Solo quando si ritrovò accanto una delle zampe posteriori del Bakemono, dinnanzi il corpo inerme di suo cognato, notò ciò che stava cercando. Con un movimento veloce afferrò l'impugnatura dell'Uchigatana dell'uomo, voltandosi per battere la spada al centro della formazione a X che Shiori aveva creato con le due lame nel chiaro intento di tagliarle la gola.

Le due si fissarono negli occhi per un istante, come se volessero esprimere attraverso lo sguardo tutto l'odio e il ribrezzo che l'una provava nei confronti dell'altra, prima di cominciare di nuovo a lottare più veloci e furenti che mai.

La Kawaakari tentò di colpire la Nobile allo stomaco per una seconda volta, ma l'avversaria evitò agilmente il suo attacco e le sgusciò alle spalle, colpendola con un calcio sulla schiena. Quel colpo la fece avanzare di parecchi passi, portandola a posare una mano sopra il fulgido pelo bianco del Bakemono pur di sostenersi. Improvvisamente, una scarica di minacciosa potenza le attraversò il corpo da cima a fondo. La connessione primordiale che intercorreva fra lei e quegli esseri si fece ancora più imponente, nel momento in cui i suoi occhi azzurri incontrarono quelli gialli del felino. Aveva il muso e i denti sporchi di sangue, eppure non sembrava essere intenzionato a farle del male. Era chiaro la riconoscesse come sua simile, ma, allo stesso tempo, sembrava quasi che le stesse dicendo di sfruttare lo Yugen per porre fine a quel combattimento il prima possibile. E, per un attimo, Shiori fu quasi tentata di farlo, ma si ricredette.

Era abbastanza forte da poter mettere a tacere quella stupida vecchia senza l'ausilio della propria abilità, di questo era certa.

Strinse il pugno sopra la pelle di quello Yokai, avvertendo poi la lama della spada di Noriko affondare al di sopra della sua spalla. Shiori si voltò seduta stante, sentendo con chiarezza la lama scivolare lungo la carne e il sangue imbrattarle le vesti, prima di scattare al lato opposto della sala e osservare la Nobile come se le avesse fatto il peggiore dei torti.

Lei, però, sorrideva malefica. "È inutile opporre resistenza, la tua vita è finita. Sei destinata a sopperire all'interno delle mura di questa pagoda."

Shiori non sorrise, il suo sguardo rimase freddo e le sue dita accarezzarono i manici rossi delle sue spade. "Tutti dobbiamo morire, prima o poi, ma stia certa che io non lo farò oggi."

Noriko non ebbe modo di rispondere, che si ritrovò nuovamente a dover parare violenti calci e fendenti tipici delle arti marziali combinate che i Kawaakari apprendevano fin da bambini.

Momo, al contrario delle due donne, non poteva fare affidamento su alcuna arma. Durante il combattimento sollevava braccia e gambe nel tentativo di colpire Goemon Koide, il quale si dimostrava decisamente molto più avvantaggiato di lui per merito della Katana con cui continuava a colpirlo senza sosta. Il giovane si trovò talmente in difficoltà che, alla fine, decise di lanciarsi contro una corta Wakizashi, abbandonata davanti il cadavere di uno degli uomini, per afferrarla e parare un colpo che lo avrebbe ferito alla nuca. Subito dopo, impugnò l'arma a due mani, e cominciò a destreggiarsi malamente con essa, cercando di ricordare il modo in cui aveva visto i suoi compagni lottare. Come se non bastasse, Goemon non gli dava scampo, colpendolo come se lui fosse la preda principale della sua battuta di caccia. Cercava in ogni modo di ficcare la spada nella sua carne, approfittandosi della confusione che l'ingenuo mezzodemone pareva dimostrare.

Un sorriso maligno increspò le labbra del capostipite, prima che riuscisse ad afferrare il suo avversario per un polso e tirarlo con irruenza contro la lama appuntita della sua Katana.

Momo si ritrovò a dover fare ricorso a tutto il suo peso pur di cadere di fianco invece che avanti. Eppure, la punta dell'arma disegnò una riga imprecisa all'altezza del suo petto, tagliando la stoffa azzurra della casacca e sfregiando la carne abbronzata, lasciandolo cadere al suolo arrabbiato come non mai.

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝐶𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒Where stories live. Discover now