NETFLIX AND CHILL

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Penso che l'alcool stia facendo il suo effetto, ho bevuto un po' troppo. Sidney si siede a terra accovacciata con la testa tra le mani, Lucas nel vedere la scena si preoccupa e corre verso di noi, mi chiede cosa sta succedendo ma non riesco a dargli una risposta che abbia un senso.
Continuo a tenere ben saldo il polso di Alan e quest'ultimo cerca di tranquillizzarmi senza alcun risultato.
Ester torna dopo aver fatto la troia davanti gli amici del fidanzato, mi sorride e si prende Alan di prepotenza portandolo in mezzo alla pista.

N: Che succede? –chiede non appena si ricorda di noi.
H: Bentornato, è stato bello lo spettacolo? –m'irrito.

Inizio a piangere senza motivo, mi giro di nuovo e rivedo ciò che ho visto prima, non dovevo bere così tanto, come sempre mi lascio andare e non ci capisco più niente.
Sidney però non ha bevuto, quindi mi chiedo a cosa si stesse riferendo dicendo quella frase.
Non mi sembra di aver visto Lucas fare qualcosa di sbagliato, oltre che fissare il culo della spagnola.

S: Ho bisogno di andare a casa. –mi dice sconvolta.
H: Sid non hai bevuto, mi spieghi che hai?
S: Penso di non stare tanto bene.

Si alza lentamente con l'aiuto di Lucas e ci dirigiamo verso l'uscita.
Scoppio a piangere e faccio preoccupare Noah, Sidney mi segue piangendo a singhiozzi e i ragazzi continuano a non capire assolutamente niente.

L: Ragazze ci fate preoccupare, parlate.
H: Voglio andare a casa. –piango.
N: Ti sto portando a casa, stiamo andando alla macchina, sei ubriaca cogliona.
H: Scusa.
S: Io ho bevuto la coca cola. –si difende con Lucas che la rimprovera.
N: Ti avranno messo qualcosa, chi vi ha offerto da bere?
S/H: Alan.
L: Io lo uccido sto bastardo.
N: Domani facciamo i conti con questo.
H: E' impossibile che ha messo qualcosa nelle bevande, non è il tipo.
S: E' il cugino di Collins, ricordi?
H: Non c'entra, è mio amico.
N: Anche Collins lo era. –risponde nervoso.

Entriamo in macchina e ho la scena inchiodata nella mia testa.
Mi siedo accanto a Sidney e poggia delicatamente la testa sulla mia spalla continuando a piangere.

H: Ti sei calmata?
S: Non sto bene. –si limita a dire chiudendo gli occhi.

Una volta accompagnati a destinazione, Noah mi accompagna a casa, ma prima di lasciarmi scendere dalla sua auto, mi blocca dal braccio e mi bacia dolcemente.

N: Non lo fare più. Domani parliamo. –sorride.
H: Buonanotte.

Apro la porta di casa, mi dirigo verso la mia stanza e come sempre mi tocca superare quella maledetta stanza che non fa altro che peggiorare la situazione.
Accarezzo la porta, immaginando il suo viso e vado nella mia stanza.
Annullo i pensieri, o almeno ci provo, chiudo gli occhi e cerco di addormentarmi il prima possibile.

E' mattina.
Tra mezz'ora ho un colloquio di lavoro, mentre stasera io e Noah abbiamo deciso di vederci un film insieme come i vecchi tempi.
Mi preparo velocemente senza tralasciare i dettagli, è pur sempre un colloquio nell'ambito della televisione.
Esco di casa, senza nemmeno fare colazione, prendo la mia auto e mi dirigo verso lo studio televisivo: LOS ANGELES CENTER STUDIOS.
Solo il nome fa paura.
E' il mio turno, la donna elegante dai capelli biondo cenere mi fa strada e mi indica qual è l'ufficio del direttore.

Direttore: Come stai Hana Spencer? –chiede simpatico.
H: Bene. –rispondo confusa.

Mi fa varie domande sia per conoscermi e sia per vedere se ho conoscenze nell'ambito dello spettacolo e della televisione.

Direttore: Signorina Spencer benvenuta nel nostro team. –dice sorridendo. – E' stato un piacere conoscerti, voglio che tu ti occupa della parte amministrativa insieme a Sarah. La conoscerai domani, alle 9.00 puntuale ti voglio in ufficio, lei stessa sarà felice di mostrartelo non appena sarei giunta qui.

H: Grazie Direttore, non la deluderò. –dico stringendogli la mano.
Esco esaltata.
Prendo l'auto, scrivo a tutti che sono stata presa e che ho finalmente un lavoro.

