello che riceve più di 400 likes a foto... 
Z: E' il fascino che fa la differenza, non i likes. - afferma sedendosi accanto ad Aria.
Israel si siede tra me e Sydney ma è come se io non esista, mentre Zach seppure sta dall'altra parte del tavolo mi osserva insistente, o meglio, mi fissa.
Mi sento troppo osservata così mi alzo e vado in palestra.
Sento una mano delicata sulla mia spalla e penso sia una delle ragazze, invece mi giro ed è Zach Collins. Cosa vorrà mai da me?
H: Dimmi Zach.
Z: Non ignorarmi. 
H: Non lo faccio, ti sto parlando proprio ora.
Z: Hana Spencer non ignorarmi. - ribadisce.
Lo guardo confusa ed entro in palestra senza pensarci.
Rimane per un po' davanti la porta d'ingresso fino a quando l'allenatrice Gomez lo caccia nervosamente.
Dopo qualche minuto arrivano anche Sydney e Aria.
Ci iniziamo ad allenare e iniziamo a creare una coreografia per la partita di sabato prossimo.

Gli allenamenti sono durati più del previsto e sono arrivata a casa in orario per la cena.
I: Hana, c'è una lettera sulla scrivania.
La prendo velocemente e leggo: Non ignorarmi.

Inizialmente non ci faccio caso, ma poi in testa mi appare la scena di Zach che mi dice per ben due volte le stesse e identiche parole.
Dopo cena, invito Israel a parlare in giardino.
I: Se vuoi parlare di amore, di Sydney e tutto ciò che gli circonda, vado a dormire.
H: Voglio parlare di Zach.
I: Zach Collins? Il capitano della squadra?
H: Il tuo migliore amico, Israel.
I: Ti piace Zach? - ride.
H: No. 
I: E allora cosa vuoi sapere?
H: Che tipo è?
I: Piace ad Aria?
H: Puoi rispondere ad una fottuta domanda senza un'altra fottuta domanda? Grazie. - sclero.
Signor Broussard: Ragazzi fate silenzio, non è orario di litigi, buonanotte vi voglio bene. - dice con molta calma.
H: Scusaci, buonanotte a te.
I: Buonanotte papà, la calmo io. - sorride in maniera falsa e spregevole. 

H: Allora? - sussurro.
I: E' il capitano della squadra, responsabile, determinato e fuori di testa.
H: In che senso "fuori di testa" ?
I: Se vuole una cosa la ottiene e fa di tutto pur di ottenerla, ma davvero di tutto. Ma perché queste domande?
H: Nulla.
I: Sono tuo fratello a me puoi dirlo. - dice sfiorandomi la coscia.
Gli blocco la mano e gliela riporto sulla sua gamba, ridacchia e mi riporge la domanda.
H: Lo saprai a tempo debito.
Entriamo di nuovo in casa e mi dà la buonanotte con una pacca sul sedere. M'innervosisco e lui, provocandomi, mi ricorda che suo padre qualche minuto prima ci aveva chiesto di fare silenzio.
Lo guardo male e nervosa mi chiudo in camera mia.
- Hai un bel culo. - mi scrive.
Visualizzo e spengo il telefono.
E' davvero insopportabile.

Suona la maledetta sveglia delle 7:00, mi alzo e vado a fare colazione.
H: Israel dov'è?
Mamma Spencer: E' uscito prima.
La guardo confusa, ma siccome di prima mattina non riesco a ragionare decentemente non mi pongo nessun quesito da detective.
Dopo essermi preparata, sento il clacson di Sydney che mi è passata a prendere per andare a scuola.
Ma a quanto pare non è Sydney.
Entro in macchina e probabilmente ora la mia faccia è a forma di punto interrogativo ma non ho la forza di chiedere che cazzo ci fa Noah qui a quest'ora.
N: Sydney mi ha permesso di darti un passaggio al posto suo.
H: Figurati...
N: Non vuoi?
H: L'importante è che arrivi a scuola sana e salva. - dico scazzata.
Non mi risponde e continua a guidare fino a scuola.
All'entrata noto subito Zach, saluto Noah con un bacio sulla guancia e da vero padre, il quale non è, mi fa mille raccomandazioni.
N: Ah, Hana!
H: Dimmi. - dico girandomi verso di lui.
N: Non metterti più la gonna a scuola.
Roteo gli occhi e ricomincio a camminare verso Collins, che appena mi vede alza il passo verso Israel e altri amici loro.
Sa che non mi avvicinerò mai a quel gruppo di morti di figa.
Dove vuoi arrivare Zach Collins?

Te Lo Prometto // NOAH CENTINEOWhere stories live. Discover now