Capitolo 56 - Per sempre noi.

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Piccolo preavviso: passate a leggere l'angolo autrice, è importante. Grazie!❤️



Erano passati ben sette mesi ed io mi innamoravo sempre di più del mio ragazzo, ogni giorno che passava.

Mentre lo guardavo steso sul letto della sua camera di dormitorio che dormiva profondamente, mi chiesi come fossimo arrivati a questo punto.

Non riuscivo a rammentare un solo momento in cui non desideravo averlo al mio fianco, non riuscivo a ricordare la mia vita prima di incontrarlo.

E forse ciò accadeva perché era sempre stata scialba, priva di vere e proprie emozioni.

Ne avevamo superato talmente tante che, certe volte, mi stupivo io stessa di quanta forza avessimo avuto dentro per andare avanti lo stesso.

Gli ultimi tempi erano stati particolarmente duri poiché, anche se Kyle appariva sempre lo stesso, certe volte lo trovavo con lo sguardo perso e la mente altrove.

La morte di sua madre era stata dura da superare, ma insieme ce l'avevamo fatta.

Certo, il dolore era sempre in agguato e non era certo tutto rose e fiori tra di noi dato che, a causa dei nostri caratteri contrastanti, finivamo con il discutere sulla minima cosa.

Ma l'amore era più forte di noi, di tutto il resto.

Ed io mi sentivo estremamente fortunata e privilegiata ad averlo accanto, ad aver trovato l'amore.

Perché molte volte crediamo di essere innamorati quando, il più delle volte, si tratta soltanto di stupide cotte adolescenziali.

L'amore, invece, quello vero, era tutta un'altra cosa.

Vi parlo di quell'amore sudato, guadagnato; quello che, nonostante le ginocchia sbucciate e il cuore in frantumi, continua a resistere nel tempo, nello spazio.

Quell'amore imbattibile, quell'amore che non può essere distrutto, perché continuerà a legare due persone per sempre, come un filo invisibile: non si vede ma sai che c'è. Lo senti che c'è.

Ed io ero legata a lui, lo sapevo benissimo.

I nostri cuori erano in simbiosi, le nostre anime identiche.

Gli accarezzai i capelli, spostandogli dal viso un ciuffo che stava coprendo i suoi meravigliosi occhi, in quel momento chiusi e rilassati.

Ma, ovviamente, capii che stava soltanto fingendo di dormire perché gli piaceva essere sfiorato da me.

Lo vidi tentare di reprimere un sorriso tutto fossette, ma i suoi tentativi fallirono miserabilmente.

Borbottò qualcosa che non riuscii a capire e mi avvicinai, per poi stampargli un dolce bacio sulle labbra.

«Imbroglione», mormorai.

Ridacchiò e mi strinse tra le sue braccia, facendomi trovare praticamente stesa su di lui.

«Ti ho scattato una foto mentre dormivi, prima», mi confessò sorridendo.

Sbarrai gli occhi. «Che cosa? Perché? Fammela vedere subito!» esclamai.

Alzò gli occhi al cielo. «Perché eri meravigliosa», rispose.

Mi addolcii leggermente, ma non appena guardai quella foto la mia espressione si inorridì.

«È orrenda! Eliminala!» gli dissi.

Lui scosse la testa. «Non ci penso nemmeno, angelo».

Mi sfuggii un sorriso, notando che mi aveva chiamata nuovamente angelo come la prima volta che mi aveva rivolto la parola, più o meno un anno fa.

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