Sidney mi invita al bar insieme a lei e Lucas, li raggiungo, offro un frappé ciascuno e iniziamo a parlare del colloquio senza sosta.

Arriva ora di pranzo, mangiamo qualcosa da queste parti e poi ci fermiamo in un parco a parlare di tutto, parliamo così tanto che si fa subito pomeriggio e sono costretta a tornare a casa, visto che mia madre mi chiama ogni secondo.
Tornata a casa, trovo Noah con un mazzo di rose rosse profumate, mi fa gli auguri e mi abbraccia fortissimo, stessa cosa la fanno mamma e il Signor Broussard.

Signor Broussard: Brava figliola.
H: Non sono tua figlia. –afferma acida.
Mamma Spencer: Hana ormai l'hai conosciuto abbastanza, ci vai anche d'accordo, smettila di rispondergli in questo modo.
Annuisco senza darle una risposta.
Mamma Spencer: Noi stiamo uscendo, torniamo tardi, mi raccomando fate i bravi.
Signor Broussard: A dopo ragazzi.
H: Ciao. –dico con tono dispiaciuto per la mia sparata di prima.
N: Non dovevi rispondere in quel modo.
H: E' difficile sentirsi chiamare "figliola" da un uomo che non è tuo padre e non sentirselo dire mai da quello biologico.
N: A proposito, è da tanto che non lo nomini.
H: Ci sentiamo pochissime volte, quando lo facciamo mi parla della sua nuova famiglia, della figlia che ha procreato con una donna italiana e il bene che gli vuole.
N: Quest'anno non vai da lui?
H: Sono anni che non ci vado più... Ormai non sono più la sua priorità. –dico nervosa.
N: Dovremmo andarci.
H: Pessima idea. –prendo una pausa. – Film?
N: E' appena ora di cena Spencer, lo vediamo dopo. –ridacchia. –Ordiniamo le pizze?
H: Sì, margherita per me. –sorrido.

Ordina le pizze e viene a sedersi sul divano accanto a me, mi prende dai fianchi e mi siede su di lui.
Ci baciamo intensamente e poi interrompe il bel momento ricordandomi di ieri notte.

N: Abbiamo un conto in sospeso noi due.
H: Ne dobbiamo parlare per forza? –chiedo facendo gli occhi dolci.
N: Non funziona con me Hana. Parla.
H: Ho avuto una specie di allucinazione. –affermo ridacchiando.
N: Questo perché non devi bere tanto cretina.
H: Era troppo reale Noah. –continuo.
N: E Sidney? Che ha avuto?
H: Non gliel'ho chiesto.

La video chiama dal PC già acceso sul tavolino del salone e dopo due squilli risponde già in pigiama con Lucas che gioca con il telefono.
Noah gli fa la domanda e il viso felice e rilassato di Sid sparisce in un attimo.
Inizialmente non risponde, poi prende un grande fiato e con l'aiuto di Lucas che evidentemente sa tutto, lo dice.
Io non ho espresso i dettagli, lei lo ha fatto e coincidono perfettamente con i miei.
Divento bianca, inzio a respirare affannosamente e Noah preoccupato mi prende un po' d'acqua. 

S: Che hai?
H: Ho avuto la stessa visione. –riesco a dirle.
L: E' una coincidenza. –sostiene.
S: Non è possibile.
H: Io l'ho visto, era troppo reale.
S: Anche a me sembrava tutto vero.
N: Ragazze eravate ubriache o impasticcate. –risponde tranquillo.
H: E due persone diverse vedono la stessa cosa?
N: Non iniziare a investigare sul nulla, calmatevi entrambe e non pensateci più.

Chiudiamo la telefonata ed io rimango confusa per un bel po' di tempo, fin quando non vengo distratta dalla pizza margherita.

- Non è possibile sia solo una coincidenza. Ho paura. –mi scrive Sidney.

Visualizzo e non rispondo voglio godermi la serata con il mio fidanzato.
Dopo una breve chiacchiera e dopo aver finito di gustarci le nostre pizze, mettiamo Netflix e ci coccoliamo sul divano.

N: Mi mancava tutto ciò.
H: Anche a me. - mi sorride.

A metà film iniziamo a baciarci, io inizio a toccarlo delicatamente e lui ricambia sui miei punti deboli, poi da lì non ci fermiamo e continuiamo facendo l'amore, quello vero, quello che non facevamo da un po'.

H: Ti amo.
N: Anche io. - dico seguendo con una dolce pomiciata.

Te Lo Prometto // NOAH CENTINEODove le storie prendono vita. Scoprilo ora